Melograno: abbondanza, fertilità e prevenzione

Fin dall’antichità il Melograno ed i suoi frutti sono stati grandemente apprezzati dall’uomo per le loro proprietà terapeutiche, nonché come simbolo di abbondanza, fertilità e buon auspicio.

Oggi è considerato un prezioso alleato dalla moderna erboristeria e dalla medicina naturale, svolgendo un’azione astringente e protettiva nei confronti dell’apparato cardiocircolatorio.

Ma non solo.

La pianta del Melograno nella storia: le origini geografiche

Il Melograno è una pianta appartenente alla famiglia delle Punicaceae (o, secondo una classificazione alternativa, delle Lythraceae); il suo nome scientifico è Punica granatum.

Il nome Punica risale ai Romani che per la prima volta conobbero questa pianta grazie ai cartaginesi, che la coltivavano nella omonima regione costiera della Tunisia.

I nomi melograno e melagrana sono originati dall’unione dei termini latini malum (mela) e granatum (con semi).

Questa pianta fu talmente apprezzata in passato da dare addirittura il nome ad una importante città del sud della Spagna: Granada.

Durante il periodo di dominazione moresca nella penisola iberica, infatti, in questa città prosperavano le coltivazioni di melograno a tal punto che la città ne assunse il nome.

Per molti secoli, nella lingua inglese arcaica, la melagrana era conosciuta con il nome mela di Granada.

E’ una specie originaria del bacino del Mediterraneo e dell’Asia, si trova dall’Iran al Caucaso, dall’India settentrionale fino all’Himalaya.

L’uso del Melograno nella storia

Da sempre il Melograno e i suoi frutti hanno esercitato una grande attrazione nei confronti dell’uomo.

Pur essendo una pianta originaria di ambienti spesso aridi o talvolta anche desertici, essa era in grado di produrre una vera e propria meraviglia della natura.

Ricchezza, produttività, fertilità, onestà, correttezza: ecco alcune delle virtù che i popoli dell’antichità associavano alla Melagrana.

I suoi semi di colore brillante, racchiusi all’interno di un anonimo involucro coriaceo, rappresentavano una sorta di miracolo che colpiva l’immaginazione umana a tal punto da ammantare la pianta di simbolismi religiosi.

Ecco che, dunque, la Melagrana fu considerata un elemento divino da moltissime culture passate: Assiri, Bbabilonesi, Indù, Cinesi, Ebrei, Greci e Romani antichi, Arabi e perfino Cristiani.

Gli Ebrei, ad esempio, credono che il Melograno, avendo 613 semi nel frutto, abbia la stessa corrispondenza delle prescrizioni della Torah e indichi all’uomo la strada per avvicinarsi a Dio.

Fra i primi ad apprezzare il Melograno furono gli antichi Egizi, che già nel 4000 a.C. avevano scoperto che la sua radice aveva proprietà vermifughe e antiparassitarie.

Ippocrate ne riconosce le proprietà astringenti.

La pianta, i fiori e il frutto del Melograno

Il Melograno ha un portamento cespuglioso che può raggiungere un’altezza compresa tra i 2 e i 4 metri.

Le foglie sono lucide di colore verde intenso e forma lanceolata; i fiori sono rosso accesi e il frutto prende il nome di Melagrana.

La Melagrana è un frutto tondeggiante o leggermente allungato caratterizzato da una buccia molto robusta, spessa e coriacea.

Opposta al picciolo è collocata una corona formata dai residui del calice del fiore, e formata da quattro o cinque espansioni appuntite.

All’interno del frutto si trovano diverse sezioni, ciascuna delle quali contiene i semi veri e propri, detti arilli; sono particolarmente abbondanti il cui colore varia dal bianco-rosato al rosso acceso e il cui gusto varia dal dolce e profumato, al molto acidulo.

Il Melograno come medicamento

La corteccia delle radici di Melograno, così come la scorza dei frutti, presa solitamente in primavera o in autunno, viene tagliata in pezzetti e fatta seccare all’aria.

Il composto ottenuto viene utilizzato per preparare decotti ricchi in tannini, sostanze dalla spiccata azione astringente e in grado di fungere da sedativo in caso di dissenteria, ma anche come bevanda vermifuga, soprattutto in caso di parassiti intestinali come la tenia.

Tali decotti possono essere impiegati anche per uso esterno, come ad esempio per irrigazioni vaginali, clisteri o impacchi.

Secondo la medicina ayurvedica, i semi ed il succo della Melagrana sono considerati un tonico per il cuore e per il cavo orale, in grado di arrestare le emorragie gengivali e nasali grazie alle loro proprietà astringenti.

Inoltre, il succo viene impiegato per tonificare la pelle ed il seno, nonché per la cura delle emorroidi. In alcuni casi esso svolge addirittura il ruolo di collirio, poiché si ritiene che rallenti lo sviluppo della cataratta.

Le particolari proprietà dei semi e del fiore del Melograno

Inoltre i semi della Melagrana sono ricchissimi in vitamine del gruppo B ed antiossidanti come betacarotene, vitamine A, E, C, polifenoli e sali minerali quali in particolare calcio, potassio, magnesio.

I petali del fiore di Melograno vengono utilizzati per preparare un infuso, ottenuto mediante immersione diretta in acqua bollente; questa bevanda può essere impiegata come rinfrescante delle gengive e del cavo orale in genere.

Infine, grazie ai pigmenti ed in particolar modo alle antocianine di cui è ricca, la melagrana è in grado di proteggere la pelle e di contrastare i danni provocati dai raggi ultravioletti del sole.

Le proprietà antitumorali del Melograno e preventive dell’Alzheimer

Recenti studi hanno dimostrato che il succo di Melograno è aggressivo nei confronti delle cellule tumorali e ne ostacola la proliferazione soprattutto nelle patologie che interessano cavo orale, colon e prostata.

In numerosi casi di tumore della mammella si è potuta riscontrare un’inibizione della proliferazione delle cellule cancerogene grazie l’acido ellagico.

Per gli anziani il succo di Melagrana è utile per prevenire l’Alzheimer, contrasta l’assottigliamento e la degradazione della cartilagine preservando in tal modo la funzionalità delle articolazioni, senza dimenticare i benefici sull’apparato cardiovascolare.

Le controindicazioni del Melograno

Attualmente il Melograno risulta essere una pianta nel suo complesso sicura e ben tollerata, per la quale in letteratura non sono segnalati effetti collaterali.

Attenzione al contenuto in zuccheri, (circa16 grammi su 100 di polpa), per chi ha problemi di diabete e per chi segue regimi dietetici ipocalorici.

Elena Filippi e Patrizia Barbanti

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