Cannabis terapeutica: efficace in certi casi contro il dolore cronico, ma…

Focus

A partire dall’inizio di quest’anno lo Stato, attraverso l’Istituto chimico e farmaceutico militare di Firenze, ha iniziato la produzione di cannabis terapeutica, per altro già legale in Italia dal 2013. Soltanto però in alcune regioni l’utilizzo è attualmente a carico del SSN e l’approvvigionamento da parte di farmacie e pazienti non è così agevole come per altri farmaci.

Sono balzati agli onori della cronaca casi di persone che hanno trovato delle scorciatoie illecite, giustificandosi e denunciando i tempi di attesa per reperire la cannabis in farmacia, ma anche di farmacisti che lamentano i costi troppo alti d’acquisto della materia prima, cosa che li costringe a venderla a prezzi ritenuti troppo alti dai pazienti, ma che comprendono anche il loro lavoro di preparazione. Il prezzo di vendita è stato successivamente calmierato a livello nazionale, ma a quel punto sono stati i farmacisti a ritenerlo troppo basso per giustificare la convenienza nel lavorare il prodotto e venderlo al pubblico.

Speriamo si possa trovare un giusto equilibrio quanto prima nell’interesse principale dei pazienti, quando ne è indicato l’uso, ma intanto vediamo in quali casi la cannabis terapeutica può essere una  ipotesi prescrittiva nella terapia del dolore.

Quale cannabis è considerata terapeutica e quando si può utilizzare?

Si parla in particolare della Cannabis FM-2 (contenente THC 5% – 8% e CBD 7,5% – 12%), prodotta in Italia in conformità alle direttive europee in materia di medicinali (EU – GMP) sulla base di un processo produttivo depositato e controllato, eseguito in una officina farmaceutica autorizzata dall’AIFA (appunto l’Istituto militare di Firenze). La distribuzione è autorizzata dall’Organismo statale per la cannabis presso il Ministero della Salute.

Inoltre, da diversi anni alcune farmacie in Italia, come prodotto galenico, producono già altre formulazioni con concentrazioni di THC fino a 19%  in soluzione con  olio,  formulazioni decotti da preparare simil tisane e formulazioni inalatorie per aerosol con specifici erogatori.

La normativa ha cercato di regolamentare tutto il percorso delle filiera produttiva della cannabis terapeutica  e il corretto uso, oltre che  le modalità di  produzione da parte degli stessi  laboratori farmaceutici.

In quali patologie è previsto l’utilizzo di cannabis terapeutica?

La cannabis terapeutica è una opzione quando si debba alleviare il dolore cronico (oncologico e non) e i disturbi associati a sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale; chemioterapia, radioterapia, terapie per HIV; malattie reumatiche (artriti, osteoartrosi, fibromialgia), neuropatie. Inoltre, essa è efficace come stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa, produce un effetto ipotensivo nel glaucoma e la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette.

Le precauzioni da seguire

La cannabis terapeutica non è scevra da inefficacia e da effetti collaterali a livello sistemico, come tutte le altre molecole; soggetti con profilo psicologico fragile, con storie ed atteggiamenti compulsivi costituiscono un alert nella prescrizione e pertanto è necessaria una particolare cautela e monitoraggio sull’aderenza terapeutica.

E’ fortemente consigliabile informare in modo dettagliato il malato e alla fine di tale processo è opportuno un consenso  specifico che attesti la consapevolezza della persona.

La ricettazione è anonima, in quanto non risulta identificato il  nome del paziente ma un alfa numerico; è invece molto evidente l’identificazione del medico prescrittore che può essere qualsiasi laureato in Medicina e Chirurgia iscritto ad un Ordine dei Medici.

Attualmente, il costo medio mensile di cannabis terapeutica in formulazione galenica in base alle  delle diverse formulazioni è di circa 90,00 euro.

Conclusioni

Come descritto nella prima parte, vi sono ancora alcuni problemi di contesto che ostacolano il corretto ed efficace utilizzo della cannabis terapeutica, compresa una insufficiente conoscenza dell’argomento da parte degli stessi operatori del settore (medici specialisti, medici di famiglia farmacisti) e dei pazienti.

E’ importante che si inneschi un adeguato percorso informativo, culturale ed educativo per avere un sistema efficiente che ne garantisca la fruizione nella pratica terapeutica a chi ne ha davvero bisogno, con una rete di monitoraggio di presa in carico. Il sistema di monitoraggio nel tempo, in termini anche di aderenza terapeutica oltre che di efficacia, è una condizione necessaria ed opportuna in tutte le persone con terapie che perdurano nel tempo (croniche), inclusi gli stessi farmaci oppioidi per quanto riguarda in particolare gli aspetti di cura nella terapia del dolore.

Infine, una corretta ed adeguata informazione è fondamentale per evitare illusorie attese miracolistiche terapeutiche da parte dei malati ed un appropriato approccio da parte di tutti i componenti del sistema in termini organizzativi.

Dott. Paolo Notaro

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