La Sindrome genito urinaria o vulvovaginale fa parte dei sintomi post-menopaus.
Come si può curare e quali sono i sintomi?
Quando si manifesta l’atrofia genitourinaria
L’atrofia vulvo-vaginale è una condizione patologica che riguarda la sfera femminile.
Può essere definita Sindrome GenitoUrinaria poiché è una condizione abbastanza cronica che può progredire nel tempo, interessa la zona vulvo vaginale e quella urinaria.
E’ causata dalla carenza di steroidi sessuali nella fase post-menopausa, i primi sintomi si avvertono da 1 a 5 anni dopo la menopausa.
E’ bene affermare che non tutte le donne saranno colpite in questa fase della vita da questa patologia, e soprattutto se colpite, non allo stesso modo, ma i sintomi sono variabili da donna a donna.
Avviene a carico di tutti gli organi del tessuto connettivo, dove si verifica una diminuzione del collagene, interessa quindi:
- osso
- cute
- pavimento pelvico
- vasi sanguigni
Clinicamente parlando si ha un rallentamento nella crescita cellulare da cui ne deriva una ridotta capacità di riparazione dei tessuti.
Le cellule si atrofizzano e possono degenerare, questo avviene in particolar modo nelle aree più sensibili a livello estrogenico, come nel caso dell’apparato uro-genitale.
L’epitelio vaginale , uretrale, vescicale ed il pavimento pelvico contengono vari recettori per gli estrogeni, se questi vengono a mancare o variare in qualche modo si hanno danni dell’apparato in questione causando vari sintomi.
I sintomi sono a volte fastidiosi, altri sopportabili o possono nuocere gravemente sulla qualità della vita della donna in questa fase delicata.
I sintomi dell’atrofia vaginale che lamentano le donne in postmenopausa
I sintomi dell’atrofia vaginale si manifestano nel 25-50 % delle donne in post menopausa.
Dopo la menopausa la mucosa vaginale presenta meno fibroblasti, incapaci di produrre acido ialuronico ed altre molecole utili alla riproduzione cellulare.
La mucosa diverrà così:
- disidratata
- poco nutrita
- fragile
- soggetta ad infezioni
- soggetta a traumi
- microabrasioni spontanee
- dolorante durante e dopo i rapporti sessuali
La conseguenza di questa condizione è un ventaglio di sintomi, tra cui:
- urgenza minzionale , l’estrema necessità di urinare .
- incontinenza da sforzo , si tratta di fuoriuscite di urina dovute a piccoli gesti come lo starnutire.
L’incontinenza è tra i sintomi più invalidanti per la donna in questa fascia d’età poiché impedisce di condurre una vita serena, con svariate difficoltà sociali, le perdite di urina possono essere incontrollabili , non sempre si può avere tempo di arrivare in bagno e causare imbarazzo e disagio.
La donna può ritrovarsi a dover indossare assorbenti che contengano le fuoriuscita di urina improvvise.
Tra gli altri sintomi dell’atrofia vaginale vi sono anche:
- secchezza
- dispareunia
- irritazione
- prurito
- sanguinamento vaginale durante i rapporti
I sintomi dell’atrofia genito urinaria sono la causa principale delle problematiche della donna durante i rapporti sessuali, i quali vengono spesso evitati per questo motivo.
Durante i rapporti sessuali la donna manca di lubrificazione, la secchezza quindi non si presenta nenache con la stimolazione.
Il dolore è altresì importante, il quale inizia dal momento della penetrazione e continua con la disfunzione sessuale.
Spesso le donne (tra i 45 ed i 75 anni) sono anche restie a parlarne per imbarazzo o il forte disagio, è pertanto fortemente consigliato di recarsi presso il proprio ginecologo per poter effettuare una corretta diagnosi ed un’eventuale trattamento.
La diagnosi dell’atrofia genito-urinaria
E’ compito del ginecologo occuparsi della sindrome genito-urinaria della donna dopo la menopausa, in primis con un adeguato counselling.
L’anamnesi dei sintomi latenti è fondamentale da parte del medico per effettuare un esame obiettivo.
Il ginecologo potrà valutare (durante la visita ginecologica) alcuni aspetti vaginali come l’appiattimento della vagina , perdita del cuscinetto adiposo delle labbra, abrasioni e secchezza delle mucose.
Il consulto ginecologico è fondamentale rispetto a questa sindrome poiché è una problematica sottostimata e la risposta terapeutica è spesso sottovalutata.
La terapia per l’atrofia genitourinaria
I trattamenti possono essere sia di tipo ormonale che non, quelli ormonali sono maggiormente consigliati.
La cura ormonale è consigliata perchè incide in maniera più efficace in questa fascia d’età in cui la sfera femminile soffre anche di altre patologie (ipertensione, osteoporosi, diabete etc.).
La terapia ormonale è infatti un valore aggiunto anche per la decalcificazione ossea ed altri sintomi correlati, questa può essere assunta con degli ovuli e creme, anche per svariati cicli.
Gli estrogeni locali come l’estriolo , il promestriene ed estrogeni coniugati sono tra le scelte della cura ormonale da somministrare alla donna affetta da atrofia vaginale.
La pomata di testosterone è un’aggiunta in caso di secchezza vaginale ai genitali esterni.
Nelle ultime scoperte in ambito ginecologico vi è anche l’ospemifene, un farmaco che agisce da modulatore selettivo dei recettori estrogeni (SERM).
La stimolazione dei recettori estrogenici migliora lo stimolo tissutale ed una maggiore lubrificazione e blocca i recettori estrogenici, il che risulta molto utile per chi non volesse assumere ormoni o terapie locali.
Esistono infine trattamenti locali a base di ossigeno ad alta concentrazione e acido jaluronico che danno degli ottimi effetti.
Dott. Marco Salvatores Ginecologo ad Aosta
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