Cosa una mamma deve sapere sulla mastite, quando preoccuparsi e come allattare.
I consigli dell’ostetrica per le neo mamme che allattano.
Le infiammazioni della mammella
Tra le infiammazioni della mammella vi è la mastite, questa può apparire con annessa infezione batterica e colpire sia donne fertili, in varie fasce di età ma anche il sesso maschile.
La mastite può essere quindi divisa in :
- mastite puerperale (o da allattamento)
- mastite non puerperale
La mastite non puerperale è una malattia infiammatoria molto frequente, non va associata sempre all’allattamento perchè può verificarsi in svariati momenti della vita della donna.
La mastite nelle donne che non allattano si può innescare a causa di:
- una ferita sul capezzolo (ragade)
- attraverso una ferita diversa come un piercing
Chiamasi mastite periduttale, che colpisce i dotti subareolari , interessa maggiormente le donne in una fascia d’età giovanile (tra i 20 ed i 30 anni), soprattutto fumatrici.
Un altro tipo di mastite è quella che si può verificare prima della menopausa, chiamasi ectasia duttale , è patologia non tumorale del seno, caratterizzata dalla dilatazione di uno o più dotti galattofori (o lattiferi) nella regione sotto-areolare.
La mastite da allattamento
La mastite in questione è causata da un batterio, lo Staphylococcus aureus, a volte anche lo S. epidermidis, nonché varie tipologie di streptococchi, l’ingresso di questa tipologia di germi è favorito da alcune condizioni.
Può essere definita anche mastite acuta, consiste nell’ingresso di agenti patogeni nei dotti da cui fuoriesce il latte durante l’allattamento, chiamati dotti glattofori.
La mastite si verifica nei primi tre mesi dopo la gravidanza, durante l’allattamento, questo non esclude che possa avvenire anche in seguito.
Le cause della mastite puerperale
Oltre che al germe Streptococco, il quale si annida a causa di:
- ferite sul seno che fanno entrare il batterio
- dalla bocca del neonato durante l’allattamento
Le cause più comuni della mastite da allattamento sono:
- ingorghi mammari ,avviene quando la quantità di latte prodotto è superiore alla quantità di latte che il bambino succhia giornalmente
- stasi del latte , questa situazione è frequente per svariati motivi, quando il bambino non viene attaccato al seno in maniera idonea, se ha problemi di suzione (quindi il neonato a causa di malformazioni alla cavità orale o altro è limitato nei movimenti della lingua), il bambino non viene allattato di frequente ma si saltano dei pasti.
La stasi avviene anche nel caso in cui l’allattamento sia maggiore da un seno piuttosto che da un altro o la donna effettua una pressione sul petto dovuta a vestiti attillati.
- presenza di ragadi (queste si formano perchè il neonato non viene attaccato bene al capezzolo)
- svezzamento rapido
- stress in eccesso
Come ci si accorge di avere la mastite?
Se una neomamma nei primi mesi di vita del neonato dovesse avvertire alcuni dei sintomi elencati qui sotto deve contattare il proprio ginecologo o l’ostetrica di fiducia per un consulto.
I sintomi che compaiono sono:
- dolore e gonfiore al seno
- sensazione di calore (anche solo con il contatto)
- bruciore continuo o nel momento dell’allattamento
- perdite di sangue dal capezzolo
- febbre pari o superiore a 38 gradi
- indurimento di una zona del seno
- malessere generale
- arrossamento della cute /eritema locale
I sintomi della mastite sono simili a quelli dell’ingorgo mammario, con la sola differenza che la mastite provoca un rialzo della temperatura e sintomi influenzali (quali appunto brividi, dolore articolare, vampate, sudorazione, affaticamento).
E’ importante curare subito questa infezione per non incorrere in un peggioramento quale potrebbe essere l’accesso mammario.
Curare la mastite, cosa fare
La donna affetta da mastite con una sintomatologia importante può pensare che smettere di allattare sia la prima soluzione possibile, niente di più sbagliato!
Allattare è utile e necessario, bisogna infatti offrire il seno al neonato più frequentemente fino a 12 volte nelle 24 ore.
E’ fondamentale che la posizione in cui si allatta sia corretta, quindi va controllata mediante supporto di un’ostetrica.
La neomamma può cominciare ad indossare dei reggiseni più grandi, maggiormente comodi, evitando tracolle, fasce o tutto quello che potrebbe in qualche modo comprimere il seno.
L’alimentazione è un altro punto fondamentale da non sottovalutare, sarebbe utile che la donna segua un’alimentazione ricca di grassi insaturi e meno di quelli saturi (che provocano la mastite).
Per trarre sollievo dai sintomi di dolore e gonfiore è utile effettuare degli impacchi caldi sul seno prima di allattare, questo servirà a far defluire il sangue maggiormente, eseguendo anche dei massaggi durante la poppata (dall’area bloccata verso il capezzolo).
L’ausilio dell’ostetrica in caso di problemi di allattamento
Il supporto dell’ostetrica nella fase dell’allattamento è fondamentale per prevenire la mastite.
L’ostetrica suggerisce infatti di prevenire la mastite innanzitutto proteggendosi dalle ragadi, questo è fondamentale per abbassare la carica batterica.
In secondo luogo è bene nei giorni successivi al parto, al ritorno a casa, che la neomamma effettui degli incontri con un’ostetrica per essere seguita sul corretto attaccamento al seno del neonato, il che è fondamentale nella prevenzione dell’infiammazione, prevenendo inoltre ingorghi e ragadi.
Non bisogna allattare con “scadenza oraria”,poiché può causare:
- non rispettare il fabbisogno del neonato e del seno,
- portare ad una produzione di latte in eccesso che faticherà a fuoriuscire nel momento della poppata,
- il neonato è impossibilitato ad attaccarsi ed a mangiare.
Tra le altre indicazioni che un’ostetrica darà alla mamma vi è sicuramente il prestare maggiore attenzione all’igiene del seno, evitando ad esempio l’utilizzo di coppette assorbilatte o paracapezzoli in argento che causano ristagno di latte e infezione da candida.
La redazione
Dr.ssa Silvia Sarteur – Ostetrica
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