Tumore ovarico maligno: nuove tecniche operatorie (robotica) e nuove prospettive chemioterapiche

Sentire il proprio medico che ci parla di “tumore ovarico maligno” è uno strazio, lo sappiamo bene.

In quel momento si percepiscono un turbinio di emozioni: paura, sconforto, pensieri negativi e tristezza. È completamente normale, siamo umani. Ed è giusto richiedere del tempo per metabolizzare e per abituarsi all’idea di questo nuovo stato di salute.

Però, non dimenticare che è anche, altrettanto importante, cominciare a combattere. Lottare per la propria vita non deve mai venire meno.

Oggi la scienza ha compiuto dei passi in avanti enormi e, di conseguenza, anche le opzioni terapiche e le tecniche operatorie sono migliorate. Le potremmo definire all’avanguardia.

Per cui, segui i consigli del tuo medico e vedrai che riuscirai a gestire meglio la malattia.

Il tumore ovarico

Il tumore ovarico, come dice la parola stessa, è una patologia che colpisce le ovaie e, purtroppo, viene considerata molto aggressiva.

Si tratta, in realtà, di una malattia molto complessa. Il motivo è presto detto: questo tumore è il riassunto, l’insieme, di più malattie. Le quali possono nascere e svilupparsi in sedi diverse che, di conseguenza, poi, crescono e si evolvono anche in sede ovarica.

Il tumore ovarico maligno, a sua volta, si distingue in due categorie:

  • primitivo,
  • secondario,

Il primitivo nasce da uno dei tre elementi che costituisce l’ovaio stesso. Mentre, il secondario, arriva all’ovaio interessato solo dopo essere apparso anche in altre parti dell’organismo.

Il rapporto umano medico-paziente

Quando il medico comunica alla paziente una diagnosi così tanto grave e delicata, deve avvalersi non solo della professionalità che lo contraddistingue, ma anche di un approccio umano verso quest’ultima.

Può sembrare scontato, certo, ma in realtà non lo è affatto.

Instaurare un rapporto più amichevole e meno formale, mette la paziente in una condizione più rilassata e, quindi, riesce di conseguenza ad affrontare questo arduo percorso con maggiore tranquillità.

Il medico manterrà comunque ben saldo il suo ruolo professionale, ma allo stesso tempo sarà più vicino alla paziente dimostrando umanità e conforto.

Soprattutto in circostanze come queste, instaurare un bel rapporto con il proprio medico, sia esso un oncologo o un ginecologo, è fondamentale.

Le cause del tumore ovarico

Quando si studia una malattia si cercano sempre le cause che hanno scatenato quest’ultima. Scoprirle è molto importante, nonché fondamentale, proprio perché, analizzandole si possono compiere scoperte determinanti.

Per quanto riguarda il tumore ovarico sono stati individuati svariati fattori.

Il primo è sicuramente la predisposizione genetica. Se all’interno del tuo nucleo familiare un parente a te molto vicino, come ad esempio tua madre o tua sorella, ha dovuto affrontare questa malattia, significa che sei un soggetto maggiormente a rischio rispetto a chi, invece, non ha avuto casi in famiglia. E purtroppo, contro la predisposizione genetica si può far poco.

L’età è un dato piuttosto sensibile. Dopo i 50 anni, il rischio aumenta.

Un ruolo importante lo giocano anche il numero di ovulazioni. Durante questo processo biologico e naturale che mette in atto il nostro corpo, l’ovaio subisce una sorta di piccolo danno. Il quale, non preoccuparti, viene riparato repentinamente in modo autonomo. E proprio durante queste riparazioni si manifestano dei continui rinnovamenti di cellule o divisioni cellulari. Nel corso di questi processi possono svilupparsi ed accumularsi delle mutazioni genetiche. A volte anche deleterie all’interno del nostro DNA.

Le terapie ormonali sostitutive che si assumono durante la menopausa possono anch’esse contribuire allo sviluppo del tumore ovarico.

L’endometriosi, patologia delicata e dolorosa, potrebbe concorrere alla presenza del tumore ovarico. Anche se, ovviamente, non è una affatto una certezza automatica.

Infine, ti citiamo anche il sovrappeso e l’obesità.

Quindi, queste sono le cause che più comunemente si riscontrano nelle pazienti affette da tumore ovarico maligno.

I sintomi del tumore all’ovaio

I sintomi legati al tumore all’ovaio sono subdoli. Lo possiamo dire per certo. Inizialmente non ce ne sono affatto. Nulla ci fa pensare ad una sua presenza.

E spesso, quando i sintomi si palesano la malattia è già parecchio sviluppata.

Ad ogni modo, le manifestazioni della sua presenza sono:

  • aumento circa le dimensioni dell’addome,
  • dolore persistente alla pancia e alla pelvi,
  • stomaco molto sazio pur avendo consumato un pasto leggero,
  • nausea subito dopo aver pranzato o cenato,
  • mal di schiena (ingiustificato e senza aver commesso troppi sforzi fisici),
  • mancanza di appetito,
  • minzione troppo frequente,
  • diarrea,
  • costipazione,

La diagnosi

Come per qualsiasi patologia, la diagnosi si rivela sempre uno strumento fondamentale. Purtroppo però, nel caso specifico del tumore dell’ovaio la situazione è complessa.

Attualmente non esistono test di screening precoci per questa malattia. Se poi mettiamo in conto che i sintomi si palesano solo quando la malattia è avanzata, tutto diventa molto difficile.

Ad ogni modo, mai arrendersi!

Il primo passo da compiere, in caso di dubbio circa la sua presenza, è quello di effettuare una visita ginecologica. Il medico ti consiglierà di effettuare poi anche una ecografia transaddominale o transvaginale.

Successivamente, vanno eseguite le analisi del sangue perché è consigliato monitorare determinate proteine o marcatori tumorali (CA125 e HE4).

A seguire poi, il medico ti indicherà quali altri esami fare e la successiva terapia.

Quali sono le terapie per il tumore ovarico

La prima scelta è sempre quella chirurgia per poi passare ad un trattamento chemioterapico. Quest’ultimo è molto importante, in quanto, va a consolidare il risultato della riduzione del tumore ottenuto grazie all’intervento chirurgico.

Terminato il ciclo di chemioterapia, si valuta la situazione.

Molte pazienti, con questa valida combinazione, risultano guarite. Quindi, a questo punto, verranno invitate a procedere con dei controlli frequenti al fine di tenere monitorata la situazione.

Nel caso in cui, invece, il tumore dovesse trovarsi in uno stadio troppo avanzato, alla paziente verrà proposta una terapia di mantenimento. Le terapie di mantenimento hanno il compito di arrestare o rallentare l’evoluzione e la progressione della malattia.

Sono inoltre disponibili dei nuovi farmaci, gli anti-PARP. Quest’ultimi sono in grado di inibire i meccanismi che riparano il DNA delle cellule neoplastiche dell’ovaio. I risultati ottenuti da queste terapie sono molto validi: aumentano la sopravvivenza libera da progressione.

Chirurgia robotica, una nuova frontiera

La medicina non si ferma e la chirurgia robotica ne è un vero esempio. La chirurgia robotica oncologica può essere impiegata anche per curare il tumore ovarico.

I pro sono decisamente tanti. Il primo fra tutti: una ripresa più rapida. Riduce infatti i tempi di ricovero e ritornare alla propria vita quotidiana è più semplice.

Già dopo 48 ore la paziente viene dimessa e la riduzione circa eventuali complicanze post-operatorie, rispetto alla chirurgia tradizionale, non sono lontanamente paragonabili.

Questa tecnica permette inoltre al chirurgo di godere di una visione tridimensionale ad alta definizione. Questo significa lavorare in totale sicurezza. Molto di più rispetto alla laparoscopia o alla chirurgia tradizionale.

La Redazione – Monica Penzo


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