La mastoplastica additiva è l’intervento di chirurgia estetica più richiesto.
Si tratta dell’aumento delle dimensioni del seno, avviene ponendo delle protesi sotto il tessuto mammario o muscoli del torace.
Le donne che decidono di effettuare questo intervento sperano di sentirsi più sicure, di piacersi di più ed apprezzarsi, dunque per motivi estetici.
Ma molte altre donne ricostruiscono il seno per condizioni differenti.
Perché sottoporsi a mastoplastica additiva
Solitamente le pazienti si sottopongono a mastoplastica additiva quando pensano di avere un seno troppo piccolo, o se hanno un seno più piccolo dell’altro, cioè hanno seni vistosamente asimmetrici.
Per questo hanno difficoltà nel vestirsi ed accettarsi.
Altre donne decidono di intervenire dopo una dieta importante che ha provocato, di fatto, uno svuotamento importante dei seni causando un effetto estetico molto poco gradevole.
Poi ci sono pazienti che, in qualche modo, sono costrette a ricorrere all’impianto di protesi simili a quelle che si usano nella mastoplastica additiva estetica, ovvero le pazienti che hanno subito intervento di mastectomia, l’asportazione della mammella.
Solitamente questo intervento viene eseguito in presenza di tumore al seno ma anche in quelle donne, poche fortunatamente, che presentano un alto rischio genetico.
Qualunque sia il motivo, comunque, è importante che la donna si confronti e ne parli con il chirurgo plastico, in modo da definire gli obiettivi e discutere le aspettative.
Mastoplastica additiva: i rischi
L’aumento del seno può comportare dei rischi, quali:
- dolore al seno,
- tessuto cicatriziale che può distorcere la forma dell’impianto mammario,
- infezione,
- cambiamenti nella sensazione del capezzolo o del seno,
- cambiamenti di posizione dell’impianto o la sua rottura
se dovessero verificarsi una o più di queste condizioni sarà necessario, per la paziente, effettuare interventi aggiuntivi, salvo i disturbi della sensibilità nervosa.
La scelta delle protesi è sicuramente un momento importante poiché potrà condizionare il risultato che la donna desidera.
Ce ne sono di varie dimensioni e materiale, marche e modelli.
Ma sarà il chirurgo plastico ad avere questo compito che valuterà la protesi adatta sia per la conformazione fisica della paziente che per le caratteristiche dei loro tessuti.
Mastoplastica additiva: le tecniche innovative
Fatta questa premessa sui punti salienti di quello che una donna decide di fare, dei rischi etc. è importante conoscere le varie tecniche che negli anni sono state approntate, sia con la sperimentazione che con gli studi di molteplici specialisti di settore.
- La tecnica denominata Impianto Sottoghiandolare, consiste nel porre la protesi tra la ghiandola mammaria e il muscolo grande pettorale, seguendo insomma la naturale conformazione anatomica del corpo. Questo breve intervento viene effettuato in anestesia locale, è accessibile a tutte le donne che prendono la decisione di aumentare il volume del proprio seno. Il decorso post operatorio non è lungo come per le altre tipologie di mastoplastica. I risultati sono ottimi, le complicazioni ridotte.
- La tecnica Impianto Sottomuscolare, come accenna la parola stessa, prevede il posizionamento della protesi sotto al muscolo. Questa tecnica non è migliore o peggiore della precedente, ma la si valuta in base alla costituzione della paziente. Il muscolo in questa tecnica andrà a coprire maggiormente l’impianto, i normali movimenti delle braccia favoriranno la stimolazione del muscolo pettorale, però il posizionamento delle protesi è più rigido. Si riduce il rischio di contrattura capsulare, le protesi non avranno increspature evidenti, la mammografia potrà essere effettuata a maggior ragione senza problemi. Le donne con poco tessuto ghiandolare rischieranno molto meno che l’impianto sia visibile.
- Impianto misto, in “due piani”, Dual Plane: in questo caso la tasca contenente la protesi è parzialmente sotto il muscolo grande pettorale, in modo che la protesi nell’area centrale sotto l’areola, al centro del seno risulterà sottoghiandolare. Questa tecnica renderà il risultato naturale, duraturo, riducendo il rischio di percepire una contrattura e meno di notare pieghe a carico della superficie delle protesi.
Questa ultima tecnica è stata ideata dal Dott. JB Tebbetts, che ha anche schematizzato la tecnica in 3 livelli di applicazione.
Questo intervento altera l’anatomia muscolare ma è una soluzione valida tra gli interventi di mastoplastica additiva.
Un’ulteriore tecnica innovativa è stata ideata dal Dott. Khan, denominata Muscle-spitting che, a differenza delle altre tecniche, prevede l’utilizzo di una tasca posizionata contemporaneamente dietro e difronte al muscolo pettorale.
Un’ulteriore tecnica denominata Vertical Plane del Dott. Riggio è subentrata negli ultimi anni, e prevede in particolare la parziale recisione del muscolo gran pettorale verticalmente, implementando ivantaggi della dualplane classica.
In alcuni casi l’inserimento della protesi può essere sottofasciale, altra tecnica più recente.
La protesi viene inserita sotto la fascia del muscolo grande pettorale, tra la fascia e le fibre del muscolo, questa tecnica non ha vantaggi ad oggi rispetto alle altre sopra citate.
I risultati degli interventi
Il decorso post operatorio nelle tecniche di mastoplastica prevede di poter evitare il drenaggio senza rischi né complicanze aggiuntive.
Nelle quarantotto ore successive all’intervento è necessario rimanere a riposo, si potrebbero manifestare delle ecchimosi e gonfiore, che spariranno in breve tempo.
Bisognerà evitare sforzi eccessivi che interessano le braccia come per delle attività sportive per un mese circa.
I risultati di questo intervento sono altamente positivi, duraturi.
Se la tecnica chirurgica sarà stata eseguita alla perfezione la soddisfazione della paziente sarà elevata, aumentando così l’autostima e le relazioni personali.
L’unica cosa da considerare, sarà il passare del tempo, l’invecchiamento a cui è soggetto il seno e l’usura delle protesi con l’eventuale sostituzione per rottura.
Questo evento è sempre possibile, deve essere tenuto sempre in considerazione, e può non stupire che le donne siano sottoposte nel tempo a una o anche più revisioni chirurgiche con l’inserimento di nuove protesi.
La maggior parte delle aziende produttrici fornisce le nuove protesi a titolo gratuito, in caso di rottura nel corso della vita, che allevia le spese legate alla nuova operazione.
La rottura di una protesi è rara, tuttavia le protesi hanno una durata che può variare ed accertarsi che tutto vada bene è possibile effettuando, e non rinunciandovi mai, visite periodiche di controllo.
La Redazione
Dr. Egidio Riggio – Chirurgo plastico
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