Fibrillazione atriale: l’aritmia più diffusa

La Fibrillazione Atriale (FA) è il disturbo cronico del ritmo cardiaco più frequente. E’ l’aritmia più diffusa nella popolazione generale (interessa il 2% circa) e la sua prevalenza tende a crescere con l’aumentare dell’età. Si parla di fibrillazione atriale quando il battito cardiaco diventa irregolare e, spesso, accelerato (tachiaritmia). Ciò può causare sintomi quali palpitazioni cardiache, affaticamento e affanno.

Fibrillazione Atriale: età e frequenza

Tra le persone di età maggiore di 40 anni, una su quattro potrà presentare nel corso della vita un episodio di Fibrillazione Atriale. A volte, può essere un evento unico, altre volte l’aritmia tende a ricorrere. Soprattutto nelle fasi iniziali, gli episodi tendono ad interrompersi spontaneamente nel giro di un paio di giorni. Successivamente, la loro durata aumenta e saranno necessari interventi esterni per determinarne l’arresto.

I soggetti affetti da questa aritmia presentano una probabilità da cinque a sette volte maggiore di formazione di coaguli di sangue e di avere un ictus.

Quando si verifica

La Fibrillazione Atriale si verifica nel momento in cui le camere superiori del cuore, gli atri, non si contraggono in maniera sincrona e per questo fibrillano, cioè battono in modo molto rapido e irregolare.

In seguito a questo, l’attività elettrica degli atri è completamente disorganizzata e non corrisponde ad un’attività meccanica efficace. Il sangue non viene pompato in modo efficiente al resto del corpo, di conseguenza ci si può sentire molto deboli o stanchi oppure riscontrare sensazioni cardiache fastidiose (battito cardiaco accelerato o irregolare).

Caratteristiche e sintomi

Le caratteristiche della Fibrillazione Atriale variano da individuo a individuo.

Alcune persone non manifestano alcun sintomo, spesso per anni, mentre per altre i sintomi cambiano di giorno in giorno. Un dispositivo di monitoraggio continuo, l’Holter cardiaco, può fornire al medico un quadro clinico più completo, mettendolo in condizione di attuare la terapia farmacologica più adeguata.

Pur non essendo un’aritmia di per sé pericolosa per la vita, può esporre a complicanze molto invalidanti. Può, infatti, provocare un ictus o uno scompenso cardiaco e avere un impatto negativo sulla qualità della vita. La fibrillazione atriale può essere trattata farmacologicamente, con la cardioversione (una particolare scarica elettrica), l’ablazione transcatetere o l’ablazione chirurgica.

I 3 tipi di fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale può essere:

  • Parossistica, quando è di durata variabile, da pochi minuti a diversi giorni (massimo una settimana), ma che si risolve in maniera spontanea.
  • Persistente, quando non si risolve spontaneamente, ma è necessaria la somministrazione di terapia farmacologica o l’erogazione di una particolare scarica elettrica (cardioversione) per ripristinare il normale ritmo cardiaco.
  • Permanente, quando è continuamente presente e non si risolve né con la terapia farmacologica né con la cardioversione.

Gian Marco Pesce

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