La delicata fase dell’allattamento: come farlo bene

L’allattamento rappresenta una fase estremamente delicata per ogni neo mamma.

Soprattutto i primi giorni sono fondamentali perché mamma e bebè devono imparare a conoscersi. Ma in particolar modo, sono momenti cruciali proprio perché è necessario imparare bene come nutrire correttamente il neonato.

Nessuno nasce imparato, per cui, specialmente se si tratta del tuo primo figlio, sarà normale commettere errori o risultare inesperta. Tuttavia, dei piccoli e semplici consigli possono davvero rivelarsi utili.

Una cosa importante però, la dobbiamo specificare subito: mai sentirsi inadeguata o, peggio, una cattiva madre solo perché si hanno delle piccole difficoltà.

Col passare dei giorni e delle settimane avverrà tutto con totale naturalezza e anzi, amerai questi intimi momenti madre e figlio. Te lo garantiamo.

Il latte materno

Il latte materno rappresenta l’alimento completo e principale per qualsiasi neonato. Oltre ad essere naturale e quindi privo di qualsiasi ingrediente nocivo, è fondamentale per lo sviluppo del bambino nella sua prima fase di vita.

Contiene, infatti, tutti i nutrienti, nonché vitamine, utili per la sua sana crescita. Del resto, proprio dal punto di vista nutrizionale, è il migliore in assoluto.

Non dimenticare poi che, allattare al seno significa anche rafforzare le difese immunitarie e aiutare lo sviluppo intestinale del neonato.

Per la donna invece, allattare significa proteggersi dal tumore al seno, dal tumore alle ovaie e dall’osteoporosi che potrebbe presentarsi in tarda età.

Allattamento, un dolce momento madre e figlio

L’allattamento, oltre a svolgere chiaramente un atto funzionale circa il nutrimento del neonato, svolge anche un altro compito altrettanto importante. Crea cioè un momento magico ed unico da condividere assieme (bonding).

Una mezz’ora dove ci si scambia occhiate d’amore, coccole e si rassicura il piccolo. Quest’ultimo percepisce l’enorme affetto materno e si lascia completamente andare in un totale relax.

Un momento d’incontro emozionante fatto d’amore e costellato da uniche emozioni.

Insomma, in questi frangenti di vita, si inizia ad instaurare un rapporto importante che poi ti accompagnerà per tutto il resto della tua vita.

I benefici dell’allattamento sulla neo mamma

Anche la neo mamma può ricevere dei benefici dell’allattamento. Oltre a vedere il proprio bimbo felice ed appagato, lo stesso corpo femminile ne trova giovamento.

L’allattamento infatti, aiuta a perdere i chili accumulatigiustamente – dalla gravidanza. Per cui, la ripresa del proprio peso forma sarà più facile e veloce.

Inoltre, alimentare il proprio figlio in questo modo, significa anche, ridurre il rischio di sanguinamento post-partum, ridurre il rischio di anemia e di malattie cardiocircolatorie.

Per quanto tempo si deve allattare il proprio bimbo?

È sempre molto complesso dare una tempistica definitiva. Gli esperti, come arco temporale, indicano che l’allattamento esclusivo dovrebbe durare all’incirca sei mesi. Dopodiché si può, piano piano, iniziare a progettare un graduale svezzamento.

In realtà però, è tutto, come ribadiamo sempre, molto soggettivo. Infatti, l’allattamento può continuare anche dopo lo svezzamento fino ad arrivare ai due anni di età del bambino. Tutto dipende dalle volontà della madre e dai bisogni del bambino stesso.

Quando il bimbo ha terminato la poppata, te lo fa capire

Nonostante un neonato non sia in grado di comunicare a parole il proprio stato d’animo, con i gesti, invece, è facile capire ciò di cui ha bisogno.

Sarà infatti il bambino stesso a staccarsi dal seno quando sarà completamente sazio. Lascialo fare e non costringerlo mai nel continuare se non lo desidera più.

Allo stesso modo, se sta succhiando, non allontanare il seno dalla sua portata.

Il neonato, quindi, in questo, è molto autonomo. È in grado di rendesi conto quando ha ancora fame e quando invece, non necessita più di nulla.

Cosa significa allattare su richiesta

Sicuramente avrai sentito parlare di “allattamento su richiesta”, ma cosa significa esattamente? Molto banalmente significa attaccare il bambino al seno ogni qualvolta quest’ultimo lo richieda.

Ciò significa, ad esempio, che se il piccolo sta beatamente dormendo, non lo si andrà a svegliare per farlo mangiare. Piuttosto, sarà lui a richiedere di essere nutrito quando appunto si sarà svegliato.

Orari e la relativa pianificazione della giornata devono essere abbandonati, per lo meno, nei primi sei mesi di vita del neonato.

Il neonato ha bisogno di svariate poppate nell’arco delle 24 ore. Un minimo di otto ed un massimo di dodici. E gli intervalli interessati non prevedono sempre le stesse tempistiche.

Chiaramente poi, ogni bambino è a sé: alcuni mangiano di più, altri mangiano di meno. L’importante sarà, appunto, sapersi adattare al meglio e senza troppa ansia alle necessità del tuo piccolo in modo del tutto naturale.

Allattamento e cibo, come fare?

Come abbiamo detto, una madre ha il diritto – se lo ritiene opportuno – allattare il proprio bambino anche fino ai due anni di età. Ogni scelta va rispettata e mai commentata a sproposito.

Ad ogni modo però, tieni presente che, oltre ai sei mesi di età, al tuo piccolo non sarà più sufficiente bere esclusivamente il latte per crescere e per rimanere in salute.

Dovrai garantirgli tutti i valori nutrizionali del caso. Per cui, l’alimentazione di tuo figlio dovrà essere affiancata anche da cibi, prima liquidi, poi semi-solidi ed infine, solidi. Nelle quantità corrette, ovviamente, ma devi integrare con, appunto, del cibo idoneo e sicuro per la sua età.

Prevenire i dolori al seno

Molte donne lamentano il fatto di provare del dolore – più o meno lieve – durante l’allattamento ma anche nella fase subito successiva, quando cioè il bambino si stacca dal seno in modo autonomo.

Tralasciando i dolori che possono arrivare da altre complicanze, a volte dipende proprio dalla poca esperienza.

Se accidentalmente – o peggio, di proposito – il bambino viene staccato prima che abbia terminato la poppata, questo potrebbe provocare:

  • dolore ai capezzoli,
  • ingorgo di latte,
  • mastite,
  • ragadi,

Per cui, sarà bene lasciarlo fare in autonomia.

Evita anche quell’antica credenza popolare nella quale si affermava di dover lasciare il bambino attaccato al seno per dieci minuti per poi staccarlo e sistemarlo nell’altro seno.

Tieni presente che, alla fine di ogni poppata, riceverà anche la parte più grassa del latte, per cui, come ben intuirai, sarà bene non intervenire. I grassi del latte, infatti, gli serviranno per la sua crescita ed il suo sviluppo.

la redazione – Monica Penzo

La redazione in collaborazione con la Dr.ssa Silvia Sarteur – Ostetrica

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