L’ipertensione in gravidanza consiste in un restringimento delle arterie che impedisce un flusso di sangue regolare.
Tale situazione può comportare complicanze per mamma e bambino, se non trattata.
Ruolo della pressione
La pressione che il sangue possiede all’interno delle arterie viene sempre espresso attraverso due valori:
- la pressione sistolica, cioè la pressione che ha il sangue quando il cuore si contrae,
- e quella diastolica, che è la pressione nelle arterie tra due contrazioni cardiache.
Quando i valori superano i 135 mm Hg per la pressione sistolica e gli 85 mm Hg per la diastolica si parla di ipertensione.
Nelle società occidentali, in particolare, l’ipertensione in gravidanza rappresenta circa il 15% di tutte le cause di morte in gravidanza.
Tipi di ipertensione in gravidanza
Esistono due tipi di ipertensione in gravidanza: l’ipertensione cronica e l’ipertensione indotta dalla gravidanza.
L’ipertensione è cronica quando è presente già prima della gravidanza o prima della 20esima settimana di gestazione.
L’’ipertensione è gestazionale quando si manifesta dopo 20 settimane di gravidanza e, in genere, scompare dopo il parto.
Quest’ultima è definita preeclampsia o gestosi quando si manifesta sempre dopo 20 settimane di gestazione in concomitanza con altre condizioni che indichino problemi nel funzionamento di reni, fegato, complicanze neurologiche, ematologiche o disfunzione utero-placentare come il ritardo di crescita fetale.
Sintomi di ipertensione in gravidanza
I sintomi che dovrebbero segnalare a una donna incinta l’ipertensione gravidica sono:
- mal di testa e capogiri;
- improvviso aumento di peso;
- sensazione di pesantezza;
- ritenzione idrica;
- gonfiori fuori dalla norma;
- vista sfocata.
Si consiglia nei vari mesi di gravidanza di controllare i valori di pressione una volta alla settimana o almeno ogni volta che si presenti uno dei sintomi sopracitati.
Cause
Un’unica causa della manifestazione dell’ipertensione in gravidanza non è ancora stata identificata.
Si possono elencare però diversi fattori di rischio:
- ipertensione pregravidica,
- nefropatie,
- diabete,
- malattie autoimmuni,
- età inferiore ai 20 anni o superiore ai 40,
- gravidanze multiple,
- prima gravidanza,
- più di 10 anni dall’ultima gravidanza,
- eventi analoghi durante precedenti gravidanze,
- BMI elevato, maggiore di 30,
- predisposizione genetica.
Conseguenze dell’ipertensione in gravidanza
Le conseguenze possono essere molto gravi:
- Pre-eclampsia,
- Morte materna,
- Morte perinatale,
- Parto pretermine prima delle 37 settimane,
- Ritardo di crescita fetale.
Diagnosi
I medici di medicina generale e gli specialisti in discipline diverse dall’ostetricia-ginecologia hanno un ruolo fondamentale nell’identificazione dell’ipertensione in gravidanza, nel suo trattamento di prima linea e nell’indirizzare la donna verso appropriate cure specialistiche.
La diagnosi dell’ipertensione in gravidanza, comunque, è basata sulla misurazione della pressione arteriosa secondo modalità ottimali.
Ciò serve ad escludere l’effetto ipertensivo transitorio e l’effetto ipertensivo da camice bianco ovvero forme di ipertensione non severa, sia cronica che gestazionale.
Screening combinato
Oggi, c’è la possibilità di effettuare uno screening combinato a 11-14 settimane di gestazione, secondo le indicazioni della Fetal Medicine Foundation, alle donne nullipare in presenza di determinati fattori di rischio.
Elementi dello screening sono:
- L’Anamnesi,
- Il Doppler delle arterie uterine a 11-14 settimane,
- PA media,
- PAPP-A (Proteina plasmatica A associata alla gravidanza),
- PGIF (fattore di crescita placentare).
In caso di positività dello screening, può essere utile fare terapia preventiva con Acido Acetilsalicilico dalla 12° alla 36°settimana di gravidanza.
Importante per prevenire le complicanze è effettuare gli esami ginecologici di prassi, il controllo della pressione sanguigna due volte a settimana, l’esame delle urine e quello della creatinina.
Terapia per l’ipertensione cronica in gravidanza
L’ipertensione cronica può essere curata adeguando la terapia con farmaci che abbassano la pressione in base alle nuove esigenze, seguendo una dieta a basso contenuto di sale. Infine, può essere indicato il riposo.
E’ necessario intensificare i controlli prenatali:
- le ecografie per verificare la regolarità della crescita del feto, il cui benessere va controllato anche contando i movimenti fetali;
- i tracciati cardiotocografici per valutare la salute del feto.
Terapia per l’ipertensione gestazionale in gravidanza
Questa ipertensione prevede gradi di gravità crescenti.
Per l’ipertensione lieve si prevedono misure conservative seguite da antipertensivi.
Per l’ipertensione moderata o severa si prescrivono terapia antipertensiva, stretto monitoraggio, e, se la condizione peggiora, induzione del parto o taglio cesareo.
Conseguenze a lungo termine dell’ipertensione in gravidanza
L’ipertensione insorta in gravidanza aumenta la probabilità di recidive di disturbi ipertensivi in gravidanze successive ed il rischio a lungo termine di ipertensione e altri disturbi cardiovascolari nel corso della vita. Non si deve sottovalutare, ma gestire.
Il controllo ginecologico, il controllo pressorio, gli esami ematochimici e le ecografie sono alla base della prevenzione e della corretta cura.
Alberto Bozzolan
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