I grassi marini spazza-arterie

   Il pesce, secondo le statistiche ISTAT, non è certo l’alimento più frequente sulle tavole degli Italiani: in base alla spesa per unità familiare, le risorse destinate alla carne sono quattro volte superiori.

Inoltre, il consumo di pesce è notevolmente sbilanciato: le regioni meridionali ed insulari ogni anno arrivano a consumarne circa 11/12 kg a testa, mentre in quelle centrali e settentrionali si arriva solamente a circa 5/6 kg.

Questo è un grave errore perché sostituendo il pesce alla carne e ai derivati del latte, non solo si riduce la quota di grassi saturi e colesterolo introdotta, ma anche la quantità di colesterolo e trigliceridi che vengono poi veicolati nel sangue.

Il pesce è ricco di acidi grassi polinsaturi, fra i più importanti si trovano l’EPA (acido eicosapentaenoico) e il DHA (acido docosaesanoico), meglio noti come gli omega-3. In una comune alimentazione questi acidi sono rari, perché sia nei grassi vegetali che in quelli animali gli acidi polinsaturi sono altri, in particolare l’acido linoleico e l’arachidonico.

Cosa fanno in particolare gli Omega-3?

La loro presenza nella dieta permette l’abbassamento del colesterolo totale e dei trigliceridi nel sangue, soprattutto delle lipoproteine a bassa densità (LDL), le più pericolose per il formarsi delle placche ateromatose, che in seguito danno origine all’aterosclerosi.

Sani come Eschimesi

Il ruolo benefico del pesce è stato individuato grazie a studi svolti su popolazioni che da sempre lo consumano con grande frequenza. Fra le principali ci sono gli Eschimesi. Essi infatti mangiano circa 400 gr di pesce pro capite al giorno, e il loro tasso di mortalità per patologie cardiovascolari è bassissimo. Questo ovviamente è un caso limite, e un simile stile alimentare è quasi improponibile in paesi come l’Italia, tuttavia molti studi hanno dimostrato che, in presenza di un elevato consumo di prodotti ittici, si abbassano notevolmente i decessi per eventi coronarici.

Altro esempio è il Giappone, dove il consumo di pesce è di circa 36 Kg all’anno a testa, cioè quasi 5 volte superiore a quello italiano. In particolare in Giappone, la minore mortalità per coronaropatia si registra nell’isola di Okinawa, dove il consumo di pesce è il doppio della media nazionale.

Alcuni studi hanno riportato che mangiando anche solo 20 grammi di pesce al giorno, la mortalità si riduceva del 50%, indipendentemente da tutti gli altri fattori di rischio (età, peso, pressione arteriosa, colesterolemia di partenza, abitudine al fumo, sedentarietà).

I ricercatori hanno quindi dedotto che è sufficiente il consumo di 2 piatti a base di pesce alla settimana per abbassare drasticamente il rischio di insorgenza di patologie cardiovascolari.

C’è pesce e pesce

Nella scelta delle carni devono essere privilegiate quelle più magre, con il pesce invece i maggiori benefici si ottengono col pesce più ricco di grassi, il cosiddetto pesce azzurro (tonno, pesce spada, sardine, acciughe, merluzzo, pesce sciabola, sgombro, aringa, ricciola, bianchetti, palamita, acciughe, aguglia, alaccia, lampuga), più ricco di Omega-3. Purtroppo alcuni di questi pesci vivono più frequentemente nei mari del Nord e non facilmente arrivano freschi (appena pescati) sulle nostre tavole.

Rovescio della medaglia: gli allevamenti ittici intensivi

Mari e oceani sempre più sfruttati da pescherecci commerciali e industriali stanno subendo un continuo impoverimento delle riserve ittiche. La pesca illegale intacca sia le aree marine protette destinate al ripopolamento dei mari sia i giovani esemplari di pesci che in questo modo non riescono a riprodursi e a rinfoltire le proprie specie. La conseguenza è che il pesce pescato oggi è in grado di coprire solo una parte della richiesta del mercato. Circa il 50% del pesce che arriva sulle nostre tavole è allevato. La produzione intensiva di pesce in acquacoltura pone però interrogativi e problemi.

Gli antibiotici usati su vasta scala, i mangimi costruiti artificialmente con l’aggiunta di additivi sintetici e ad alto contenuto di grasso: tutto finisce nelle carni del pesce allevato e quindi nei nostri piatti, per non parlare poi delle microplastiche che inquinano i mari. Per compensare l’enorme richiesta di pesce del mercato europeo, intanto, ogni anno migliaia di tonnellate vengono importate dall’estero, a costi notevoli.

Per tale motivo, oltre che per coprire il fabbisogno, spesso è necessario , purtroppo (!!), ricorrere ad una supplementazione in Omega-3 (capsule), oltre ovviamente a migliorare la propria alimentazione con scelte di cibi più adeguati.

La Redazione in collaborazione con la dr.ssa Angela Gruppioni – nutrizionista-dietista educatrice

Note bibliografiche:

  • “Muto come un pesce” Report, 16/12/2019
  • GohlkeH. Prevention of coronary disease and sudden death by nutrition. 2004
  • Di Minno G et al. Polynsasatured fatty acid, thrombosis and vascular diseas, 2002

© Il contenuto di questo articolo, eventuale logo, il lavoro artistico e la grafica sono di proprietà di dossiersalute.com. Sono protetti dal diritto d’autore e dal diritto di proprietà intellettuale.

È vietata la copia, l’appropriazione, la riproduzione anche parziale dei contenuti e di immagini in qualsiasi forma. Per le immagini libere da copy o soggette ad attribuzione è riportata la fonte. È vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti non autorizzata espressamente da dossiersalute.com. Copyright © Dossiersalute.com · all rights reserved


    Contatta il Medico

    Se vuoi richiedere un preventivo, chiedere informazioni, o semplicemente rispondere ad una Tua curiosità, inviaci i tuoi dati, verrai ricontattato nel giro di qualche giorno!

    Il tuo nome *

    La tua email *

    Oggetto

    Nome del dottore/ssa *

    Medico o area di interesse
    (Le richieste inviate tramite questo modulo di contatto NON pervengono direttamente ai medici, ma sono mediate da DossierSalute.com. Si prega di specificare il destinatario della richiesta. Grazie) *

    Il tuo messaggio *

    Acconsento al trattamento dei miei dati personali secondo quanto stabilito dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati - Regolamento GDPR 2018

    Immagine di Freepik

    Condividi su