L’insufficienza venosa e le varici

Il malfunzionamento delle valvole venose è la causa principale delle varici (o vene varicose).

L’insufficienza venosa è un lento ma progressivo processo patologico che può comportare l’insorgenza di diverse complicazioni, da semplici problemi estetici a quadri clinici più complessi e seri.

Ne analizziamo di seguito i sintomi, i fattori di rischio, la prevenzione e le possibili cure.

Cosa sono le varici?

Le varici sono vene dilatate e di aspetto serpiginoso chiaramente visibili all’ispezione clinica.

Il circolo maggiormente colpito è quello superficiale degli arti inferiori che occupa il tessuto immediatamente sottocutaneo.

Le vene colpite appaiono come gavoccioli bluastri e rigonfi visibili “sottopelle”; si manifestano soprattutto tra le persone che trascorrono molto tempo in piedi per abitudine o lavoro.

Quando e perché compaiono le vene varicose?

Le vene varicose si manifestano quando il sangue staziona in modo gravativo per molto tempo nelle vene superficiali della gamba.

Questo può accadere stando per molto tempo fermi in piedi, o seduti, poiché la pressione della parete venosa aumenterà maggiormente a causa della pressione idrostatica (per gravità).

Questa pressione dilata la vena stessa compromettendo la corretta tenuta dell’apparato valvolare che normalmente impedisce al sangue di refluire verso le zone più declivi.

L’insufficienza venosa: perché avviene e quando preoccuparsi

Questo problema medico è relativamente comune; si manifesta infatti quasi nel 50% della popolazione.

La manifestazione clinica più frequente è la comparsa delle vene varicose, ma non di rado l’insufficienza venosa non si accompagna alla presenza di varici.

Spesso si verifica, come visto, in quelle situazioni in cui la pressione idrostatica nelle vene aumenta, ma è molto comune anche l’insufficienza venosa secondaria a fenomeni trombotici e tromboflebitici.

Questa condizione patologica che colpisce quasi esclusivamente gli arti inferiori è associata ad un ampio spettro clinico, che va da problemi estetici senza sintomi associati a quadri clinici anche gravi.

Vediamo i più comuni sintomi.

Sintomi iniziali:

  • sensazione di pesantezza
  • crampi notturni
  • formicolii o prurito
  • gonfiore

Si parla di sintomi iniziali perché l’insufficienza venosa può peggiorare e di conseguenza i sintomi diversificarsi peggiorando.

Sintomi avanzati:

  • discromie cutanee (macchie brune che appaiono solitamente nella regione della caviglia)
  • eczema
  • tromboflebite (infiammazione della parete vascolare con conseguente trombosi del sangue all’interno)
  • ulcerazioni (soluzioni di continuità dei tessuti cutaneo e sottocutaneo)
  • sanguinamento (per rottura della parete vascolare)

L’insufficienza venosa richiede una “gestione cronica” poiché la terapia, pur ottenendo risultati precoci anche soddisfacenti nella maggior parte dei casi, non è in grado di azzerare le recidive di malattia nel corso degli anni.

I fattori di rischio

  • l’età
  • la familiarità
  • l’ortostatismo prolungato (cioè stare in piedi per lungo tempo durante la giornata)
  • il genere (le varici degli arti inferiori colpiscono con maggiore frequenza le donne)
  • l’obesità
  • il fumo
  • uno stile di vita sedentario
  • i traumi
  • precedenti trombotici o tromboflebitici
  • le malformazioni artero-venose
  • l’assunzione della terapia ormonale estro-progestinica
  • la gravidanza (in alcune donne l’aumento di volume dell’utero, con conseguente pressione sui vasi del bacino, può favorire l’insorgenza di varici)

Alcuni di questi fattori di rischio (tranne la familiarità, il genere e l’avanzare dell’età) possono essere prevenuti.

Mantenere un peso-forma ideale, cercare di non stare molto tempo fermi sui due piedi, praticare attività sportiva, non esporre per molto tempo le gambe al caldo intenso, indossare calze elastiche sono tutti accorgimenti di prevenzione assoluta.

Come si effettua la diagnosi e quali sono i trattamenti terapeutici dell’insufficienza venosa e delle varici?

Il medico dovrà effettuare una completa raccolta dei dati anamnestici ed eseguire un attento esame fisico per ottenere una diagnosi precisa e puntuale.

E’ frequente che il medico si avvalga di un esame diagnostico per nulla invasivo per una diagnosi più approfondita o in caso di dubbi: l’ECOLOCOLORDOPPLER.

Tra i trattamenti conservativi consigliati vi sono:

  • l’utilizzo di calze a compressione graduata, che permettono di contrastare le forze idrostatiche dell’ipertensione venosa
  • la terapia farmacologica (flebotonici, profibrinolitici, anticoagulanti)

Quando è necessario sottoporsi ad un intervento chirurgico?

In caso di quadri clinici più compromessi o in presenza di complicanze che rendono la patologia più severa, il paziente può richiedere un approccio chirurgico che consiste essenzialmente nell’asportazione delle vene ammalate (safenectomia, varicectomie).

Dott. Leonino A. Leone

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