Colon irritabile: cause e soluzioni

Il colon rappresenta il tratto finale dell’apparato digerente e assolve la funzione di assorbire acqua e sali, oltre a quella fondamentale di far avanzare ciò che transita al suo interno attraverso contrazioni segmentarie e propulsive, così che possa giungere al retto e fuoriuscire dall’ano con la defecazione.  Il colon può irritarsi e in questo caso si parla di sindrome del colon irritabile, appunto sindrome e non malattia, dal momento che non vi è un danno organico, ma il disturbo si manifesta attraverso un insieme di sintomi dovuti a cause diverse. Tale sindrome colpisce circa il 15% della popolazione adulta in Italia, con le donne che ne soffrono in misura doppia rispetto agli uomini. E’ frequente anche in età scolare, arrivando ad interessare fino al 15% dei bambini e al 35% degli adolescenti.  

Colon irritabile: sintomi e cause

Dolori, crampi, gonfiore addominale, stitichezza o diarrea sono i sintomi tipici del colon irritabile. Si tratta di sintomi tipici anche di alcune malattie intestinali, per cui è fondamentale esclude la presenza di queste malattie per potere arrivare a una corretta diagnosi. Ma perché il colon si irrita? Alimentazione, stile di vita, stress e fattori ambientali sono tutte possibili cause. Il colon può irritarsi anche come conseguenza di un’infezione intestinale o dell’assunzione di farmaci antiinfiammatori o antibiotici.

Colon irritabile: il ruolo dell’alimentazione

Se riuscire ad avere una vita meno stressante non è così facile, lo è sicuramente di più intervenire sull’alimentazione, quando ci si rende conto che alcuni cibi favoriscono i sintomi del colon irritabile (più del 60% di coloro che ne soffrono rileva un aumento dei sintomi dopo aver mangiato alcuni cibi). Tutti gli alimenti ricchi di fibre che provocano fermentazione, come i farinacei e i legumi, andrebbero consumati con moderazione, così come cibi fritti, grassi e processati che possono provocare gonfiore addominale. Anche con alcool, caffè, bevande gassate e cibi piccanti non bisogna assolutamente esagerare. Va considerato che, al di là di queste indicazioni generali, ogni paziente è diverso: a qualcuno possono dare fastidio i peperoni, ad altri i pomodori. Ecco perché è importante fare attenzione a ciò che si è mangiato prima che si manifestassero i sintomi tipici del colon irritabile. Gli alimenti, invece, da prediligere sono: riso, pasta, carne, pesce, pollo, uova, formaggi stagionati, zucchine, carote, bieta, spinaci e finocchi. In generale, vanno evitati gli alimenti ricchi di zuccheri che, una volta digeriti, restano nell’intestino richiamando acqua (hanno proprietà osmotica). La loro sovra-fermentazione è ciò che causa i disturbi.

Porzioni e orari

La grandezza delle porzioni è importante: mangiare troppo, fare spuntini troppo frequenti o consumare pasti troppo abbondanti può peggiorare i sintomi tipici del colon irritabile. Anche il timing dei pasti, ovvero i tempi di assunzione degli alimenti, sembra avere un ruolo molto importante. Oltre a mangiare lentamente e frazionare l’alimentazione, risulta infatti decisivo mangiare di più al mattino e a pranzo, meno alla sera.

Intestino secondo cervello

Le scelte alimentari non influenzano solo l’intestino, ma hanno anche un potente impatto sul cervello e sul sistema nervoso. L’intestino, infatti, viene chiamato anche “secondo cervello”. Il 90% della serotonina del corpo viene prodotta nell’intestino e livelli alterati di serotonina si collegano alla proprio sindrome del colon irritabile. La serotonina è un importante neurotrasmettitore coinvolto nel senso di benessere, nei cambi d’umore, nella percezione del dolore e nell’intestino ha un potente effetto regolatore sulla motilità intestinale. I livelli di serotonina, inoltre, influenzano la memoria ed il sonno. Tutto questo evidenzia come uno stile di vita sano, nella maggior parte dei casi, porta benefici alle persone che soffrono di sindrome del colon irritabile.

Stipsi o diarrea: cosa cambia

Abbiamo detto di come il colon irritabile si accompagni in genere a stipsi (stitichezza) o diarrea. In questi casi, è necessario intervenire in maniera differente. In caso di stipsi è fondamentale bere almeno 2 litri di acqua al giorno (che possono arrivare a 3 in estate), ma anche introdurre fibre che, unite all’acqua, accrescono la massa delle feci e ne favoriscono il transito. Abbiamo anche detto, però, che le fibre favoriscono la fermentazione per cui chi soffre di colon irritabile associato a stipsi deve consumarle con moderazione (bastano 50 grammi al giorno). Se invece a prevalere sono gli attacchi diarroici, bisogna intervenire con farmaci ad hoc, integratori di sali minerali ma soprattutto di fermenti probiotici, così da ristabilire la salute della flora batterica). Secondo recenti studi proprio la flora batterica potrebbe avere un ruolo notevole nella sindrome del colon irritabile e preservarne l’equilibrio potrebbe migliorare la condizione generale dei pazienti.

La Redazione in collaborazione con il Dr. Mattia Pizzi – Chirurgo generale, Proctologo, Gastroenterologo

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