Come la bocca influenza la postura

Bocca, occhi e piedi rappresentano i tre recettori responsabili di ogni problematica posturale. Spesso un paziente resta sorpreso quando sente dire dal posturologo che ad esempio il suo mal di schiena deriva da un’anomalia visiva, orale/dentale oppure legata ai piedi. La domanda corretta da porsi è dunque: quale recettore influenza negativamente la mia postura?

Postura e bocca

In questa sede ci soffermeremo in particolare sul ruolo della bocca, che comprende l‘Articolazione Temporo Mandibolare (ATM), la lingua, i denti e tutti quei muscoli che permettono i movimenti di apertura, chiusura e traslazione laterale. Compito del posturologo è svolgere analisi e valutazioni che consentano di capire se effettivamente sia necessario inviare il paziente all’attenzione di un dentista/ortodontista e di un osteopata. Questo perché, una volta stabilita la responsabilità del recettore bocca, la terapia dovrà essere sinergica tra i vari professionisti coinvolti.

Il posturologo osteopata

La mia duplice veste di posturologo e osteopata mi consente di lavorare maggiormente sul paziente, al fine di facilitare la funzione della bocca nel ripristino della postura e della struttura della bocca stessa. Ciò avviene operando su specifici muscoli e sulla lingua. Sarà invece compito del dentista ortodontista intervenire sulle problematiche strutturali ossee, dentali, eccetera.

Le tre classi di occlusione dentale

Se la chiusura delle due arcate dentali non avviene in maniera corretta, si parla di malocclusione, anomalia che incide pesantemente sulla postura essendo possibile causa di dolori alle spalle, al collo, alla testa. Esistono tre classi di occlusione dentale, di cui la seconda suddivisa a sua volta in due sotto classi:

1°) la prima classe è quando in sostanza non vi è una malocclusione per cui la mandibola non viene portata avanti, indietro o lateralmente.

2°)  La seconda classe consiste in uno slittamento anteriore del muro incisivo e porta normalmente sul piano frontale ad un piede cavo ed un ginocchio varo e flesso, cosa che aumenta la tensione degli extrarotatori e degli adduttori degli arti inferiori, sul piano sagittale un anteriorità dell’asse trago- troccanterico.

2°/2°) La seconda classe avanzata aumenta i parametri del contatto del muro incisivo portando la mandibola indietro, spesso a seguito della lingua che protrude in avanti spingendo gli incisivi superiori.

3°)  La terza classe dentale crea una slittamento anteriore della mandibola portando gli incisivi superiori indietro rispetto agli incisivi inferiori. Gli arti inferiori risulteranno con piede piatto e ginocchio valgo e sarà indotto un ipertono della muscolatura degli estensori del tronco con posteriorità dell’asse trago-troccanterico.

Ridare un nuovo equilibrio a questo sistema è importantissimo e si può ottenere soltanto restituendo unzionalità all’articolazione.

Lo schema di Brodie

L’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) va spesso in adattamento e viene riconosciuta come Sistema Tampone, capace di compensare molteplici stimoli causali attraverso  un bilanciamento funzionale bene espresso dallo schema di Brodie.

Secondo tale schema, le diverse strutture disposte nello spazio dipendono dalla muscolatura correlata con esse, per cui il lavoro dell’osteopata risulta essere  molto importante per riportare in equilibrio tutto il sistema complesso dell’ATM.

Vi sono poi altre condizioni che possono stressare la muscolatura del sistema ATM, quali ad esempio il polimetallismo, che crea un irrigidimento della muscolatura cervicale, la presenza eccessiva di tartaro, che provoca un’alterazione delle dinamiche elettrolitiche buccali, l’abbassamento delle dimensioni verticali dell’articolazione.

Il Bruxismo

Si tratta di una problematica ortodontica che influenza pesantemente la postura. Esistono due forme di bruxismo:  il grinding e il clenching.

Nel primo caso si assiste a un movimento ritmato di digrignamento eccentrico o latero-laterale, con conseguente perdita di contatto ritmico che a sua volta crea un abbassamento della verticale del dente, una perdita complessiva della dimensione verticale e delle stimolazioni parasimpatiche.

Nel secondo caso si assiste a un serramento completo dell’ATM senza sfregamento, con conseguente attivazione continua dell’ortosimpatico e relativa perdita del parasimpatico. Il risultato è un ipertono della muscolatura con conseguenti trigger point sulla muscolatura stessa.

In età pediatrica il bruxismo è fisiologico e non c’è da preoccuparsi, poiché si tratta di uno scarico di tensione con il quale la natura fa consumare i denti da latte fino a circa i 6-7 anni. In tal modo la mandibola continuerà a scivolare in avanti fino alla permuta dei denti con i definitivi, dopodiché intorno ai 10-12 anni il bambino dovrà però smettere di “bruxare”.

In pratica, il bruxismo crea un circolo continuo di tensione muscolare che interviene sul nostro ritmo sonno-veglia. Da svegli possono essere addentate penne o mangiate le unghie, poi però di notte interviene il bruxismo inconscio che crea un bombing di stimoli al nucleo caudale del nervo trigemino che risponde con maggiore eccitabilità ed attivazione del nervo stesso con possibile dolore, creando così alterazioni posturali importanti.

Il ruolo della lingua

Della bocca fa parte anche la lingua che il posturologo deve analizzare con attenzione attraverso specifici test. In particolare, egli deve valutare se essa svolge correttamente la sua funzione osservando:

  • il frenulo, se corto o normale, se crea impedimento alla deglutizione o meno;
  • eventuali segni laterali o una lingua seghettata, ciò identificherà uno sfregamento e una compressione all’interno dell’arcata dentale;
  • il rapporto tra labbra e deglutizione attraverso un test;
  • lo spazio eventuale presente tra i denti e come la lingua si adatta nei suoi confronti.

Quest’ultima osservazione è importante per valutare come tale spazio influenza la spinta della lingua, la formazione dei denti e quindi delle malocclusioni, una spinta più anteriore o un appoggio basso della lingua in età adulta potrebbero comportare infatti delle problematiche sugli incisivi superiori ed inferiori, sulla fonetica, e su varie tensioni cervicali, ma anche difficoltà nella deglutizione che, oltre alla funzione primaria dell’alimentarsi, serve da reset posturale, avviene in media 2000 volte al giorno e ci dà la posizione del capo nello spazio, di conseguenza il nostro corpo si adatterà alle condizioni registrate.

Test pratici fai-da-te

Immaginate di deglutire a prescindere dalla vostra posizione. Mentre lo fate i vostri denti trovano un contatto e, a seconda del contatto trovato, trasmettono la posizione del capo nello spazio e come il resto del corpo modulerà la sua postura.

Fate un test: portate il viso verso l’alto e sentite dove si sposta la mandibola, indietro vero?

Ora guardate per terra e sentite dove va la mandibola, in avanti giusto?

Ora provate inclinando la testa a destra e a sinistra, scivola lateralmente corretto?

Ora per ogni posizione provate a deglutire e sentirete dei micro movimenti della muscolatura che si rilassa o si contrae, modulando le tensioni muscolari; questo reset avviene sempre, ma viene registrato con ogni deglutizione.

Ora immaginate di avere un dente mancante o una problematica linguale o una malocclusione oppure una classe dentale diversa dalla fisiologica, cosa accade?

Accade che, ogni volta che compio una deglutizione e i denti trovano il contatto, la registrazione è alterata dalle problematiche della struttura quindi avrò tensioni al collo, pur non avendo nulla al collo, oppure alle spalle, oppure a qualunque altra parte del nostro corpo, ma il problema non è lì, lì c’è solo il sintomo.

Conclusioni

L’Osteopata ed il Posturologo si occupano di trovare la causa ed il recettore colpevole delle problematiche posturali e del dolore che ne consegue, poi ovviamente a seconda del problema rilevato (Occhio, Piede, Bocca) forniscono esercizi propriocettivi specifici per ripristinare sensibilità al recettore e collaborano con lo Specialista di riferimento per la risoluzione del problema.

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