Chirurgia Implantare, tante soluzioni per recuperare una dentatura funzionale

 

articolo

La Chirurgia Implantare è quella sotto branca della odontoiatria che comprende tutte tecniche chirurgiche per ovviare alla mancanza totale o parziale di denti (edentulia). Essa prevede l’inserimento nelle ossa mascellari o mandibolari di impianti che facciano da sostegno come radici ai denti artificiali sostitutivi.

 Il materiale oggi comunemente utilizzato è il titanio, un metallo in grado di evitare potenziali reazioni di rigetto da parte del corpo grazie alle sue caratteristiche di forte biocompatibilità ed osteointegrazione, cosa che ha consentito di passare dai protocolli di Implantologia a carico differito a quelli di Implantologia a carico immediato. La chirurgia implantare può anche essere iuxtaossea, cioè prevedere una griglia posizionata tra osso e periostio, ma la più utilizzata resta quella endo-ossea (od osteointegrata), poichè mini-invasiva, con risultati garantiti a lungo termine e possibile anche in presenza di parodontite, previa attenta valutazione del caso.

La chirurgia rigenerativa

A volte l’inserimento degli impianti risulta impossibile o difficoltoso perché l’osso circostante è deteriorato, ma anche in questi casi la chirurgia impiantare non si perde d’animo, prevedendo una fase preliminare di chirurgia rigenerativa, che precede quella propriamente implantare. Utilizzando osso autologo (cioè derivato da prelievi fatti dal paziente stesso), oppure osso artificiale, si procede a una rigenerazione ossea, al rialzo del seno mascellare e/o delle cavità nasali, il tutto coadiuvato da membrane riassorbibili/non riassorbibili e placche da osteosintesi in titanio.

E’ preferibile fare uso di osso autologo in quanto ciò accresce grandemente la probabilità di integrazione degli innesti, con minimo fastidio post-operatorio per il paziente.

Quando però non è possibile, si surroga con sintetico e biocompatibile, a cui viene mixato soltanto una ridottissima quantità di osso prelevata dal foro in cui verrà inserito l’impianto dentale. Questa procedura, combinata all’irrorazione del sangue osseo del paziente trattato, consente l’integrazione dell’osso artificiale con gli osteoblasti dell’osso danneggiato, dando così vita a una vera e propria fusione. Gli osteoblasti, tra le diverse cellule ossee, sono quelle chiamate a produrre la matrice organica del tessuto osseo stesso.

Il carico immediato

In  conclusione, torniamo a parlare del carico immediato, la grande rivoluzione più recente in materia di chirurgia implantare. Nell’ultimo ventennio essa è diventata la preferita dagli operatori del settore e dai pazienti per il rapido recupero della funzione  masticatoria e per la riduzione dei tempi di attesa: lo stesso giorno in cui vengono posizionati gli impianti o al massimo il giorno seguente vengono infatti posizionati i denti. Con il carico differito, è invece necessario attendere dai 4 ai 6 mesi. E’ un intervento ideale per i portatori di protesi mobili e per coloro che hanno una situazione molto compromessa. L’impianto a carico immediato è pressoché definitivo, anche se per cautela la garanzia viene in genere limitata a 10 anni.

Dott. Edoardo Anelli

Condividi su