Microbiota intestinale e salute del cuore

Le patologie cardiovascolari sono oggi la prima causa di mortalità nelle società occidentali come la nostra. I fattori modificabili in grado di svolgere un ruolo chiave nella prevenzione di tali condizioni croniche sono rappresentati da alimentazione sana, regolare attività fisica e stile di vita sano.

 Sul rischio cardiovascolare sembra influire anche la composizione e la diversità del microbiota intestinale, ovvero i trilioni di microorganismi che vivono nel tratto intestinale. Questi microorganismi si comportano come un vero e proprio organo, assolvendo a funzioni strutturali, ormonali, immunitarie e metaboliche.

Alterazioni della microflora intestinale sono associate a varie condizioni patologiche, tra cui diabete di tipo 2, patologie neurodegenerative, vari tipi di tumore e condizioni cardiovascolari.

Alimentazione e microbiota intestinale

L’alimentazione quotidiana influisce significativamente sulla composizione e sulla diversità del microbiota intestinale con risvolti sui processi metabolici e sul rischio cardiovascolare.

Un regime caratterizzato dal consumo elevato di proteine e grassi animali e di cibi processati, ricchi di sodio, conservanti e zuccheri aggiunti, è associato a disbiosi, ovvero ad un’alterazione della composizione del microbiota intestinale.

Al contrario, il consumo ingente di frutta, verdura, cereali integrali e legumi è associato a maggiore diversità della microflora intestinale.

Ciò ha risvolti positivi sui processi metabolici dell’organismo e sulla prevenzione delle condizioni croniche moderne, come le patologie cardiovascolari.

Microbiota intestinale: lo studio

A tal proposito, in un recente studio condotto dalla Cleveland Clinic è stata evidenziata un’importante associazione tra rischio cardiovascolare e un particolare metabolita prodotto dalla microflora intestinale.

Il metabolita, chiamato fenil-acetil-glutammina (PAG), agisce attraverso i recettori adrenergici causando una maggiore reattività/aggregazione piastrinica e promuovendo trombosi in vivo.

La fenil-acetil-glutammina è un metabolita prodotto dal break-down della fenilalanina da parte della microflora intestinale. La fenilalanina si riscontra sia in alimenti vegetali che in alimenti animali come soia, uova, carne, semi di zucca.

I risultati

Secondo i risultati dello studio pubblicato sulla rivista Cell, una volta che le proteine vengono digerite e ridotte ad amminoacidi, la maggior parte della fenilalanina viene assorbita a livello dell’intestino tenue.

La parte restante non assorbita, invece, raggiunge l’intestino crasso dove viene metabolizzata dalla flora intestinale fino a formare acido fenilpiruvico e successivamente acido fenilacetico. Una volta in circolo, quest’ultimo composto, viene metabolizzato a sua volta nel fegato per poi formare la fenil-acetil-glutamina.

Microbiota intestinale e rischio cardiovascolare

Nello stesso lavoro, attraverso un’analisi metabolomica, volta ad identificare i metaboliti ematici associati alle cardiopatie, condotta su pazienti diabetici, è emerso come la fenil-acetil-glutamina fosse significativamente associata a maggiori eventi cardiovascolari tra cui infarto del miocardio e ictus.  

Ad avvalorare l’importanza di questi risultati è emerso come somministrando dei farmaci beta-bloccanti in modelli animali, aventi livelli elevati di PAG in circolo, si riducesse drasticamente il rischio cardiovascolare.

Conclusione

Dunque, si tratta di risultati che evidenziano e confermano il ruolo del microbiota intestinale nell’insorgenza di condizioni croniche moderne come le cardiopatie o il diabete di tipo 2.

Inoltre, sottolineano ancora una volta come esso possa rappresentare un importante target nel trattamento e nella prevenzione di tali patologie.

Fonte

www.cell.com

la redazione

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