Marzo, mese dell’Endometriosi: 7 cose da sapere

Marzo è il mese dell’endometriosi.

In Italia ben 3 milioni di donne soffrono di questa malattia spesso taciuta, debilitante e che spesso provoca sterilità.

Un ruolo molto importante lo gioca la diagnosi precoce su cui gli studi clinici e diagnostici sono molto attivi ed in continua evoluzione.

In questo articolo affronteremo l’argomento partendo da un breve excursus sull’organo genitale femminile.

  • Anatomia dell’utero.
  • Cos’è l’endometriosi.
  • Cause.
  • Sintomi.
  • Diagnosi.
  • Terapie.

Anatomia dell’utero: brevi cenni

L’utero, insieme a vagina, vulva, ovaie e tube di Falloppio, costituisce l’organo genitale femminile.

E’ un organo muscolare cavo deputato ad accogliere e crescere l’ovulo fecondato fino ad espellere il feto a gestazione completata.

Forma e dimensioni dell’utero, che in una donna che non ha mai avuto gravidanze ha una dimensione di circa 6/7cm di lunghezza, 3/4 di larghezza e 2/3di spessore, cambiano.

Sia nel corso dello sviluppo della donna sia in particolari fasi della vita, come durante la gravidanza.

L’utero può considerarsi divisibili in due parti principali:

  • Corpo uterino: è la parte più larga, quella superiore in cui sfociano le tube di Falloppio.
  • Collo dell’utero: di forma cilindrica finisce nella vagina.

L’endometrio è una mucosa che riveste internamente le pareti dell’utero e garantisce nutrimento all’embrione nel suo primo periodo di vita, prima dell’impianto.

Cos’è l’Endometriosi

L’Endometriosi è la presenza di cellule simili all’endometrio al di fuori della cavità uterina, normalmente nella pelvi.

E’ una malattia che si presenta nel periodo fertile della donna (10%), indipendentemente dalla razza e dallo status socio-economico.

Circa il 30% delle donne con endometriosi ha problemi di infertilità, la malattia è infatti è considerata una delle prime cause di infertilità femminile.

Cause di endometriosi

L’origine di questa patologia non è nota, dunque le ipotesi sono diverse:

  • Mestruazione retrograda. In questo caso si verifica un reflusso tubarico di sangue mestruale nel peritoneo, invece di fluire verso l’esterno.
  • Persistenza di cellule embrionali in vari organi e tessuti deputate alla formazione dei genitali interni.
  • Modificazioni del tessuto che ricopre le pelvi.
  • Alterazione del sistema immunitario.
  • Predisposizione genetica.

La predisposizione genetica è una condizione accertata poichè è molto frequente che l’endometriosi si sviluppi nelle figlie, sorelle, nipoti di donne affette da endometriosi.

Sintomi dell’endometriosi

L’endometriosi è fondamentalmente una malattia dolorosa, il cui sintomo dolore si attiva in situazioni quali:

  • ciclo mestruale: dolore pelvico e crampi possono iniziare prima ed estendersi per molti giorni del ciclo, includendo dolore addominale e della parte bassa della schiena.
  • Rapporti sessuali.
  • Movimenti intestinali o minzione.

Il ciclo mestruale può manifestarsi con sanguinamento eccessivo oppure possono verificarsi perdite di sangue al di fuori dei normali giorni di mestruazioni.

Come accennato in precedenza, l’endometriosi è spesso associata ad infertilità ed in molti casi viene diagnosticata proprio durante le indagini preliminari alla ricerca di prole (ad esempio mediante PMA).

Altri sintomi comuni possono essere stanchezza, diarrea, stitichezza, gonfiore, nausea, specialmente durante il periodo mestruale.

Diagnosi

Durante una consueta visita ginecologica può sorgere il sospetto di malattia, che va confermato, o meno, con un’accurata ecografia transvaginale, utile sia per individuare le lesioni sia la presenza di tessuti anomali.

Inoltre, dall’anamnesi è possibile capire la localizzazione della malattia.

Le terapie per l’endometriosi

L’endometriosi attualmente si combatte agendo sui sintomi ma vere e proprie terapie preventive non sono ancora disponibili.

La scienza, tuttavia, sta facendo passi in avanti molto importanti nelle tecniche di diagnosi precoce della malattia allo stadio iniziale.

Gli studi sulla diagnosi dell’endometriosi hanno permesso, infatti, l’identificazione di potenziali marker diagnostici che permettono di individuare, appunto, la malattia in uno stadio iniziale.

Sono in corso anche studi genici sull’endometriosi.

L’endometriosi può regredire spontaneamente, soprattutto in prossimità della menopausa.

Ma se ciò non dovesse accadere o se si presentasse in età fertile si può trattare con diverse terapie, tutte personalizzabili in base alle condizioni della paziente.

Terapia farmacologica e chirurgica

Il dolore si può combattere con antiinfiammatori ed analgesici.

La terapia più comune, ed efficace, è sicuramente quella ormonale, che blocca l’attività dell’ipofisi e delle ovaie, annullando il sanguinamento.
Il buon risultato della terapia farmacologica ha ridimensionato i casi in cui si renda necessaria la chirurgia.

Quando la terapia ormonale o antinfiammatoria non risulta sufficiente, si rende necessario l’intervento chirurgico.

L’intervento di tipo conservativo si esegue in modalità laparoscopica e prevede l’asportazione dell’endometrio, preservando totalmente l’utero.

Se le condizioni sono molto gravi non può essere evitata l’isterectomia, ovvero asportazione totale dell’utero.

Secondo le attuali linee guida, le indicazioni alla terapia chirurgica dell’endometriosi ovarica sono rappresentate dalla presenza di sintomatologia dolorosa importante, infertilità e cisti ovarica di diametro > 4 cm anche in assenza di sintomatologia rilevante.

Le terapie complementari per l’endometriosi

Per alleviare il dolore provocato dall’endometriosi si può ricorrere a terapie complementari quali:

  • le ginnastiche orientali.
  • Agopuntura.
  • Osteopatia.

Quest’ultima in particolare, con manipolazioni dolci, consente di interrompere l’attivazione del sistema nervoso nel meccanismo di mantenimento del dolore.

Il ruolo dell’alimentazione

L’alimentazione gioca sempre un ruolo importante nella cura e nella prevenzione di una patologia.

 Una giusta dieta può essere infatti di grande aiuto per alleviare i sintomi e non peggiorare la situazione in caso di endometriosi.

Un obiettivo importante è evitare l’innalzamento del livello di zuccheri nel sangue, ossia la glicemia, che rappresenta un forte fattore infiammatorio.

È fondamentale un apporto importante di omega 3, dalle forti proprietà antinfiammatorie,  e di sostanze utili per mitigare l’azione degli estrogeni circolanti nell’organismo femminile.

Tali nutrienti sono presenti maniera cospicua nei legumi, in particolare nella soia.

Un consumo consistente di frutta e verdura non solo rappresenta un aiuto contro l’endometriosi, ma un vero toccasana per il benessere generale dell’organismo.


Sono invece da limitare i prodotti caseari, latte e derivati, in quanto spesso contengono un’elevata concentrazione di estrogeni.

Non ultimo lo sport, fatto in modo continuato, ed il riposo adeguato sono fondamentali per tenere a bada l’endometriosi.

Seguendo le buone pratiche sopra descritte, è possibile ottenere davvero degli ottimi risultati nel controllo dei sintomi e addirittura nella regressione dell’endometriosi, con ricadute positive sulla vita di coppia.

Lavinia Giganti

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