Quando i farmaci non si rivelano efficaci, nei confronti della Fibrillazione Atriale (FA) è consigliata la crioablazione, intervento molto più veloce rispetto alla radiofrequenza a caldo.
I numeri della FA
La Fibrillazione Atriale colpisce un over 80 su dieci e, tra i 50 e i 60 anni, colpisce una persona ogni duecento. Questi numeri fanno della fibrillazione atriale, la cui incidenza aumenta con l’avanzare dell’età, il disturbo del ritmo cardiaco più diffuso in assoluto.
Sintomi e rischi legati alla FA
Il cuore di chi ne soffre batte in maniera disordinata – troppo velocemente o troppo lentamente – cosa che può causare palpitazioni, ridotta resistenza agli sforzi fisici e, in generale, un peggioramento della qualità della vita.
Inoltre, il ristagno di sangue che la malattia può provocare favorisce la formazione di coaguli che, se entrano in circolo, possono dare origine a trombosi e, in un secondo momento, a un problema particolarmente serio, quale l’ictus ischemico cerebrale.
Tra le persone che soffrono di fibrillazione atriale, a essere maggiormente a rischio di ictus sono le donne. Inoltre, quando tale disturbo determina l’accelerazione del battito del cuore può diventare causa di scompenso cardiaco.
Le forme di FA
Esistono due forme di Fibrillazione Atriale:
- una correlata a una cardiopatia (ipertensiva, ischemica o valvolare aortica o mitralica),
- l’altra non riconducibile ad alcuna patologia, ma semplicemente ad un “cortocircuito” elettrico del cuore.
La FA può anche non presentare alcun sintomo.
Trattamento farmacologico della FA
Inizialmente, la cura di questo disturbo si basa sull’uso di farmaci:
- antiaritmici da un lato, per far tornare il cuore a battere alla corretta velocità,
- anticoagulanti dall’altro, per evitare la formazione di coaguli che possono causare trombosi.
Pur riducendo il rischio di ictus ischemico, questi medicinali che fluidificano il sangue espongono a un pericolo superiore in caso di emorragia (conseguente, per esempio, a incidenti o traumi) e possono comportare limitazioni alla vita quotidiana.
Trattamento non farmacologico della FA: la crioablazione
Nei casi in cui la cura antiaritmica non si riveli efficace si fa ricorso al trattamento non farmacologico.
La tecnica più recente nel campo è la crioablazione, ideata in Canada alla fine dello scorso decennio e che sfrutta l’energia del freddo.
Attraverso un sottile catetere inserito nella vena femorale viene fatto scorrere un palloncino fino a raggiungere l’atrio sinistro del cuore, nella zona in cui si trovano i tessuti che sono responsabili dell’aritmia.
Successivamente, con un gas si provoca il raffreddamento del palloncino, la cui temperatura è portata fino a -40°C / -50°C per 3-4 minuti. Tale operazione va eseguita su tutte le quattro aree del cuore da cui ha origine il disturbo.
In questo modo, i tessuti che causano la fibrillazione atriale vengono isolati e il cortocircuito elettrico è risolto. In totale, l’intervento dura al massimo un’ora e mezza.
La radiofrequenza a caldo
Ben più lunga, invece, è la tecnica dell’ablazione con radiofrequenza “a caldo” trans catetere, che richiede da tre fino a quattro ore (se fatta bene).
Anche in questo caso vi è sempre l’inserimento di un catetere per via femorale, tramite il quale sono trasmesse onde radio che, una volta raggiunti i tessuti che provocano l’aritmia, determinano il surriscaldamento ed il conseguente isolamento di essi.
Vantaggi della crioablazione
Sia l’ablazione con radiofrequenza che la crioablazione si basano dunque sullo stesso principio (l’isolamento dei tessuti che causano il cortocircuito elettrico), anche se per realizzare tale isolamento fanno ricorso a strumenti diversi.
In confronto alla classica ablazione a caldo, la crioablazione, oltre a essere più veloce, determina anche meno complicanze. Inoltre, presenta un rischio inferiore di recidive e prevede un recupero post operatorio più rapido. Per quel che concerne le percentuali di successo, infine, tali metodiche si equivalgono.
Indicazioni all’ablazione in caso di FA
L’ablazione, sia quella a caldo sia quella a freddo, è particolarmente indicata per persone con meno di 75 anni che presentano i sintomi della Fibrillazione Atriale su cui, però, la terapia farmacologica non sortisca effetti.
Le ultime linee guida internazionali suggeriscono queste operazioni come alternativa alla cura a base di medicinali anche a pazienti con un’elevata aspettativa di vita, così da evitare loro l’utilizzo di medicinali per lunghi periodi di tempo.