Il tumore del colon retto è tra i più diffusi.
Oggi è possibile prevenire l’insorgenza di questa neoplasia del grosso intestino, effettuando programmi di screening oncologici mediante la ricerca del sangue occulto nelle feci nei soggetti maggiori di 50 anni (in caso di positività a questo esame verrà eseguita una successiva colonscopia)
I tumori del colon – retto: quali sono le cause ?
Il tumore del colon si sviluppa nell’intestino crasso o grosso intestino , invece il tumore del retto si svilippa appunto nel retto che costituisce il tratto terminale del grosso intestino situato subito al di sopra dell’ano ed ha una lunghezza variabile tra i 12 e 15 cm.
Dal punto di vista statistico il tumore del colon si sviluppa più di frequente rispetto al tumore del retto e ne sono affetti più gli uomini che le donne.
La maggior parte dei tumori si sviluppa a partire dai “polipi” del colon che sono definiti come delle escrescenze benigne della mucosa del viscere dovute alla crescita anomala e incontrollata delle cellule di un piccolo tratto di mucosa e possono diventare nei tempo più voluminosi; essi costituiscono una condizione di precancerosi, che con il passare del tempo (solitamente tra i 5 e 15 anni) possono divenire maligne ovverossia degli adenocarcinomi
Tra le cause di questo tumore vi sono:
- fattori nutrizionali ( dieta ad alto contenuto di grassi e proteine animali e povera di fibre )
- obesità e sovrappeso
- Fattori genetici: è possibile ereditare la predisposizione ad ammalarsi di tumore del colon-retto se nella famiglia d’origine si sono manifestate malattie come le poliposi adenomatose ereditarie (tra cui per esempio l’adenomatosi poliposa familiare, o FAP, ) e il carcinoma ereditario del colon-retto su base non poliposica (detto anche HNPCC o sindrome di Lynch). Si tratta di malattie ereditarie trasmesse da genitori portatori di specifiche alterazioni genetiche e possono anche non dar luogo ad alcun sintomo. Inoltre si stima che la probabilità di sviluppare un tumore del colon-retto aumenti di due o tre volte nei parenti di primo grado di una persona affetta da cancro o da polipi del grosso intestino, anche se non affetta da sindromi ereditarie riconosciute.
- Fattori non ereditari: età (l’incidenza è superiore nelle persone anziane), fumo, la sedentarietà, le malattie infiammatorie croniche intestinali (come la rettocolite ulcerosa e il morbo di Crohn), una storia clinica passata di polipi del colon o un pregresso tumore del colon-retto.
I tumori del colon – retto: i sintomi
La malattia colpisce generalmente soggetti a partire dai 60 anni.
Questo tipo di cancro può essere inizialmente asintomatico, sopratutto se molto piccolo
Il paziente dovrà sottoporsi ad accertamenti se dovessero presentarsi i seguenti sintomi:
- perdita di sangue dal retto
- cambiamento delle feci (in forma e consistenza)
- dolore addominale
- diarrea o stipsi persistenti
- anemia riscontrata dopo prelievo di sangue
- affaticamento e debolezza
- dolore in caso di evacuazione
- perdita di peso
- mancanza di appetito
Come si effettua la diagnosi del tumore colorettale?
Diagnosticare in tempo la presenza di carcinomi, nello stadio iniziale, significa ridurre il tasso di mortalità per questo tumore.
Vi sono come già visto dei Programmi di screening fatti sulla popolazione a partite dai 50 anni di età utili per diagnosticare precocemente la malattia ed iniziare una possibile cura del tumore del colon-retto.
Prima di effettuare degli esami diagnostici, è opportuno che il medico prenda informazioni in merito alla storia clinica del paziente.
E’ necessario che visiti l’individuo effettuando una palpazione dell’addome per cercare eventuali masse intestinali ed effettui una esplorazione rettale.
Al paziente verranno successivamente consigliati degli esami da eseguire per verificare lo sviluppo del tumore, quali:
- colonscopia ( con eventuale esame istologico di lesioni sospette )
- colonscopia virtuale (colon TC)
- esami delle feci
- analisi del sangue
- analisi del DNA tumorale nelle feci (valutare se è presente materiale genetico di origine tumorale)
- esami di stadiazione (TC dell’addome e del torace , risonanza magnetica dell’addome inferiore ed ecografia trananale , questi due ultimi esami in caso di tumore del retto )
La colonscopia è un esame endoscopico, attraverso questo esame è possibile visionare il colon internamente.
E’ un esame semplice che necessità tuttavia ,per una buona riuscita ,di una perfetta preparazion intestinale ( prima dell’esame bisogna seguire una dieta senza scorie ed assumere uno speciale purgante )
La durata dell’esame è di circa 15 minuti.
La colonscopia virtuale, invece, è una TAC capace di riprodurre l’interno del colon, grazie ad un software ad alta tecnologia .
E’ una tecnica radiologica non invasiva, che permette un’ottima definizione del viscere ma che non offre la possibilità di eseguire eventuali biopsie.
I tumori del colon – retto: come trattarli
Se diagnosticato in tempo, il tumore del colon retto ha maggiori possibilità di essere curato con una guarigione duratura nel tempo .
Per far sì che questo accada è necessario asportarlo chirurgicamente prima della sua diffusione.
L’intervento chirurgico effettuabile dovrà essere una resezione più o meno ampia del tratto di intestino dove è presente il tumore: emicolectomia destra, emicolectomia sinistra, sigmoidectomia, resezione anteriore del retto, amputazione addomino perineale del retto.
Questi interventi possono essere eseguiti con tecnica tradizionale ( laparotomica ) o mediante chirurgia minivasiva ( laparoscopia o chirurgia robotica ).
I risultati in termini di complicanze e recidive sono sovrapponibili.
La resezione anteriore del retto prevede solitamente il confezionamento di una stomia ( con fuoriscita delle feci dall’addome ) ileo o colostomia solitamente temporanea.
In caso di amputazione addomino perineale del retto ( eseguita ormai raramente per tumori ultrabassi del retto ) invece la colostomia è defintiva
Nel caso di tumori del retto o tumori del colon avanzati o con metastasi a distanza , la chirurgia è preceduta da chemioterapia e radioterapia, per ridurre le dimensioni della neoplasia ( terapia neoadiuvante )
La chemioterapia, dopo l’intervento chirurgico invece, può prolungare la sopravvivenza del paziente ed è utile per prevenire recidive .
Questo trattamento viene chiamato chemioterapia adiuvante.
La chemioterapia prevede che venga somministrato un solo farmaco o la combinazione di più farmaci , secondo collaudati protocolli terapeutici e viene effettuata dai medici oncologi.
La Redazione
Dr. Corrado Bottini –Chirurgia Generale, Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso, Coloproctologia
SI PREGA DI INDICARE IL PROPRIO NOME E QUELLO DEL DESTINARIO DELLA RICHIESTA.
Le richieste saranno inoltrate al medico o professionista sanitario il quale risponderà direttamente. DossierSalute.com non è responsabile di tardive o mancate risposte.