Durante l’esercizio fisico l’ossidazione dei grassi dipende dal muscolo; è stato infatti dimostrato che il soggetto sedentario ed il soggetto allenato, pur utilizzando la stessa percentuale di frequenza cardiaca, bruciano grassi in modo diverso.
Chi è più allenato brucia di più
E questo dipende dal fatto che il soggetto più allenato nel tempo abbia spinto la propria muscolatura a produrre e mantenere nelle proprie fibre più mitocondri rispetto al sedentario.
Ma un altro fattore importante da non trascurare è la quantità di acidi grassi liberi (liberi nel senso di non stoccati nel tessuto adiposo, in realtà viaggiano nel sangue legati a proteine) presenti nel sangue. Essi derivano dalla scissione dei trigliceridi e vengono trasportati fino al muscolo dove vengono ossidati. All’inizio dell’attività aerobica, il muscolo assorbe la maggioranza di questi acidi grassi presenti nel sangue, che di conseguenza iniziano a scarseggiare, pertanto il tessuto adiposo è chiamato a rilasciarne altri nel sangue.
Attività di breve o lunga durata: cosa cambia?
Se l’attività è di breve durata, il muscolo consumerà sia carboidrati che acidi grassi, ma con il protrarsi dell’attività aumenteranno sempre più i grassi a discapito dei carboidrati come substrato energetico. Perchè? Per diversi motivi. I principali sono che i carboidrati liberano poca energia mentre i grassi di più (quindi è più conveniente utilizzarli), ma anche che di carboidrati abbiamo scorte risicate, mentre di grassi abbiamo scorte imponenti.
Se lavoro tra il 65% e il 75% della frequenza cardiaca massima, il turnover degli acidi grassi non è sufficientemente rapido per soddisfare le richieste dell’organismo che quindi ricorre ai trigliceridi muscolari risparmiando glicogeno (che è fonte di carboidrati).
Il ruolo delle catecolamine
Un altro effetto dell’attività aerobica che influisce sulla lipolisi è la liberazione di catecolamine. Infatti, per sostenere la fatica dell’allenamento il nostro organismo utilizza adrenalina e noradrenalina, così da rendere più veloce la smobilizzazione delle molecole di grasso dal tessuto adiposo e di zuccheri dal fegato.
La quantità di catecolamine prodotte è direttamente proporzionale all’intensità dello sforzo, i livelli di adrenalina e noradrenalina sono infatti correlati al consumo di ossigeno. Con il perdurare dell’esercizio, però, i due ormoni si stabilizzano su livelli differenti (sono cioè prodotti in quantità diverse), ma sempre lavorando di concerto al fine della smobilizzazione delle riserve energetiche.
Attenzione ad allenarsi in ore serali
Terminato l’allenamento, questi ormoni rimangono nel sangue ancora per una o due ore, motivo per cui è sconsigliato allenarsi in fascia serale; può essere infatti che alcuni soggetti trovino poi difficoltà ad addormentarsi a causa dell’adrenalina che hanno ancora nel sangue.