Ricostruzione e decorazione delle unghie: un po’ di storia

Sebbene ai più possa sembrare una moda recente, decorare le mani, in particolare le unghie, è una pratica sorprendentemente molto antica.

le prime tracce di nail art

Prime tracce risalgono a più di 4 mila anni fa, fra i popoli dell’India, della Mesopotamia e in Egitto.

Durante l’Età del Bronzo in Cina si scoprono le molteplici proprietà dell’hennè, una pianta le cui polveri venivano usate per colorare tessuti e capelli e per decorare corpo, mani e unghie.

 

Le decorazioni unghie come simbolo di nobilta’ e potere

Per tutti questi popoli la decorazione e cura delle mani e delle unghie non era una semplice moda e non era affatto prerogativa femminile; uomini e donne dipingevano e decoravano le mani come simbolo distintivo fra caste e per sottolineare un netto scisma con il popolo.

Venivano utilizzate le polveri di khòl, Kajal ed hennè per decorare le mani in modo sempre più originale e, quando la pratica della nail art si diffuse anche fra il popolo, le Dinastie Reali Cinesi iniziarono a decorare ulteriormente le unghie applicando pietre preziose o altri ornamenti, come lamine d’oro per allungare le unghie.

Il tipo di decorazione, colore e lunghezza rappresentavano diversi tipi di potere e ruolo sociale.

In Mesopotamia il nero era il colore della nobiltà e il verde dei ceti inferiori; in Egitto, Faraoni e regine coloravano le unghie di colore rosso scuro, mentre i ceti più bassi utilizzavano colori più chiari.

 

Le nuove laccature, i nuovi colori le nuove resistenze

Intorno al 1500 a.C. in Cina lo smalto cambia innanzitutto consistenza; vengono utilizzati pigmenti di molti altri fiori dando vita a smalti dai colori molto più variegati e contestualmente vengono inventate delle vere e proprie lacche con un procedimento molto complicato.

La ricetta, che prevedeva l’utilizzo di ingredienti come albume d’uovo, gelatina di pesce, cera d’api, gomma arabica, allume e petali di fiori, diede vita ad una forma di decorazione duratura e di grandissimo effetto.

 

Il temporaneo oblio della cura della persona

Durante il periodo oscuro del Medioevo in Occidente scompare l’arte della decorazione delle mani, a causa della cultura generale che abbandona totalmente la cura della persona.

 

La nuova diffusione rinascimentale

Ritroveremo testimonianze di tale pratica solo a partire dal Rinascimento (1300 circa) e testimonianze di vera e propria nail art vengono documentate, intorno al 1500, anche fra il popolo Sud Americano Incas, i cui uomini usavano decorare le unghie con disegni di aquile.

La nail art riprende a diffondersi in Europa sempre più sull’onda della moda e a metà del 1800 inizia anche la produzione in serie di smalti con ampia scelta di colori.

 

Il cinema veicolo di mode

La vera e propria diffusione di massa della pratica della decorazione e cura delle unghie inizia grazie al Cinema.

Il cinema muto vede attrici mostrare unghie ricostruite con calchi in porcellana fatti aderire alle unghie e proprio in questi anni si diffonde la “moon manicure”, ovvero la tecnica di decorazione dell’unghia che prevede l’applicazione dello smalto solo sulla parte finale dell’unghia.

Gli Anni Venti del Ventesimo secolo vedono la realizzazione dei primi tentativi di allungamento artificiale delle unghie; utilizzando pezzetti di pellicola e colla per montaggio, si coloravano poi con lo smalto dando alle unghie un falso allungamento anche molto precario, tant’è che l’utilizzo di questa pratica era limitato ai momenti delle riprese.

 

La decorazione delle unghie come simbolo di seduzione

Negli Anni Trenta non solo vengono inventati sistemi per allungare le unghie in modo scenografico e in modo sempre meno precario, ma la laccatura delle unghie si afferma come simbolo di bellezza e seduzione al punto che proprio in questo periodo si afferma la moda di abbinare il colore dello smalto al colore del rossetto.

 

Le invenzioni che cambiarono i metodi di ricostruzione unghie

A metà degli Anni Trenta la Francia esporta un metodo di allungamento delle unghie che consiste nell’applicazione di pezzi di carta di lino sull’unghia fissati con lo smalto e nel 1937, in America, Herriet Fliegenbaum inventò il prototipo delle attuali Tips.

Il successo fu tale che molteplici aziende cosmetiche si dedicarono allo sviluppo di sistemi di allungamento delle unghie sempre più efficienti e dalla resa sia estetica che pratica più efficace.

Nel 1954 una scoperta casuale, come spesso accade, rivoluzionò il mondo della ricostruzione unghie.

Il dentista Fred Slack si danneggiò un’unghia nel suo laboratorio e poiché la ferita gli impediva di svolgere il suo lavoro decise di applicarvi sopra la pasta acrilica che usava per ricostruire i denti.

Dopo aver modellato e limato l’applicazione, si rese conto che il risultato era più di quello che si aspettasse; una perfetta unghia ricostruita.

Intuendo le potenzialità di ciò che aveva appena inventato fondò, insieme al fratello Tom, la NSI (Nails System International) e dopo i primi test, con scarso risultato a dire il vero, riuscirono a brevettare la prima unghia artificiale in acrilico.

Da quel momento in poi la ricostruzione delle unghie diventò uno dei servizi più richiesti nei centri estetici.

 

I pregi e i difetti del nuovo materiale: l’acrilico

In poco tempo nacquero aziende concorrenti alla NSI, come IBD,OPI,CHD, che perfezionarono, nel tempo, le tecniche e i materiali.

Sul finire degli Anni Sessanta la Lee Pharmaceutical mette sul mercato una nuova formula di acrilico, molto simile ad un gel; un prodotto innovativo che induriva sotto i raggi UV.

Fino agli Anni Ottanta, tuttavia, questo nuovo prodotto non ebbe il dovuto successo perché risultava di scarsa qualità e il motivo era che la lavorazione doveva essere eseguita quasi al buio perché la sostanza risultava sensibile a tutti i tipi di luce.

La NSI e la IBD migliorarono la formula del composto e sul finire degli Anni Ottanta riprese la diffusione commerciale.

Tra il 1973 e il 1974, con la diffusione delle prime tip professionali e il diffondersi di una serie di prodotti accessori tra cui i collanti professionali ad opera di IBD, cominciano anche i controlli sulle sostanze contenute nei cosmetici.

L’Autorità per la Salute proibì, nel 1974, l’uso di prodotti contenenti metilmetacrilico perché dannoso per la salute e causa di allergie, creando, di fatto , una battuta d’arresto alla diffusione degli smalti acrilici.

Poco dopo, tuttavia, le grandi aziende cosmetiche sostituirono il metilmetacrilico con l’etilmetacrilico, una sostanza morbida, flessibile, più facile da limare ma contemporaneamente molto resistente e atossica.

 

La nail art diventa professione artistica

Dal 1975 in poi il mercato della nail art è in continua crescita.

Sebbene fino agli Anni Novanta resti retaggio di pochi, a causa dei prezzi dei materiali e manodopera elevati, la ricostruzione unghie sia a fini curativi sia a fini puramente estetici, diventa una vera e propria professione; anzi un’arte.

Negli anni cambieranno le mode su lunghezza e forma delle unghie e su colori e decorazioni; aumenta il numero degli strumenti a disposizione di tutti per potersi anche divertire con la nail art “fai da te”.

A metà degli Anni Settanta ad hollywood, Jeff Pink, spinto dall’esigenza dei registi di volere, per le attrici, un look mani adatto ai frequentissimi cambi d’abito per le riprese, inventa una forma di nail art che tutt’oggi risulta essere fra le più eleganti e richieste: la frech manicure.

La tecnica french manicure, che consiste nel dipingere di bianco solo la punta delle unghie, con un effetto di grande eleganza e adatto ad ogni look, fu inventato in America ma spopolò grazie alle passerelle della moda di Parigi; di qui il nome french manicure.

Oggi l’onicotecnica è una vera e propria professione artistica che si svolge previo percorso formativo in scuole di specializzazione, che garantiscono la massima professionalità manuale che la conoscenza delle materie prime e strumenti specificatamente creati.

Lavinia Giganti

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