Tra le tante malattie sessualmente trasmissibili, una delle più comuni ed importanti per le conseguenze che può avere è l’infezione da Papilloma Virus (HPV).
Da diversi anni sono in atto programmi di prevezione relativi a quest’infezione ed alle sue possibili conseguenze: pensiamo ad esempio agli screening effettuati con i Pap Test o con l’HPV test, e più recentemente alle campagne di vaccinazione.
Tanto impegno da parte della comunità medico-scientifica negli anni è legato al fatto che l’infezione da Papilloma Virus, se non curata, potrebbe causare il tumore della cervice uterina, oltre ad altre neoplasie.
Come si diffonde il Papilloma Virus, HPV?
La via più comune di contagio è la trasmissione sessuale.
Gli studi clinici hanno evidenziato che il contagio avviene più spesso già tra la tarda adolescenza ed i 20 anni.
La trasmissione del virus avviene prevalentemente conrapporti sessualicon un partner già infetto dal virus, anche quando quest’ultimo è asintomatico (infatti l’ HPV per lo più non dà sintomi, e lo stato di portatore/portatrice è dimostrabile solo con esami specifici).
Chiunque sia sessualmente attivo può contrarre l’ HPV.
HPV, Papilloma Virus: quali sono le conseguenze?
Nella gran parte delle situazioni l’ HPV non causa alcuna problematica importante ma in alcuni soggetti, specie in seguito alla persistenza dell’infezione per lungo tempo, ed in compresenza di contesti immunitari sfavorevoli, può provocare l’insorgenza di lesioni di vario tipo, come ad esempio:
- verruche genitali (dette “condilomi”,appaiono come una piccola protuberanza od un gruppo di protuberanze nell’area genitale, di dimensioni piccole o grandi , rialzate o piatte o a forma di cavolfiore)
- anomalie nelle cellule (da gradi molto lievi, sino a progressive alterazioni che possono in ultima analisi evolversi anche in cancro)
I tessuti che possono essere coinvolti dai danni provocati dall’HPV non sono solo quelli del collo dell’utero, ma anche quelli di altre mucose che possono essere interessate dall’infezione; pertanto diverse neoplasie possono vedere nell’HPV la causa iniziale. Tra queste:
- cancro anale
- al pene
- cancro vulvare
- cancro vaginale
- alcuni tipi di cancro della testa e del collo e del cavo orale
Il cancro derivante da HPV e la prevenzione per le donne: Pap Test, Colposcopia ed altri esami
Il cancro richiede spesso anni, anche decenni, per svilupparsi dopo aver contratto il Papilloma Virus.
Per questo è fondamentale che le donne si sottopongano a periodici controlli di screening ed effettuino esami, quali il Pap-Test, che possano rilevare alterazioni precancerose nei tessuti della cervice uterina.
I programmi di screening prevedono indagini in un range di età compresa tra i 25 ed i 65 anni, ogni tre anni (con esame citologico) o ogni cinque anni (con HPV-test).
Le donne con età più avanzata è bene che rimangano in ogni caso sotto controllo periodico, anche se non più compreso all’interno dei programmi di screening organizzati.
Il Pap Testsi esegue in modo indolore durante una visita ginecologica di routine, inserendo uno speculum vaginale e prelevando una parte di mucosa dal collo dell’utero e dal canale cervicale.
Ad una donna positiva al Papilloma Virus, o ad una donna con Pap Test con esito dubbio o anomalo verrà consigliato di effettuare la colposcopia.
Si tratta di un esame ginecologico che diagnostica precocemente i tumori al collo dell’utero ma evidenzia anche altre patologie, tramite la visualizzazione diretta dei tessuti aiutata da reagenti (liquidi applicati dal Ginecologo durante l’esame) che determinano la miglior evidenziazione delle aree anomale, che vengono quindi sottoposte a prelievo bioptico per ottenere anche il dato istologico.
HPV, Papilloma Virus: le terapie
Il Papilloma Virus è trattabile, ma non curabile, come molte malattie virali.
In presenza di condilomi (verruche genitali) è necessario provvedere alla loro eliminazione, che può essere ottenuta per via medica (applicazione di prodotti locali in crema) o chirurgica (laser, crioterapia, o altre procedure sempre di minima invasività).
Vi sono varie poi vari livelli di lesioni precancerose da HPV, sia sul collo uterino che sugli altri tessuti che possono essere colpiti (vulva, vagina, ecc.), che vengono classificate in lesioni:
- di Alto Grado (ad esempio HSIL o CIN 2-3)
- di Basso Grado (ad esempio LSIL o CIN 1)
In riferimento a queste lesioni ed alla loro gravità il Medico Specialista fornisce le corrette indicazioni alla Paziente, che verrà tenuta in osservazione nel tempo o trattata chirurgicamente in base alle necessità.
HPV, Papilloma Virus: quali sono i fattori di rischio per l’infezione da HPV?
Uno dei fattori di rischio per la trasmissione di questo virus è sicuramente ilnumero di partner sessuali.
Un maggior numero di partner porta ad un maggior rischio di contagio, come allo stesso modo frequentare un partner che ha rapporti con altre persone.
Il sistema immunitario indebolito, poi, rappresente una “porta aperta” per il Papilloma Virus.
Avere la pelle danneggiata o screpolata è un fattore di rischio in quanto più facilmente “attaccabile” con il solo contatto. Altrettanto vale per le mucose (ad esempio vagina e collo uterino) in cui stati infiammatori cronici che “distraggono” le difese immunitarie possono creare un ambiente più favorevole alla sovrapposizione dell’infezione da HPV.
La frequentazione abituale di luoghi quali docce di palestre, bagni comuni in luoghi pubblici può essere un fattore di rischio di infezione, anche se assai minore rispetto al contagio per via sessuale, e comunque solo in presenza di contatto diretto con secrezioni infette presenti nell’ambiente (il virus sopravvive poco tempo al di fuori del corpo umano, quindi il contatto deve avvenire con sostanze contaminate rilasciate da poco tempo).
HPV, Papilloma Virus: cosa fare per ridurre il rischio di contagio?
Esiste oggi la possibilità di indurre l’immunizzazione contro questo virus tramite il vaccino specifico per l’HPV, efficace e sicuro, che può proteggere dalle malattie causate dal Papilloma Virus: non blocca in modo completo la trasmissione dell’infezione, ma riduce enormemente il rischio della persistenza a lungo termine nei tessuti, e pertanto limita in grande percentuale la comparsa di lesioni, compresi i tumori.
Le ragazze ed i ragazzi tra gli 11 ed i 12 anni devono ricevere due dosi del vaccino a distanza di almeno sei mesi, mentre chi supera i 15 anni dovrà effettuare tre dosi di vaccino per ottenere una copertura adeguata.
La vaccinazione in giovane età, prevista da molti programmi attualmente in corso nelle Regioni italiane, ha l’obiettivo di dare una copertura “primaria”, ovvero arrivare con il vaccino prima del possibile arrivo del virus. In età più avanzate si può comunque ricorrere al vaccino come copertura “secondaria” (cioè anche dopo che il virus abbia già infettato l’ospite) ma i benefici possono essere minori.
Un ulteriore ambito di impiego del vaccino è quello successivo ad intervento per l’asportazione di una lesione da HPV (ad esempio: intervento di conizzazione), perchè risulta in grado di ridurre il rischio di recidive nel tempo.
HPV, Papilloma Virus: il vaccino in Italia
Dal 2006 è disponibile il vaccino per la prevenzione primaria da HPV,
entrato a far parte della lista dei vaccini consigliati nelle pratiche vaccinali.
Questo tipo di vaccinazione è gratuita per ragazzi e ragazze di 12 anni (vengono vaccinati soggetti di entrambi i sessi per consentire una valida prevenzione anche delle lesioni da HPV non legate agli organi genitali femminili).
In molte strutture sanitarie italiane il vaccino attualmente impiegato per la prevenzione delle patologie da Papilloma Virus è efficiente contro 9 ceppi del Virus, ma sono tuttora in commercio anche i primi due vaccini distribuiti negli anni, attivi rispettivamente contro 2 e 4 ceppi.
In ogni caso, con tutti i tre tipi di vaccini ad oggi distribuiti, si ha un’ottima efficacia di copertura rispetto al rischio di sviluppare forme patologiche serie (da displasie di alto grado a neoplasie vere e proprie).
E’ assolutamente consigliabile, anche se non obbligatorio, sottoporre i ragazzi e le ragazze a questa vaccinazione, che potrebbe portare nel futuro alla completa scomparsa di una serie importante di tumori, tra cui quello del collo uterino, che rimane invece la neoplasia femminile più diffusa nel mondo in tutti i paesi non coperti da programmi di screening o vaccinazione.
La Redazione
Dr. Stefano Fracchioli – Medico Ginecologo a Torino
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