Stipsi e Ostruita Defecazione: differenze e trattamenti

La stipsi (o stitichezza) è un disturbo sempre più diffuso a causa, soprattutto, di cattive abitudini alimentari e in generale stile di vita. Tecnicamente, non si tratta di una malattia, ma di un sintomo comune a molte malattie. Premesso che è impossibile indicare una frequenza normale di defecazione (trattandosi di qualcosa di molto soggettivo) si parla di stipsi in presenza di evacuazioni non frequenti e/o del transito difficoltoso delle feci per almeno 3 mesi. 

Cause e diagnosi di stipsi

Come accennato, le cause vanno ricercate nella maggior parte dei casi nello stile di vita, ma alla base possono esserci anche uso di farmaci, malattie connettivali, batteriche, metaboliche, neurologiche o disturbi psichiatrici. Per giungere a una diagnosi è fondamentale il colloquio con il medico proctologo, accompagnato da una visita completa di esplorazione rettale e anoscopia. In aggiunta, sono possibili alcuni esami diagnostici mirati.

Trattamento della stipsi

Risolvere problemi di stitichezza non è sempre facile, in particolare nei casi cronici, ma non è impossibile. E’ necessario individuarne la causa e modificare atteggiamenti comportamentali con grande forza di volontà, un po’ come quando si decide di mettersi a dieta per dimagrire. A proposito di dieta, tassativo sarà prevedere almeno 20 grammi di fibre al giorno (frutta, verdura, cereali integrali, crusca, ecc.) ed integrare i pasti quotidiani con probiotici e prebiotici, di cui sia stata evidenziata l’efficacia sulla motilità intestinale. Inoltre, tra gli altri consigli che lo specialista saprà fornire, vi sono quelli di evitare lassativi e purganti, idratarsi con almeno 2 litri di acqua al giorno, dire stop alla sedentarietà, ma, anzi, svolgere un’attività fisica che rinforzi la muscolatura addominale, e valutare l’opportunità di svolgere terapia di biofeedback per recuperare percezione e utilizzo corretti del pavimento pelvico e della zona anorettale.

Ostruita Defecazione: quando non è stipsi

Non sempre quella che si percepisce come stipsi è tale. Esiste, infatti, la ODS, dall’acronimo inglese che in italiano si traduce in “Sindrome da Defecazione Ostruita”, che non è correlata all’alimentazione e alle abitudini malsane alla base di molti casi di stitichezza comune. La manifestazione è la stessa, cioè la difficoltà/impossibilità ad evacuare normalmente, ma si verifica a seguito del cedimento della parete del retto che tende a protrudere in vagina….

Ostruita Defecazione: cause e sintomi

Le cause possono essere di natura funzionale (dissinergia del pavimento pelvico) od organica (rettocele, invaginazione rettale, prolasso mucoso del retto, perineo discendente, ulcera solitaria del retto), quindi come conseguenza di altra patologia. I sintomi più evidenti, oltre alla difficoltà ad andare di corpo, sono la sensazione di non completa evacuazione, la necessità di spingere eccessivamente restando a lungo sul water, dolore rettale, perdita involontaria di feci, necessità di assumere lassativi o fare clisteri per favorire l’espulsione, senso di peso vaginale.

Ostruita Defecazione: diagnosi e trattamento

Per fare diagnosi di ODS, innanzitutto va escluso che si tratti di semplice stipsi. Se il paziente si alimenta in maniera adeguata e conduce una vita priva di quelle cattive abitudini che possono favorire la stipsi, ecco che deve accendersi il campanello d’allarme. La presenza dei sintomi tipici da Defecazione Ostruita necessita sempre di una valutazione specialistica coloproctologica, servendosi di metodiche diagnostiche morfologiche (defecografia) e funzionali (manometria anorettale). Preliminare, in ogni caso, è la valutazione endoscopica con una colonscopia finalizzata ad individuare od escludere patologia infiammatoria o neoplastica del colon–retto. Solo in caso di negatività endoscopica, si procederà nell’iter diagnostico indirizzandosi verso un’ipotesi di ODS.

Defecazione Ostruita: trattamenti possibili

Nel caso di Defecazione Ostruita abbiamo sottolineato come un’alimentazione corretta (qualora non lo sia già) non sia comunque sufficiente a risolvere il problema. Il trattamento riabilitativo può essere la soluzione in alcuni casi e deve essere condotto da personale qualificato. Le tecniche utilizzate sono quattro: chinesiterapia pelvi-perineale, biofeedback, riabilitazione volumetrica, elettrostimolazione anale + esercizi di Kegler. Ognuna di esse ha una precisa indicazione e viene utilizzata secondo i principi della riabilitazione multimodale per un tempo di almeno 4 mesi. Soltanto dopo il fallimento del trattamento riabilitativo o in presenza di casi con rilevanti patologie organiche è percorribile la strada dell’intervento chirurgico.

La Tecnica STARR

Ad non esiste una tecnica chirurgica che vada bene sempre. Ogni patologia che sta alla base della Defecazione Ostruita, infatti, presenta caratteristiche anatomo-patologiche che possono portare a preferire una tecnica chirurgica ad un’altra. In linea di massima, le procedure chirurgiche sono suddivisibili a seconda che si intervenga per via trans-anale o per via addominale. In questa sede vogliamo soffermarci sulla tecnica più recente e mininvasiva, denominata STARR, acronimo di Stapler Transanal Rectal Resection. Nata come evoluzione della Prolassectomia di Longo, si esegue in anestesia spinale o generale senza taglio chirurgico né cicatrici in circa mezz’ora. Le complicanze sono rare e dopo 1-2 giorni di ricovero il paziente torna a casa con un dolore postoperatorio contenuto. Essa consiste nel realizzare l’asportazione del prolasso rettale traboccante attraverso l’utilizzo di suturatrici meccaniche, ricostruendo poi un retto normale dal punto di vista anatomico. È una tecnica che richiede grande competenza e va pertanto eseguita da équipe che abbia già maturato una consolidata esperienza in strutture dedicate alla coloproctologia.

La Redazione in collaborazione con il Dr. Mattia Pizzi – Chirurgo generale, Proctologo, Gastroenterologo

SI PREGA DI INDICARE IL PROPRIO NOME E QUELLO DEL DESTINARIO DELLA RICHIESTA.

Le richieste saranno inoltrate al medico o professionista sanitario il quale risponderà direttamente. DossierSalute.com non è responsabile di tardive o mancate risposte.

Foto

Condividi su