Prof. Dr. Rando, perché parlare di cannabis e sessualità maschile?
Il tema è tornato d’attualità da qualche anno, dopo decenni di silenzi legati all’impiego illegale della cannabis. In passato, l’impiego era solo illegale per cui le eventuali problematiche connesse con il suo uso erano una questione di chi la assumeva sostanzialmente solo a scopo ricreativo. Ora, pur permanendo l’impiego illegale della cannabis, la stessa è stata messa a disposizione per i trattamenti medici e di recente, in specifiche formulazioni, anche per uso ricreativo. La spinta a tali impieghi è forte perché in ogni caso rappresenta un consistente mercato con i relativi interessi.
La disponibilità sul mercato legale della cannabis, sia nella formulazione con il THC a bassissimo dosaggio che nella formulazione con aggiunta di CBD o con solo CBD, pone in evidenza la sua relazione con lo stato della salute umana e nello specifico di questa intervista con la salute sessuale.
Quale è la situazione italiana?
In Italia (Legge 242/2016) è disponibile per specifici impieghi medici la formulazione adeguatamente preparata dal Servizio Farmacologico Militare o da questi importata da adeguati produttori. Per tale prodotto parliamo della cannabis con un significativo contenuto (tra il 5% e il 8%) in THC (teraidrocannabinolo: la molecola ad alta attività biologica, soprattutto psicoattiva per azione forte e diretta sui recettori cannabinoidi).
Inoltre, è stata resa disponibile nel mercato generale, per l’uso medico e ricreativo, la cannabis a bassissimo dosaggio in THC (<0.2%, ma disponibile anche per contenuto <0.6%) o contenente solo il CBD (cannabidiolo: la molecola a bassa attività biologica e non psicoattiva per debole azione sui recettori cannabinoidi). E’ da tenere presente che il CBD sostiene l’azione del THC e quindi può potenziare gli effetti del basso dosaggio per quanto tale azione non comporti mai problemi psicoattivi significativi con i bassissimi dosaggi di THC.
Per una più completa descrizione della questione potrà essere letto l’argomento sul sito: http://www.affaritaliani.it/cronache/cannabis-legale-cosa-prevede-la-legge-italiana-544153.html.
Quali altri paralleli si possono evidenziare con la cannabis?
Occuparsi della relazione tra salute sessuale e cannabis ci pone sullo stesso piano della relazione tra alcool e salute sessuale e tra fumo e salute sessuale.
E’ ormai consolidato che gli alti consumi di alcool e fumo hanno un forte impatto negativo sulla funzione sessuale. Dobbiamo sottolineare che l’alto consumo di cannabis ha analoghi effetti negativi.
Per la cannabis vale il principio simile per cui il prodotto a bassissimo dosaggio di THC o con solo CBD impiegato in lunga frequenza può dare luogo a significativi problemi di salute sessuale, così come l’alcool a moderata gradazione o il fumo a moderato contenuto di nicotina.
Quindi l’estensione della disponibilità sul mercato rende maggiori e più diffuse le problematiche legate all’impiego di cannabis leggera sul medio-lungo periodo.
Per quali aspetti della salute sessuale la cannabis entra in gioco?
Come per il fumo e l’alcool, la cannabis ha azioni negative sulla qualità della funzione fertile e della funzione erettile/eiaculatoria, effetti inibitori della reattività congestizio-infiammatoria pelvico-prostatica, effetti contrastanti sui tumori.
Tutti gli effetti sono prevalentemente in relazione al THC, anche a dosi basse eventualmente potenziate dal CBD. Il solo CBD agisce invece positivamente sulle funzioni in quanto concorre a ridurre le attività indotte dal THC e comunque dai cannabinoidi stimolanti naturali.
Come emerge, gli effetti possono essere talvolta contrastanti, ma sono frutto della dose e del tempo di assunzione, oltre che della sensibilità individuale.
Sia i centri nervosi che le strutture periferiche (cellule testicolari e prostatiche, cellule della rete vascolare anche cavernosa) posseggono i recettori per i cannabinoidi e quindi interagiscono con il THC e con il CBD. Ciò avviene prevalentemente con una azione inibitoria delle funzioni regolate da tali recettori, ma anche con una azione interferente con gli altri meccanismi di regolazione, cosicché le diverse funzioni finiscono per risultare alterate o per squilibrarsi maggiormente, soprattutto se sono in gioco altri fattori di squilibrio.
In relazione alla funzione fertile, si è rilevato che i cannabinoidi inibiscono le regolazioni ipotalamo-ipofisarie e interferiscono con le regolazioni funzionali locali delle cellule di Sertoli e di Leydig. Da ciò deriva una minore efficienza nella produzione degli spermatozoi (cellule di Sertoli) e di testosterone (cellule di Leydig). Inoltre, esercitano una azione inibitoria sulla motilità degli spermatozoi e sulla loro capacità di reagire con l’ovocito (reazione acrosomiale).
In relazione alla funzione erettile, si è rilevato che i cannabinoidi interagiscono con la regolazione dell’attività della muscolatura liscia della rete vascolare cavernosa favorendo la sua contrazione (antagonismo al rilassamento necessario all’erezione). Al contrario, il rilassamento indotto in sede nervosa centrale tende a favorire l’erezione, il controllo dell’eiaculazione e un maggiore piacere sessuale, per quanto l’uso prolungato tenda ad ottenere gli effetti opposti.
In relazione alla congestione infiammatoria pelvico-prostatica, si è rilevato che i cannabinoidi svolgono un’azione di inibizione sia sulla reattività immunitaria che sulla sensibilità al dolore, in particolare il CBD, e quindi tendono a migliorare l’esito delle connesse terapie di riequilibrio funzionale.
In relazione ai tumori, si è rilevato che i cannabinoidi, in particolare il THC assunto a lungo e in giovane età, concorrono allo sviluppo dei tumori testicolari, mentre sembrano avere azione inibitoria sullo sviluppo dei tumori prostatici e vescicali. L’azione negativa sui testicoli deriva dalla squilibrio indotto sull’asse ipotalamo-ipofisi-testicolo e dall’azione mutagena diretta. L’azione positiva sulla prostata e sulla vescica deriva dalla riduzione della reattività infiammatoria cronica (nota condizione che favorisce il cancro) e dall’azione diretta di inibizione sulle cellule neoplastiche prostatiche e vescicali.
In sintesi, sui tumori sussistono azioni differenti legate al tipo di tessuto, all’età, alle condizioni concorrenti, al tempo di uso e alla dose della cannabis.
Quali conclusioni possiamo dare alla relazione tra cannabis e sessualità maschile?
Quanto abbiamo qui brevemente discusso fa emergere che l’impiego della cannabis dipende molto da ciò che il preparato contiene, sia esso legale o illegale. Tanto maggiore è la quantità di THC tanto maggiori sono gli effetti ad azione negativa con insorgenza e sviluppo delle disfunzioni sessuali, anche se possono essere presenti azioni stimolanti. La sola presenza del CBD, al contrario, pone in essere un buon livello di azioni positive sulla funzione sessuale, per quanto non si debba mai eccedere una ragionevole, motivata e controllata assunzione. La copresenza di THC e CBD, anche a dosi molto basse, può ottenere effetti contrastanti che spesso dipendono dalle condizioni coesistenti.
Cosa si può prevedere in futuro?
La attuale maggiore disponibilità sul mercato libero o controllato certamente aumenterà il consumo e quindi porrà il problema delle eventuali disfunzioni, soprattutto nei soggetti più giovani, nell’area sessuale. E’ bene che sempre valga il principio di precauzione, per il quale ogni prodotto ad azione sull’organismo deve sempre mettere in guardia, sia che il prodotto sia impiegato in sede ricreazionale che in sede terapeutica.
Per la cannabis, così come per l’alcool e il fumo, la assunzione delle utili informazioni e della responsabilità personale nella gestione della propria salute sono decisamente meglio di qualsiasi politica proibizionista.
E’ doveroso sottolineare che tutto può rientrare nel normale equilibrio funzionale ove si ripristini l’equilibrio nutrizionale, si riduca il peso grasso e si mantenga una sufficiente attività sportiva, eliminando il fumo e riducendo l’assunzione di alcolici ad un piccolo bicchiere di vino rosso (anche tutti i giorni)… senza questi aspetti non esiste terapia farmacologica che funzioni.