L’osteopatia viscerale

L’osteopatia viscerale è una branca dell’osteopatia, considerata come disciplina funzionale a ristabilire l’equilibrio ed il ripristino della salute, non perdendo mai di vista il principio cardine secondo il quale il corpo è una sola unità, in cui vivono a stretto contatto ed interagiscono il sistema muscolo-scheletrico, viscerale, cranio-sacrale ed emozionale.

L’obiettivo del trattamento osteopatico

I visceri scambiano costantemente informazioni con tutti i sistemi citati precedentemente.

Per questo motivo non possiamo isolare la funzionalità di un organo rispetto a quella della struttura (osso, tendine, legamento) a cui si lega e da cui è contenuto (ad esempio la cavità toracica, costituita da vertebre dorsali, coste e sterno, contiene i polmoni che possono influenzare la mobilità di queste strutture o viceversa essere influenzati dalla struttura).

Ma anche rispetto ad un vaso sanguigno che lo nutre e ossigena o un nervo che lo mantiene in attività e funzione costante.

Durante il trattamento osteopatico l’obiettivo primario è quello di ripristinare l’equilibrio in modo da mantenere una buona funzione e vitalità di tutte queste componenti favorendo la capacità intrinseca di ogni essere vivente: l’autoregolazione.

Il movimento è un concetto chiave in questo processo, qualsiasi tensione provoca una diminuzione del movimento (sia biomeccanico, emodinamico che neurovegetativo) e l’osteopatia viscerale può essere riassunta come lo studio del movimento e delle densità all’interno del sistema viscerale e relativi tessuti e strutture.

Gli organi in buona salute possiedono un movimento fisiologico. Esso è interdipendente a causa delle membrane sierose che lo avvolgono, la fascia, i legamenti e gli altri tessuti che li connettono alle diverse e circostanti parti del corpo.

Tutti i visceri dovrebbero funzionare bene, senza limitazioni, poiché ogni limitazione fissazione o aderenza ad un’altra struttura implica in indebolimento dell’organo.

I tre movimenti principali degli organi

Principalmente possiamo distinguere 3 movimenti degli organi:

  1. Motricità: si riferisce ai movimenti passivi degli organi che derivano dall’attività motoria dell’apparato locomotore
  2. Mobilità: si riferisce al movimento tra due organi o tra un organo e le strutture muscolo scheletriche derivati da automatismi come la respirazione diaframmatica, il battito cardiaco e la peristalsi.
  3. Motilità: è il movimento intrinseco degli organi con frequenza lenta e ampiezza ridotta, circa 7/8 cicli al minuto.

Un trattamento viscerale è quindi in grado di ripristinare una corretta funzionalità dell’organo migliorando sintomi come, ad esempio: reflusso gastro esofageo, difficoltà digestive, meteorismo, gonfiori addominali e stitichezza.

Il trattamento viscerale non è solo indicato in problematiche direttamente connesse agli organi, ma risulta anche fondamentale nella risoluzione di problematiche dolorose a carico del sistema muscolo scheletrico (cervicalgie, dorsalgie o lombalgie ad esempio).

Questo perchè gli organi hanno connessioni dirette con le strutture adiacenti e possono influenzarne il movimento e creare blocchi o compensazioni che, protratte nel tempo, possono sfociare in dolori anche distanti dall’organo in questione o generare dolori riferiti.

Nei prossimi articoli parleremo nello specifico di ogni organo, quale è la sua funzione e quali dolori possono essere associati ad una problematica viscerale.

Dr. Kevin Miraglia per Poliambulatorio Studio Sinergia

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