Dott. Arcidiacono, cosa s’intende per fibrillazione atriale e quali sono i sintomi da cogliere?
E’ un disturbo elettrico altamente emboligeno che può condurre all’ictus cerebrale. Colpisce un paziente su quattro di età superiore ai 40 anni e rappresenta almeno l’80% di tutte le aritmie cardiache. Purtroppo può essere del tutto asintomatica e rilevata solo a seguito di esame obiettivo del medico o di situazioni emergenziali. In ogni caso, i sintomi più comuni sono: palpitazioni, ossia sensazioni di cuore in gola, battito cardiaco irregolare o anomalo/tuffo al cuore, debolezza, stordimento, confusione, difficoltà respiratorie. Se trascurata comporta una ischemia a secondo della zona che colpisce il coagulo di sangue, con ripercussioni su braccia, mani, gambe, parola, eccetera.
Quali sono i moderni strumenti a disposizione per scovare la fibrillazione atriale?
Per scovarla è necessario sottoporsi a un comune elettrocardiogramma (ECG) oppure a un holter di 24 ore per approfondire l’indagine. Più modernamente è possibile impiantare un Reveal, un piccolo monitor cardiaco sottocutaneo che registra fino a tre anni l’andamento cardiaco del paziente, il quale, qualora avvertisse dei sintomi, può trasmettere i dati mediante un apposito apparecchio al centro ospedaliero di riferimento.
Quali sono le terapie attuali in tema di fibrillazione atriale?
Abbiamo a disposizione sostanzialmente due terapie. La cosiddetta TAO è la classica terapia anticoagulante orale, con continui aggiustamenti posologici dei farmaci dicumarolici o anti-vitamina k. C’è poi la cosiddetta NAO, terapia basata su nuovi anticoagulanti orali, indicata solo nella fibrillazione atriale non valvolare, molto più facile nella gestione e più efficace nella prevenzione dell’ictus.
Quali sono i pro e i contro di questa nuova terapia?
I pro sono: nessuna interferenza con i farmaci più comuni usati né con gli alimenti, riduzione del rischio di ictus dal 30 al 35% rispetto ai dicumarolici della TAO. L’unico vero contro è che si tratta di una terapia costosa, motivo per cui auspico possa essere distribuita a tutti i pazienti abbandonando la vecchia, seppur “grande”, terapia TAO, quando la NAO possa risultare più efficace.