Le malformazioni vascolari venose del cavo orale rappresentano una patologia di comune riscontro nella pratica clinica. Le loro dimensioni e la loro sede possono costituire un problema soprattutto se frequentemente sottoposte a traumi (sia masticatori che accidentali) e possono sfociare in inestetismi che spesso condizionano psicologicamente i pazienti portatori di tali patologie. Le terapie utilizzate per la loro rimozione sono state fin’ora pressoché tutte invasive. Diatermo- coagulazione, chirurgia escissionale con bisturi convenzionale, crioterapia, sono quelle che ancora vengono oggi maggiormente utilizzate. Con il laser, in particolare quello a diodi con lunghezza d’onda 808-830 nm, utilizzando la tecnica della disidratazione forzata con coagulazione indotta FDIP – Forced Dehydration with Induced Photocoagulation) ideata dall’Autore, è possibile trattare questa patologia in modalità microinvasiva e con ottimi risultati soprattutto in zone ad alta valenza estetica.
(TREATMENT OF HEMANGIOMA OF THE HEAD AND NECK WITH DIODE LASER AND FORCED DEHYDRATION WITH INDUCED PHOTOCOAGULATION. Autori : F Angiero, S Benedicenti, GE Romanos, R. CrippaPhotomed Laser Surg. 2008 Apr;26(2):113-8.)
La tecnica consiste nell’applicazione di un laser diodico che ,sfruttando le affinità con l’emoglobina del sangue, riesce a fotocoagulare la neoformazione vascolare senza la necessità di asportare la parte malata . Questo comporta un grande vantaggio estetico poiché oltre a non incidere il tessuto, non c’è la necessità di posizionare punti di sutura, a tutto vantaggio di un ottimo risultato estetico, senza residui cicatriziali e soprattutto con un grande confort post-operatorio per il paziente.
La tecnica si può eseguire ambulatorialmente senza necessità di ricovero. Gli esami preoperatori sono minimi. Dopo una prima visita nella quale il paziente viene valutato a seguito del problema, se necessario, si esegue un esame ecografico ecodoppler per la valutazione dei flussi sanguigni. Nel caso la malformazione risulti trattabile con la metodica, in una/due sedute il problema viene risolto . Nei giorni a seguire dopo il trattamento il tessuto si rimaneggia lasciando posto ad un ripristino funzionale ed estetico di tutta l’area trattata. Le recidive sono pressochè assenti, soprattutto se il trattamento ha riguardato una malformazione vascolare pura. Se si ripresentasse la necessità di un nuovo intervento, si potrà riutilizzare la stessa metodica senza ricorrere alla chirurgia invasiva.
La microinvasività associata all’estrema selettività del trattamento, fanno sì che l’intervento sia ben accettato dal paziente, che lo affronta pressochè sempre, senza anestesia parenterale, dichiarando soglie di dolore assolutamente accettabili e , soprattutto , di breve durata!
Inoltre a valutazione post-operatoria con il sistema VNS (Verbal Numeric Score) ha determinato valori post-operatori sempre accettabili ed in tutti i casi minori di 3. La guarigione dei tessuti trattati avviene di solito in 2-3 settimane, con un risultato morfo-funzionale di tutto rispetto, considerate soprattutto le sedi spesso interessate dal problema, che rivestono una grande importanza nell’ambito estetico.
Di seguito elenchiamo alcuni casi clinici significativi.
Conclusioni
La metodica della tecnica FDIP si dimostra di assoluto rilievo sia perché quasi mai viene utilizzata anestesia locale parenterale, sia perché può essere applicata in modalità microinvasiva con una predicibilità di un ottimo risultato estetico e assenza quasi completa di complicanze post-operatorie.