Stitichezza: cause, consigli, integrazione di fibre

La parola stipsi, il termine tecnico per indicare la stitichezza, deriva dal greco styphein che significa stretto. Difatti, il disturbo denota una difficoltosa e poco frequente evacuazione (espulsione delle feci) con sensazione di incompleto svuotamento intestinale. Utile per la stitichezza è l’integrazione di fibre.

La stitichezza è tra i disturbi più comuni dei paesi occidentali con una prevalenza del 16% della popolazione adulta, che aumenta al 33% dopo i sessant’anni e colpisce il 40% delle donne in gravidanza. Si può parlare di stipsi quando la frequenza di evacuazione è inferiore a tre volte alla settimana.

Cause e forme

La stipsi o stitichezza è originata da una alterazione della motilità intestinale e dei meccanismi di espulsione ano-rettale, e può essere distinta in stipsi cronica e occasionale:  

  • occasionale, quando il disturbo non si manifesta in maniera prolungata nel corso del tempo, ma è determinato dai fattori momentanei, ad esempio quando sopraggiunge durante un viaggio, nei cambi di stagione o per modificazione della propria dieta.
  • Cronica, in genere quando, come detto, l’evacuazione avviene meno di tre volte alla settimana, diventando una condizione permanente. 

Non è una malattia, ma un sintomo

La stipsi non è una malattia, ma un sintomo che può manifestarsi in seguito a diverse cause:

  • dieta sbilanciata,
  • sedentarietà,
  • scarsa idratazione,
  • stress,
  • condizioni patologiche (sindrome dell’intestino irritabile, disturbi delle forze propulsive rettali, malattie neurologiche, diabete, ipotiroidismo),
  • assunzione di farmaci (antidepressivi, sonniferi, oppiacei),  
  • abuso di lassativi.                                                                                               

Sintomi

La stipsi può influenzare negativamente la qualità della vita di chi ne soffre, anche se fortunatamente è, perlopiù, una condizione benigna.

Il quadro clinico della stitichezza riferito dalle persone che ne sono colpite generalmente è caratterizzato da: 

  • evacuazione infrequente (meno di tre volte alla settimana),
  • feci dure,
  • sensazione di mancato svuotamento intestinale,
  • senso di ostruzione.

Altri sintomi correlati alla stipsi sono: nausea, gonfiore, dolori addominali, meteorismo, spossatezza, emorroidi e ragadi anali.                              

Stitichezza integrazione di fibre: Fibra Alimentare

La fibra alimentare è un carboidrato che non viene digerito dal tratto intestinale, quindi non nutre, ma è fondamentale per il benessere del nostro intestino e per prevenire la stipsi. Essa, infatti, aumenta i movimenti intestinali e la velocità di transito del cibo attraverso il tubo digerente.

La fibra, a seconda della sua solubilità in acqua, si distingue in fibra solubile e fibra insolubile. La fibra solubile si trova in frutta e vegetali, quella insolubile nei cereali e nella frutta secca. La stipsi, se è occasionale, è un disturbo di lieve entità e può essere risolto modificando il piano alimentare ed il proprio stile di vita.

Consigli alimentari anti stitichezza

Ecco alcuni suggerimenti alimentari per combattere la stipsi:                                               

  • prediligere la dieta mediterranea, aumentando gradualmente l’uso di cibi ad alto contenuto di fibra (cereali, frutta, ortaggi, semi), fino a raggiungere i valori consigliati (30g al giorno);
  • consumare una porzione di verdura ad ogni pasto, cruda o cotta,
  • assumere 2-3 porzioni di frutta (kiwi, prugna, albicocca, pere),
  • consumare cereali integrali,
  • includere nelle proprie diete legumi almeno due volte a settimana,
  • aumentare l’idratazione (cercare di bere 1,5-2 litri di acqua al giorno),
  • fare attività fisica (è noto infatti che la sedentarietà contribuisce alla stipsi mentre l’esercizio fisico (anche 20 minuti di cammino al giorno) migliora la motilità intestinale,
  • favorire il relax per ridurre lo stress.

Stitichezza integrazione di fibre: la fibra di Psillio

L’integrazione di fibra in genere è la prima strategia terapeutica consigliata dal medico e dal farmacista per contrastare la stipsi. Oggi, è molto in voga la fibra di psyllium, valida per mettere in moto l’intestino pigro. I semi di Psillio (plantago psillum) sono ricchi di fibre idrosolubili (presenti nelle mucillagini del rivestimento dei semi) che, a contatto con l’acqua, rigonfiano. Ciò avviene perché i semi assorbono acqua dal lume intestinale, aumentando di peso fino a 25 volte rispetto alla forma secca. Inoltre, tali semi formano un gel che, a contatto con la massa fecale, ne aumenta il volume e la rende più morbida (questo effetto emolliente è noto come bulk forming). Pertanto, la fibra di psyllium stimola la peristalsi e facilita l’evacuazione, senza essere irritante per la mucosa intestinale.

Altri effetti

Lo psillio ha un effetto prebiotico (stimola la crescita di una flora intestinale buona inibendo quella patogena), a motivo di ciò rafforza le difese immunitarie e migliora la funzionalità intestinale, riduce l’assorbimento dei grassi (con diminuzione del colesterolo cattivo LDL) e degli zuccheri, con riduzione della glicemia.

Dosi e modalità di utilizzo

Lo pisillio per queste sue caratteristiche può essere utilizzato nella stipsi ed in caso di emorroidi e ragadi per ammorbidire le feci. Inoltre, per il suo effetto regolarizzatore sul transito intestinale e sulla consistenza delle feci, può essere usato in caso di colite e diverticolosi. Viene utilizzato in genere sotto forma di polvere nella dose di 2-10 grammi al giorno, da solubilizzare in abbondante acqua.

Controindicazioni

Lo psillio è un lassativo naturale ben tollerato che non ha dimostrato tossicità. Tuttavia, se utilizzato per lunghi periodi, può causare nausea, vomito, diarrea, flatulenza. Va ricordato che lo psillio può interagire con l’assorbimento dei farmaci, quindi deve essere ingerito due ore prima o due ore dopo dalla loro assunzione.

Dott. Marco Pagnotta – Farmacia Colace Dr. Anna Maria

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