In Italia l’osteopenia colpisce l’80 % delle donne in menopausa.
A partire dai 40 anni, e con l’arrivo della menopausa, avviene una degenerazione della massa ossea e la comparsa di questa patologia.
Studi statistici specifici effettuati in Italia riportano che, dopo i 50 anni, l’ osteoporosi colpisce:
- una donna su tre
- un uomo su otto.
Ma si può prevenire l’osteoporosi?
La patologia delle “ossa porose”: come riconoscerla
Analizzando il tessuto osseo al microscopio potremmo vederne la struttura “a nido d’ape”, ma se
se si è affetti da osteoporosi gli spazi vuoti della struttura a nido d’ape saranno più grandi rispetto ad ossa sane.
L’ osteoporosi è una malattia caratterizzata da:
- riduzione di massa ossea
- alterazione del muscolo scheletrico
- diminuzione delle componenti minerali (calcio, fosforo, magnesio, zinco..)
Il rischio di fratture epiccoli traumi, se affetti da questa patologia, è molto alto e sono principalmente causate dal peso che grava sull’osso che, molto indebolito nella struttura, cede.
Le fratture possono interessare soprattutto:
- vertebre
- femore
- polso
- omero
- caviglia
In alcuni casi è possibile riconoscerne i sintomi dell’osteoporosi , in altri, purtroppo, ci si rende conto di aver sviluppato questa malattia solo quando si va incontro a fratture improvvise.
I pazienti affetti da osteoporosi in fase avanzata avvertono i seguenti sintomi:
- dolore osseo e muscolare (mal di schiena intenso)
- incurvamento della colonna vertebrale (postura curva)
- riduzione della statura
E’ spesso una patologia silenziosa poiché le ossa diventano fragili con il passare del tempo, senza l’evidenza di alcun sintomo.
Ma una caduta improvvisa, anche banale e non troppo traumatica, come accennato, potrebbe essere significativa e causare una frattura.
Perché le donne in menopausa soffrono maggiormente di osteoporosi?
Le donne in età avanzata hanno una riduzione maggiore della massa ossea, e questo avviene a causa degli estrogeni che diminuiscono proprio con l’arrivo della menopausa.
Gli estrogeni hanno un ruolo fondamentale per le ossa, come:
- il riassorbimento di calcio
- la conversione della vitamina D
- l’incremento della sintesi di calcitonina (la calcitonina è un ormone prodotto da cellule della tiroide, utile per l’aumento di calcio)
Nelle donne in menopausa questa condizione avviene in maniera più accelerata, ed ancor più in menopausa precoce (ovvero se la menopausa compare prima dei 45 anni).
Oltre alle caratteristiche fisiologiche delle ossa in una donna e all’alterazione ormonale, a differenza degli uomini, l’osteoporosi può insorgere anche a causa di:
- mancanza di attività sportiva regolare
- eccessiva assunzione di farmaci come antinfiammatori, immunosoppressori…
- carenza nella dieta alimentare di nutrienti utili per le ossa
- abuso di alcol, zucchero, caffeina
- immobilizzazione prolungata a causa di ricoveri
- eccessiva magrezza
L’osteoporosi colpisce anche l’aspetto psicologico delle donne, in quanto possono perdere parte della loro indipendenza con riduzione anche importante della qualità della vita.
A tal proposito studi clinici affermano che le donne affette da questa patologia possono soffrire di ansia, depressione ed isolamento sociale.
Prevenire l’osteoporosi, si può?
La prevenzione è possibile cambiando stile di vita e modificando alcune cattive abitudini, sia per donne che per uomini, ben prima dell’arrivo dell’età a rischio.
L’attività fisica è al centro della prevenzione.
La mobilità aiuta la stimolazione meccanica sulle ossa, assicurandone una densità e compattezza maggiore.
La dieta è altresì fondamentale, ed è per questo importante che una donna, per tutto il corso della sua vita, assumi regolarmente:
- calcio (latte e derivati)
- fosforo (cacao, soia, orzo)
- vitamina D (nel pesce ricco di omega 3, fegato di merluzzo, tuorlo d’uovo, funghi ed olio)
- vitamina K (spinaci, lattuga, cime di rapa, broccoli, cavolo..)
- magnesio (noci, mandorle, legumi, cereali integrali)
e limiti:
- il consumo di proteine
- il sale dalla dieta (ed alimenti salati, insaccati)
- il consumo di zucchero (limitarlo nei dolci)
- il consumo di caffè, bevande energetiche e tè.
E’ importante inoltre l’esposizione alla luce solare (per favorire la sintesi della vitamina D).
Studi clinici confermano che avere dei buoni livelli di vitamina D dopo i 30 anni è utile per la prevenzione dell’osteoporosi ai 50 anni di età.
Gli esami da sostenere per la diagnosi dell’osteoporosi: a chi rivolgersi?
Per diagnosticare l’ osteoporosi è importante rivolgersi al proprio medico curante o ginecologo, i quali sapranno consigliare gli esami utili alla diagnosi precoce.
Prima che compaiono fratture e sia quindi troppo tardi, bisogna effettuare un esame di densitometria ossea (MOC).
Si tratta di un esame che valuta lo stato delle ossa e della loro salute .
Per le donne già in menopausa l’interpretazione del MOC avviene in base ad un valore:
- il T-score (ovvero la differenza tra il valore di densità ossea (BMD) ed i valori di individui con un livello massimo di massa ossea)
Anche effettuare esami del sangue di routine più volte l’anno può aiutare a tenere sotto controllo lo stato di salute generale, e, fra questi, i seguenti possono intendersi molto importanti:
- livello di colesterolo nel sangue
- anemia
- l’ormone follicolo-stimolante (FSH)
- parametri di funzionamento di reni e fegato
- glicemia
Dott. Marco Salvatores Ginecologo ad Aosta
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