Artrosi di ginocchio: quali soluzioni prima della protesi?

L’artrosi è il nemico numero uno delle nostre articolazioni e il ginocchio è l’articolazione che ne è più spesso colpita. Si tratta di una malattia molto comune che non riguarda solo gli anziani (per quanto un over 65 su due soffra di artrosi di ginocchio) e di natura non puramente meccanica. Cosa aiuta, come pronto intervento, ad alleviare i dolori? Quali soluzioni sono possibili prima di pensare alla protesi?

Cos’è l’artrosi

Ogni articolazione (l’insieme di strutture che regolano la connessione tra due o più superfici ossee) è dotata di cartilagine che ha il compito di mantenere elastica e proteggere l’articolazione stessa. Quando si innesca un processo artrosico, il sottile strato di cartilagine che riveste le ossa (ricordiamo che il ginocchio è un’articolazione formata dall’incontro di 3 ossa: femore, tibia e rotula) viene progressivamente eroso, causando lo sfregamento tra le ossa coinvolte.

Cause dell’artrosi

L’artrosi del ginocchio (gonartrosi) anzitutto va distinta in monoarticolare,che coinvolge cioe’ una sola area articolare del ginocchio (femoro-tibiale mediale o laterale o femoro-rotulea) o in panartrosi ,quando interessa tutti i distretti del ginocchio.

Puo’ essere determinata da diverse cause:

  • Anatomiche (conformazione originale del ginocchio:varo-valgo…)
  • Meccaniche: sovraccarichi o sollecitazioni nn corrette dovute ad attivita’ lavorativa o sportiva
  • Traumatiche: traumi pregressi che hanno deteminato lesioni meniscali,legamentose,cartilaginee o fratture
  • Iatrogene: pregressi interventi chirurgici
  • Patologiche: pazienti affetti da malattie reumatiche

Esiste poi  anche una componente genetica, eventualmente unita ad infiammazioni presenti nel corpo e condizioni di stress generalizzato. Infine , esiste una chiara correlazione tra sovrappeso e artrosi, in quanto il grasso in eccesso è causa di uno stato infiammatorio che favorisce l’insorgenza di artrosi.

Sintomi dell’artrosi di ginocchio

L’artrosi di ginocchio si presenta in modo diverso a seconda dello stadio, ma solo il 30% di chi ne soffre presenta dolori costanti.

Si tratta, quindi, di una patologia potenzialmente subdola, in cui la sottovalutazione dei sintomi, magari poco frequenti e tutto sommato sopportabili, ritarda la presa in carico del problema e la sua soluzione.

I tipici campanelli d’allarme sono: dolori sordi o pungenti, dolore mattutino con i primi movimenti, dolore da affaticamento (ad esempio se si sta a lungo in piedi), dolore da carico o continuo nello stadio avanzato, mobilità limitata. Dolore nello svolgimento di alcune attivita’ quotidiane , ad esempio scale (soprattutto a scendere) , in posizione seduta quando il ginocchio viene mantenuto a lungo in posizione piegata. Il dolore puo’  poi gradualmente peggiorare limitando l’autonomia del paziente e condizionandone la qualita’della vita .

Sintomi accessori possono essere una progressiva sensazione di rigidita’ articolare e il gonfiore,determinato da una produzione eccessiva di liquido sinoviale da parte dell’articolazione

Artrosi di ginocchio: come prevenire e alleviare i dolori con il movimento

Rafforzare i muscoli della coscia riduce senza dubbio il rischio di artrosi, anche perché se i muscoli sono deboli le articolazioni sono più sollecitate. Fare attività fisica in maniera regolare aiuta sia come prevenzione sia come terapia fai-da-te per alleviare i dolori. Non tutte le attivita’ pero’ sono compatibili con un quadro di gonartrosi iniziale o internedia.

Quale attività è pertanto consigliabile svolgeree? Questo va valutato caso per caso, in base alle alle caratteristiche del paziente,alla conformazione del suo ginocchio alle specifiche  abitudini/attitudini, , consultandosi con lo specialista ortopedico.

In ogni caso sono da preferire le attività fisiche in scarico,che evitino quindi il sovraccarico dell’articolazione :anzitutto  le attività in acqua, quali nuoto in stile libero, aquafit, aquacycling Fuori dall’acqua, invece sono ideali soprattutto sport come la bicicletta o la cyclette,ma ad esempio non lo spinning..

Il rinforzo dei muscoli della coscia va fatto a ginocchio rigorosamente esteso,sollevando pesi posizionati sulla caviglia (esercizi in isometria)  .Va molto bene l’ellittica.Sono da evitare o limitare la pressa,lo step ;il leg-extensor va limitato ai gradi ultimi di estensione.

E’ molto utile associare esercizi di stretching dei muscoli della coscia per prevenire l’irrigidimento articolare e l’accorciamento dei muscoli stessi.

Nella vita quotidiana vanno ridotte le scale, i dislivelli,le camminate su terreni sconnessi ,le accosciate .

Cosa fare al di là dello sport

In presenza di dolore acuto è molto utile la crioterapia (applicazione di borsa del ghiaccio più volte al giorno. Se proprio non se ne può fare a meno, è possibile ricorrere ai comuni antiinfiammatori, ma senza abusarne.

E’ poi importante affidarsi ad uno specialista che inquadri esattamente il problema e imposti una adeguata terapia

Trattamento Non chirurgico

Il trattamento conservativo della gonartrosi si basa su tre fondamentali capisaldi:

  • Fisioterapia e idrochinesiterapia
  • Riduzione o controllo del peso corporeo
  • Terapia infiltrativa

La fisioterapia (da enfatizzare il ruolo di quella in acqua o idrochinesiterapia) ,deve agire ,come abbiamo detto,su riequilibrio e rinforzo muscolare ,elasticizzazione .

Correzione di posture viziate sbagliate o squilibri muscolari, mobilizzazione e rilassamento (spesso anche le tensioni causano dolori).

Come gia’ detto ,la’ dove necessario, una dieta ipocalorica finalizzata a ridurre il grasso in eccesso (BMI) , è fondamentale.

La terapia infiltrativa si basa su tre tipologie diverse :

  • Acido ialuronico
  • Fattori di Crescita(PRP)
  • Cellule staminali

L’acido ialuronico rappresenta la prima frontiera. L’uso di acidi ialuronici ad alto peso molecolare o cross-linkati,che prevedono una , massimo due infiltrazioni ogni 10-12 mesi puo’ sicuramente aiutare nel controllo della sintomatologia dolorosa.

Trattamenti successivi ,nei casi in cui l’acido ialuronico non desse risultati ,possono essere rappresentati dai PRP (piastrine ottenute dalla centrifuga del sangue del paziente prelevato per via endovenosa) o dalle cellule staminali ottenute o dal tessuto adiposo dell’addome (lipogems) o dal bacino.

E’ importante sottolineare che nessuna di queste terapie è in grado di rigenerare cartilagine, ,ma tutte mirano ad un miglioramento dell’ambiente articolare e quindi ad un controllo del dolore con un incremento della qualità della prestazione che il ginocchio può fornire

La terapia infiltrativa va comunque associata agli altri provvedimenti terapeutici a cui abbiamo accennato in precedenza

Quale chirurgia prima della  protesi ?

La protesi va sempre considerata come soluzione finale: quando cioè l’invalidità è tale da ridurre in modo significativo la qualità della vita del paziente.

Bisogna infatti ricordare che con una protesi di ginocchio sono concesse attività sportive base (nuoto,bicicletta,golf,camminate in piano) , che le protesi hanno una durata (mediamente 15 anni) e che è un trattamento chirurgico non esente da possibili complicanze.

E’ quindi indicata in pazienti più anziani ,con minori esigenze funzionali o in soggetti che hanno una grave compromissione della qualità della vita quotidiana.

Prima della protesi ,la’ dove è necessario intervenire perché la terapia conservativa non ha sortito effetti,  esistono soluzioni chirurgiche che possono dare ottimi risultati e restituire il paziente ad una buona qualita’ di vita e ad un adeguato livello di attivita’.

Si possono infatti eseguire interventi in artroscopia di debridement (pulizia articolare) nel caso sia necessario recuperare l’estensione e il movimento del ginocchio,oppure di correzione dell’asse (osteotomie) quando ci si trova di fronte a ginocchia che a causa dell’artrosi hanno peggiorato la loro conformazione , diventando vare o valghe in modo patologico.

Si sta inoltre studiando ,nei casi in cui l’artrosi sia stata provocata da precedenti interventi di asportazione del menisco, l’uso di spaziatori in materiale elastico,da inserire nel ginocchio al posto del menisco,in modo da fare da cuscinetto e da ammortizzatore.

In alcuni pazienti infine , quando il dolore è determinato dal cedimento del menisco ,che non si rompe,ma semplicemente si sposta verso l’esterno del ginocchio,creando un sovraccarico, si stanno utilizzando tecniche di riposizionamento del menisco stesso,che dovrebbero riportare il ginocchio ad una condizione di minore sofferenza.

Dott. Massimo Berruto -Ortopedia – Chirurgia Articolare del Ginocchio

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