Coronavirus e Remdesivir: speranza concreta

Coronavirus e Remdesivir – La ricerca di una possibile cura dell’infezione scatenata dal nuovo coronavirus (sars-cov2) emerso in Cina nel dicembre 2019 continua a fare passi avanti con l’individuazione di farmaci antivirali potenzialmente in grado di trattarla.

A causa della grave emergenza, l’approccio della comunità scientifica è quello di utilizzare farmaci progettati per altri virus che si siano dimostrati sicuri ed efficaci.

Così, nel mese scorso (marzo 2020), l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avviato un mega studio clinico globale denominato Solidarity.

Lo studio, che vedrà coinvolti pazienti affetti da covid-19 da tutto il mondo, valuterà l’efficacia di diversi farmaci antivirali, cioè quelli che hanno già avuto l’approvazione dell’AIFA per uso compassionevole e offlabel: clorochina/idrossiclorochina, lopinavir-ritonavir e il remdesevir.

Tra queste molecole, in testa c’è il farmaco Remdesevir.                 

Coronavirus e Remdesivir: speranza concreta

L’OMS lo ha definito il miglior candidato per combattere il nuovo coronavirus.

Il Remdesivir è una molecola sperimentale che non è registrata in nessun Paese del mondo per uso terapeutico.

Si tratta di un farmaco antivirale a largo spettro che ha dimostrato una certa attività in colture di cellule ed in modelli animali su diversi virus, come i coronavirus che causano Sars e Mers, il virus Ebola e quello di Marburg.

Inoltre, il Remedsivir si è dimostrato efficace in test in vitro sul nuovo coronavirus sars-cov2.                                                                              

L’esperienza con l’ebola

L’unica sperimentazione clinica (precedente a quella attuale) di Remdesivir sull’uomo risale all’epidemia di virus ebola scoppiata in Africa occidentale (2013 -2016), dove fu testato su 500 persone in condizione di emergenza.

I risultati furono contrastanti e in seguito vennero considerati più efficaci gli anticorpi monoclonali.

Tuttavia, grazie al test sull’ebola si è stabilito che Il Remdesivir abbia una buona tollerabilità ed un profilo di sicurezza favorevole.

Attualmente, il farmaco è ancora in fase di sperimentazione contro il virus ebola.                                                                                                    

Coronavirus e Remdesivir: meccanismo d’azione e nuove scoperte       

Il Remdesivir è un analogo nucleosidico (la struttura è simile ad una base dell’Rna virale) che si inserisce nel filamento di Rna del virus a cui trasmette una informazione errata.

La conseguenza è mandare in tilt la sintesi del genoma virale inibendo l’attivita’ dell’Rna-polimerasi, un enzima chiave per la replicazione del virus.

Recentemente, uno studio condotto dall’ Università di Pechino pubblicato su Science ha identificato l’enzima responsabile della replicazione del virus, l’Rna polimerasi nsp12, lo stesso che sembra essere anche il bersaglio di Remdesivir.

Tale evidenza confermerebbe la potenzialità del Remdesivir nel contrastare la malattia covid-19.

Test sul Remdesivir contro il covid19 con pubblicazione scientifica ufficiale    

In uno studio finanziato dalla Gilead Science (azienda biofarmaceutica che ha prodotto il Remdesivir) pubblicato sul New England Journal of Medicine è stato testato il Remdesivir su 54 pazienti ricoverati in ospedale affetti da covid-19.

I pazienti avevano una saturazione di ossigeno del 94% o inferiore (quella fisiologica è dal 95% al 99%). Il trattamento con Remdesivir è durato 10 giorni.

Alle persone è stata somministrata una dose di attacco di 200mg per via endovenosa il primo giorno e nei restanti 9 giorni 100mg.

Risultati

Il 68% dei pazienti trattati (36) ha avuto miglioramenti per quanto riguarda la   sintomatologia della malattia e nella classe del supporto dell’ossigeno.

17 pazienti sottoposti a ventilazione meccanica sono stati estubati.

Lo studio è stato effettuato su una coorte piccola di pazienti e non è stata misurata la carica virale con tamponi nasofaringei.

Attualmente, la Gilead science sta conducendo numerosi studi su pazienti ricoverati in ospedale (con malattia grave) in 152 sedi in tutto il mondo.

Anche l’Italia sta partecipando al trial del Remdesivir utilizzato in diversi ospedali in cui si ha un più alto numero di malati di coronavirus.

Primi pareri favorevoli da un altro studio a Chicago

I primi dati che arrivano dall’ospedale di Chicago sono molto incoraggianti secondo quanto riportato da Stat (testata giornalistica americana).

In uno studio clinico coordinato dall’Università di Chicago Medicine sono state coinvolte 125 persone, di queste 113 avevano una malattia grave. Durante il follow-up tutti i pazienti sono stati trattati con Remdesivir per infusione.

Sono stati segnalati rapidi recuperi dalla febbre e notevoli miglioramenti dei sintomi respiratori e del quadro clinico polmonare.

Quasi tutti i pazienti sono stati dimessi in una settimana e si sono registrate solo due morti. Tuttavia, va detto che questo studio non includeva un gruppo placebo di confronto.

Conclusioni

Da questi primi test abbiamo segnalazioni preliminari importanti, ma servono evidenze più solide per trarre conclusioni definitive.

Si attendono quindi i dati registrati da Solidarity e dagli studi di Gilead che stabiliranno se Remdesivir sarà approvato dalle autorità sanitarie come terapia di prima linea nella lotta contro il covid-19.

Dott. Marco Pagnotta – Farmacia Colace Dr. Anna Maria

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