Riconoscere la dislessia: consigli per i genitori

La dislessia si manifesta generalmente con una lettura lenta e/o scorretta. Tale difficoltà è, a volte, associata a:

  •  difficoltà di comprensione del testo scritto, dei numeri e/o del calcolo,
  • difficoltà nella consapevolezza fonologica,
  • lentezza nell’automatizzazione di diverse abilità.

Riconoscere la dislessia: valutazione diagnostica precoce

È molto importante, una volta che un genitore sospetti la presenza di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) nel proprio figlio, procedere a una valutazione diagnostica il più precocemente possibile. Questo consentirà di capire quali siano le effettive difficoltà del bambino e le modalità d’intervento migliori.

Innanzitutto, va premesso che un bambino dislessico non è meno intelligente degli altri né più pigro. Inoltre, dato che la dislessia non è una entità monolitica, essa si manifesta in ognuno con caratteristiche diverse. Alcuni bambini con DSA, infatti, oltre alle problematiche già citate (disgrafia, discalculia, disortografia, dislessia), possono mostrare difficoltà di coordinazione, di motricità fine, nelle abilità di organizzazione e nell’acquisizione delle sequenze temporali (ore, giorni, mesi, e così via).

Riconoscere i segnali di dislessia

Come può un genitore riconoscere i primi segnali della dislessia? Vi sono una serie di comportamenti, differenze percettive o di sviluppo, che possono essere presenti in misura più o meno ampia in un individuo dislessico. Le prime anomalie da monitorare sono:

  • inversione di lettere e di numeri,
  • sostituzione di lettere o lentezza nell’imparare le tabelline e informazioni in sequenza (lettere dell’alfabeto, giorni della settimana, mesi dell’anno),
  •  confusione nei rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni),
  • difficoltà a esprimere verbalmente quello che si pensa, a copiare o a riassumere correttamente un testo.

A queste, si possono aggiungere la difficoltà in alcune abilità motorie (ad esempio allacciarsi le scarpe), la presenza di problemi visivi che i test standard non rilevano, la difficoltà nel seguire più indicazioni insieme e la routine.

Disturbo sovrastimato per diagnosi errate

Secondo alcune stime sembrerebbe che una percentuale tra il 5 e il 17% della popolazione italiana soffra di dislessia. Si tratta di dato così elevato da far sospettare, in alcuni casi, di trovarci di fronte a diagnosi errate.

Riconoscere la dislessia: cause

Solo una percentuale minima dei casi di dislessia è dovuto a un deficit neurologico. Il più delle volte disgrafia, discalculia, disortografia e ADHD – Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività – sono semplici sintomi di problematiche diverse, come ad esempio problemi di tipo posturale, di percezione uditiva o di visione. Secondo questo approccio, dunque, alla base della dislessia e degli altri DSA ci sarebbe una mancata integrazione funzionale degli stimoli che i nostri recettori (occhi, lingua, orecchie, piedi) ricevono dal mondo esterno.

Come trattare la dislessia

Il trattamento più efficace della dislessia deve prevedere più interventi associati:

  • l’utilizzo di lenti prismatiche attive individuali (Prismi Percettivi Attivi – PPA),
  •  la Rieducazione Neuromuscolare Cognitiva;
  • sedute di rieducazione uditiva AIT (Auditory Integration Therapy).

L’obiettivo finale è la risoluzione delle cause. In questo modo, i sintomi regrediscono moltissimo o scompaiono del tutto.

Dott. Carlo Perissinotto medico chirurgo
Dott. Carlo Perissinotto medico chirurgo a Treviso

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