Congiuntivite da coronavirus: occhi fonte di contagio?

Congiuntivite da coronavirus – Sembrerebbe che recenti studi dello Spallanzani di Roma evidenzino come gli occhi siano una possibile fonte di contagio del virus Covid-19. Dagli stessi studi, inoltre, emerge che il coronavirus è attivo anche nelle secrezioni lacrimali dei pazienti positivi.

Da un tampone oculare i ricercatori hanno isolato il virus, dimostrando che esso è in grado di replicarsi anche nelle congiuntive.

La ricerca ha anche evidenziato che i tamponi oculari possono essere positivi quando quelli del distretto respiratorio non mostrano più tracce del virus.

Alcuni campioni respiratori esaminati a tre settimane dal ricovero, infatti, risultavano ormai negativi, mentre il campione oculare sarebbe stato ancora debolmente positivo sino a 27 giorni dal ricovero.

Congiuntivite da coronavirus: c’è da preoccuparsi?

A questo punto c’è da chiedersi se la congiuntivite da coronavirus sia l’ennesima chimera creata per creare ulteriore apprensione, come se quella già innescata non fosse abbastanza.

Potrebbe trattarsi di una evoluzione, per così dire “normale”, di un virus di cui poco si conosce, ma che si comporta in definitiva come molti altri. E’ possibile trovarlo nelle secrezioni e, quindi, anche nelle lacrime.

Ciò che è certo è che saranno necessari ulteriori studi per verificare fino a quando il virus continua ad essere attivo e, soprattutto, con quale e quanta carica virale risulti potenzialmente infettivo nelle lacrime.

Congiuntivite da coronavirus: vie di trasmissione

La “congiuntivite da Covid19” si trasmette spesso per “autocontagio” con le mani. Può essere presente quindi nelle secrezioni lacrimali in pazienti già affetti dal virus, seppur con bassa carica virale, nella maggior parte dei casi.  Le lacrime, infatti, contengono naturalmente lisozima, una sostanza che ha la funzione principale di proteggere l’occhio e ripulirlo allergeni, batteri e virus.  Inoltre, i movimenti oculari uniti all’azione “filtrante” delle ciglia ne aumentano l’efficacia.

Livello di pericolosità

Tenendo ora presente che la malattia si manifesta in presenza di alte cariche virali e se lacrime infette arrivano fino alla mucosa della gola, mi sento di poter affermare, secondo la mia esperienza clinica, che molto più pericolosi a livello dell’apparato oculare e corneale restano gli herpes, gli adenovirus che sono decine di migliaia di volte più frequenti della congiuntivite da coronavirus.

Le congiuntiviti veicolate dal virus Covid-19, tra l’altro, non causano, nella quasi totalità dei casi, danni corneali ed il rossore si presenta uniforme e tenue, indistinguibile da altre lievi infiammazioni congiuntivali. 

E poi come si cura un eventuale congiuntivite da coronavirus se per il virus non esiste terapia?

Unico dato di orientamento: il paziente è malato di Covid-19 già diagnosticato.

Cure possibili

Attualmente, l’unica cura possibile è rappresentata dai normali antivirali usati per l’herpes e l’adenovirus (acyclovir pomata), uniti ad un lavaggio con 2 o 3 gocce di betadine al 30% per 3 minuti per poi sciacquare con soluzione fisiologica.

Sempre ammesso che il Covid-19 attacchi la congiuntiva, il che ha una probabilità comunque alquanto bassa, l’unico principio attivo che, per la mia esperienza, può avere effetti risolutivi è la lactoferrina perché distrugge le membrane cellulari di virus tipo Hiv ed Ebola. Il dosaggio di lactoferrina deve essere di 40mgr al giorno in compresse.

Danni all’occhio e possibile via di contagio

In chiusura a queste brevi osservazioni, la probabilità che il virus Covid-19 provochi danni all’occhio è alquanto remota, come remota sembra la possibilità che le lacrime di pazienti con virus “non manifestato” da altri sintomi più gravi contengano la carica virale sufficiente perché si possano considerare veicolo di contagio.

La Redazione

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