Ricostruzione mammaria: protesi o ricostruzione autologa?

Negli ultimi anni la chirurgia plastica ed estetica ha fatto passi da gigante.

Questo ha comportato anche un’attenzione sempre maggiore al miglioramento della qualità della vita delle donne.

La ricostruzione mammaria post demolizione oncologica si è sviluppata ed è cresciuta qualitativamente grazie all’utilizzo di tecniche ricostruttive sempre più raffinate, in particolare per ridare alle donne colpite dal tumore al seno una vita personale ed intima soddisfacente, a cui non è accettabile che si debba rinunciare.

L’oncoplastica

Esiste infatti una branca della chirurgia plastica definita “oncoplastica” che si differenzia dalla chirurgia esclusivamente estetica, ma che comunque si serve ottimamente delle sue tecniche più specifiche, affidandosi sempre alle mani di un chirurgo plastico ricostruttivo ed estetico.

Il rimodellamento e la ricostruzione mammaria rappresentano un intervento chirurgico che può essere eseguito contestualmente alla mastectomia (nella quale avviene la rimozione della ghiandola mammaria) oppure in un secondo tempo chirurgico.

La scelta di come ricostruire

Alla paziente possono essere proposte diverse modalità di rimodellamento mammario ed in particolare la decisione principale verte sul fatto di propendere per una ricostruzione con protesi (immediata con una protesi espansore o definitiva) oppure con tessuti autologhi (ovvero della paziente stessa) attraverso l’utilizzo di lembi muscolo-cutanei.

Ricostruzione con protesi

Si basa sull’utilizzo di protesi in gel di silicone testurizzato posizionate profondamente al muscolo grande pettorale.

Spesso, sono precedute alcuni mesi prima dall’impianto di una protesi espansore, la quale viene riempita gradualmente con soluzione fisiologica aumentando così la superficie muscolare e cutanea dei tessuti mammari.

Tale fase (della durata di circa 6-12 mesi) si rende spesso necessaria per modellare meglio la mammella ricostruita una volta che accoglierà la protesi definitiva.

In fase di rimodellamento, può essere necessario intervenire anche sulla mammella sana controlaterale al fine di migliorare la simmetria delle due mammelle, ovviamente alterata dall’intervento demolitivo necessario.

Tale simmetrizzazione sfrutta le tecniche principali di chirurgia estetica mammaria e può consistere nell’utilizzo di un’altra protesi controlaterale oppure attraverso tecniche di mastopessi e rimodellamento.

Rimodellamento senza protesi

Esiste però anche la ricostruzione con tessuti autologhi attraverso l’utilizzo di lembi muscolocutanei. I siti donatori principali sono la regione dorsale, con il lembo muscolare o muscolo-cutaneo di Latissimus Dorsi, e quella addominale, con lembo TRAM (Tranverse Rectus Abdominis Myocutaneous) o DIEP (Deep Inferior Epigastric Perforator).

Caratteristiche dei diversi lembi

Il lembo di latissimus dorsi (che in alcuni casi può essere associato a protesi a seconda delle necessità ricostruttive) consiste nell’utilizzo del muscolo gran dorsale unito spesso ad una porzione di cute. Si presenta utile in mammelle di piccola taglia e quando non vi è la presenza di un tessuto di copertura mammario adeguato sia dal punto di vista qualitativo (ad esempio cute radio trattata) che quantitativo.

Il lembo Addominale è un lembo muscolo cutaneo (TRAM) o cutaneo microchirurgico (DIEP) particolarmente indicato in pazienti con mammelle di grandi dimensioni e che presentino un pannicolo adipocutaneo addominale ben rappresentato. Il vantaggio del DIEP rispetto al TRAM è di non indebolire la parete muscolare in quanto non comporta il trasferimento del muscolo retto dell’addome.

Come scegliere tra protesi e ricostruzione autologa

La tipologia di rimodellamento viene scelta in seguito ad un attenta selezione del paziente e ad un colloquio tra paziente e chirurgo plastico dettagliato e preciso.

In generale, in caso di mammelle non ptosiche (“cadenti”), con seno contro laterale di media-piccola dimensione e cute di buona qualità, sarà maggiormente indicata una ricostruzione con protesi.

Il seno contro laterale potrà infatti essere corretto con una mastopessi o con una protesi, se necessario, ma avrà sempre un comportamento dinamico differente visibile soprattutto nel tempo.

Se invece ci troviamo di fronte ad un tessuto cutaneo da ricostruire sottile, teso e con cicatrici retraenti (spesso dopo radioterapia), oppure ad una mammella contro laterale di grandi dimensioni e particolarmente ptosica, sarà più specificatamente indicata una ricostruzione con tessuti autologhi.

Non esiste un’opzione ricostruttiva migliore, bensì esiste la scelta ricostruttiva mirata e specifica per la singola paziente, fatta tenendo conto di ogni fattore.

Catalina Vrabie

Dott. Fabio Toffanetti

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