Artrosi cervicale: clinica, diagnosi, terapie

Focus

 L’artrosi è la più diffusa e comune tra le malattie reumatiche. I principali fattori di rischio sono l’età, eventi meccanici predisponenti e fattori favorenti. L’artrosi cervicale o cervicoartrosi o spondiloartrosi cervicale è un’artropatia di tipo evolutivo la cui base anatomica è rappresentata da un processo degenerativo, con inizio nelle cartilagini articolari che vanno incontro a fenomeni di usura, proliferazione ossee marginali, eburneizzazione dei capi ossei.

Il processo di base fondamentalmente degenerativo non esclude una quota infiammatoria propria della malattia o come complicanza della stessa.

L’artrosi è la malattia più diffusa nel mondo e la più comune forma di reumatismo. L’incidenza tende ad essere in costante aumento per l’allungamento della vita media e, se si tiene conto dell’artrosi senile, nessuno si sottrae a questa malattia.

Dove si sviluppa maggiormente l’artrosi

Il segmento rachideo cervicale e quello lombare sono particolarmente interessato a questa patologia in quanto maggiormente sottoposto a sollecitazioni meccaniche di tipo sia statico sia dinamico.

Le alterazioni biochimiche della cartilagine artrosica sono:

1) perdita da parte della sostanza fondamentale dei complessi proteine-polisaccaridi, in particolare dei mucopolisaccaridi;

2) aumento reattivo dei condrociti e dell’attività di sintesi polisaccaridica da parte di questi.

Numerosi e vari fattori, generali e locali, sono stati ritenuti capaci di modificare l’organizzazione strutturale della cartilagine; alcuni di essi ricorrono con particolare frequenza nell’impostazione eziologica dell’artrosi: fattori vascolari, fattori ormonali, fattori infiammatori-infettivi, dismetabolismi vari. Particolare attenzione meritano, per il rilievo che essi assumono in ogni aspetto e in ogni fase dello sviluppo della malattia articolare, il fattore meccanico e la senescenza.

L’artrosi è un processo degenerativo cronico causato da un dismetabolismo primitivo della cartilagine articolare: artrosi primaria. Questo dismetabolismo può essere condizionato dall’età che avanza: artrosi primaria senile o può essere provocato, favorito, conseguente  ad una serie di fattori infettivi, disendocrini, vascolari, nervosi: artrosi secondaria.

L’artrosi cervicale

L’artrosi cervicale primaria colpisce più spesso le donne e generalmente in età climaterica; non è però rara tra i 30 e i 40 anni. Può insorgere precocemente in entrambi i sessi in seguito a traumi accidentali o professionali: artrosi post-traumatica. La forma senile compare dopo il 6° decennio di vita.

Le manifestazioni cliniche locali sono quelle comuni a tutte le malattie reumatiche croniche: dolore, deformità, limitazione funzionale.

Il dolore ha un particolare ritmo: compare localmente e si accentua con il carico funzionale, e spesso scompare con il riposo. Al risveglio o dopo prolungato riposo, il dolore è sostituito da una rigidità muscolare più o meno marcata, più o meno duratura, e si riduce con la mobilizzazione. La comparsa di dolore anche a riposo indica una complicanza, generalmente di tipo flogistico.

La deformità può essere legata al rimodellamento ipertrofico dei capi articolari o alla presenza di un versamento intra-articolare, espressione di una flogosi reattiva.

La limitazione funzionale è legata al dolore, alla rigidità muscolare, all’eventuale deformità dei capi articolari o alla loro incongruenza e, nei casi evoluti, alla fibrosi o all’anchilosi.

Le manifestazioni cliniche generali non sono frequenti e sono limitate ad episodi di vertigini, di nausea e di disturbi visivi che aggravano i segni clinici locali; anche il sonno può essere disturbato. La VES e gli altri parametri reumatologici sono quasi sempre normali.

Nelle cervicoartrosi, la lesione flogistico-degenerativa è di solito diffusa a tutto il rachide e, se presente, la cefalea si manifesta come complicanza insopportabile, costante e spesso resistente anche agli anti-infiammatori. Se la lesione cervicale è complicata da un aspetto degenerativo di uno o più dischi intervertebrali con riduzione più o meno accentuata degli spazi intervertebrali, essa viene definita cervicodiscoartrosi.

Ne consegue una compressione radicolare che si manifesta con una fastidiosa, spesso molto debilitante brachialgia monolaterale, talora bilaterale in base alla localizzazione della porzione di disco fuoriuscita dalla sua naturale collocazione. La cervicodiscoartrosi ha molto spesso un’eziologia post-traumatica, accidentale (colpo di frusta) o sportiva (agonistica ma anche amatoriale).

Nelle persone adulte/anziane, l’artrosi cervicale, con o senza interessamento dei dischi intervertebrali, è più resistente alle terapie in quanto la lesione flogistico-degenerativa delle componenti articolari è diventata più produttiva (osteofitosi) e profonda rispetto a quello che si osserva nelle persone giovani/adulte. Infine, è bene fare presente che in assenza di fatti flogistici, la componente degenerativa procede lentamente e inconsapevolmente con l’età.

La diagnosi

Risulta fondamentale formulare una diagnosi corretta al fine di poter scegliere la terapia più idonea.

A tale scopo si ricorre all’esame funzionale del rachide cervicale, alla valutazione dei segni clinici neurologici e ad una indagine radiologica.

Si valuta la motilità attiva mediante:

  • la flesso-estensione del collo, la quale è di norma di 35°- 45° in flessione e 35°- 55° in estensione;
  • la rotazione del collo a destra e a sinistra , la quale è di 60°-80° in condizioni normali;
  • la inclinazione laterale del collo a destra e a sinistra, che normalmente va da 0° a 45°.

Si valuta la motilità contro resistenza in flessione, estensione, rotazione, inclinazione laterale. Per avere dei dati semeiologici comparativi si eseguono gli esami bilateralmente e si valutano i referti ottenuti secondo la seguente scala:

5- Normale: movimento completo contro gravità e resistenza

4- Buono: movimento completo contro gravità e contro resistenza modesta

3- Modesto: movimento completo contro gravità

2- Cattivo: movimento completo ma non contro gravità

1- Tracce: presenza di modesta contrazione muscolare ma senza movimento articolare

0- Zero: nessun accenno a contrazione muscolare

Con l’esame neurologico cervicale:

  • Si valuta la sensibilità tattile, dolorifica e termica degli arti superiori, innervati dalle fibre nervose del plesso brachiale provenienti dai segmenti midollari C4-T1
  • Si valutano il tono, la forza e l’ampiezza dei muscoli degli arti superiori
  • Si valuta l’indebolimento o l’assenza di riflessi mediante percussione sul tendine ( o sull’inserzione tendinea) bicipitale, brachioradiale, tricipitale.

L’indagine radiologica è usualmente sufficiente per dare un’utile informazione al sanitario, generico o specialista  che sia. La richiesta deve prevedere le due proiezioni standard, frontale e sagittale, che indicheranno il tipo di patologia più sopra descritta. Raramente, è necessario ricorrere alla Risonanza Magnetica Nucleare la cui importanza si evidenzia in particolare in casi di microfratture dei corpi vertebrali.

Le terapie

Gli Ambulatori di Fisioterapia offrono oggi una gamma molto varia di terapie strumentali. E’ opportuno ricordare che la componente flogistica dell’artrosi cervicale vede un “nemico” nelle terapie fisiche termogenetiche, mentre queste si rivelano molto efficaci solo nelle forme esclusivamente degenerative per la vasodilatazione che esse provocano.

La Magnetoterapia a bassa intensità (30-50 Gauss) e a bassa frequenza (5-10 Herz) rappresenta la terapia fisica non termogenetica e quindi utilizzabile con grande efficacia nelle forme nelle quali la flogosi è presente; aumentando la frequenza a 50 Herz, si ottiene anche una modesta ma sempre efficace vasodilatazione locale senza alcun pericolo di effetti collaterali indesiderati.

La Ionorisonanza Ciclotronica Endogena la quale, mediante debolissimi e precisi codici elettromagnetici, favorisce lo scambio ionico inducendo il processo di ripolarizzazione delle membrane cellulari. La terapia viene personalizzata sulle informazioni che l’organismo del paziente stesso fornisce durante un test iniziale cui viene sottoposto. Alla fine del test, le frequenze migliori per quell’organismo vengono memorizzate in una card che servirà ad erogare la terapia stessa.

Lo Ioniflex, dispositivo medico nato dall’esperienza della ionoterapia e della ionoforesi, che racchiude in sé i principi terapeutici di entrambi i trattamenti. L’immissione e il riequilibrio degli ioni di carica negativa, fondamentali per la salute e la vitalità del nostro organismo, permette la rigenerazione cellulare. Per potenziare gli effetti della terapia è possibile usare localmente un puntale o un manipolo. A seconda del tipo di patologia, il medico potrà utilizzare altre forme di terapia fisica come la Laserterapia, la Tecarterapia, la Ultrasuonoterapia. Una trattamento analgesico molto efficace è  la Tens-Terapia che spesso è in grado di sostituire la somministrazione orale o parenterale di farmaci anti-infiammatori non-steroidei .

Il medico curante ha a disposizione una moltitudine di farmaci anti-infiammatori non-steroidei,  steroidei e analgesici la cui efficacia è molto personalizzata: alcuni pazienti ottengono ottimi risultati con un determinato farmaco, il quale è invece incapace di agire con successo su altri pazienti; purtroppo, però, gli effetti collaterali indesiderati, molto spesso presenti, non permettono il proseguimento di tale terapia farmacologica.

La medicina non convenzionale

Inoltre, oggi il medico dispone di un numero notevole di rimedi della Medicina Non Convenzionale (MNC) o Medicina Alternativa o Medicina Complementare. Anche in questi casi, la prescrizione del rimedio deve essere personalizzata per ottenere un sicuro effetto terapeutico senza effetti collaterali indesiderati.

Va sviluppandosi da qualche decennio, e con grande successo, la possibilità di trattare l’artrosi cervicale con l’utilizzo della Terapia fisica associata alla Mesoterapia Omotossicologica locale. L’esperienza personale di chi scrive è quella di prescrivere al paziente, affetto da artrosi cervicale  con brachialgia, un ciclo di 10-15 sedute di Ioniflex o di Ionorisonanza Ciclotronica Endogena; dopo la terza o la quarta seduta delle citate terapie, si inizia la Mesoterapia omotossicologia locale per 6-8 sedute. I risultati sinora ottenuti sono molto buoni e spesso durevoli nel tempo.

Sono consigliati esercizi di ginnastica specifici per il collo con movimenti di flessione, estensione e lateroflessione da eseguire molto lentamente, da ripetere al mattino e alla sera e dopo avere mantenuto troppo a lungo una posizione fissa. Tali esercizi devono essere interrotti qualora insorga del dolore durante la loro esecuzione.

Si sconsiglia di eseguire la rotazione completa del capo sul collo, specie negli anziani, per evitare spiacevoli capogiri.

Al paziente affetto da artrosi cervicale o da cervicodiscoartrosi, è inoltre doveroso consigliare di non sottoporsi a trazioni cervicali le quali, dopo il quarto o quinto decennio di vita, sono da evitare nel modo più assoluto a causa della perduta elasticità dei tessuti interessati alla patologia.

Per lo stesso motivo, anche le terapie manuali cervicali sono da evitare dopo i 40 anni di età. Questi avvertimenti sono legati al fatto che i primi segmenti di midollo spinale cervicale sono molto vicini a strutture nervose vitali, il cui coinvolgimento potrebbe avere effetti disastrosi. Pertanto, avendo a disposizione altre modalità terapeutiche di sicuro effetto positivo, è più opportuno rivolgersi alle cure più sopra esposte senza il rischio descritto.

Per i soggetti che riposano di fianco, è importante l’uso di un cuscino sufficientemente alto che permetta un perfetto allineamento del capo con il resto del corpo; per i soggetti che dormono in posizione supina, un cuscino troppo basso o assente costringerebbe il collo ad accentuare la sua curvatura. Allo stesso modo, un cuscino troppo alto costringerebbe l’intera colonna e la muscolatura che la sostiene ad una posizione innaturale che, mantenuta così a lungo (circa un terzo della nostra giornata) potrebbe causare non pochi problemi al risveglio. Quindi è fondamentale anche la scelta del cuscino.

Sono da evitare sport traumatizzanti mentre è consigliabile il nuoto, ma non la tecnica rana se non eseguita correttamente Per chi è costretto ad usare a lungo il computer è bene che lo schermo si trovi ad almeno 50 cm di distanza dagli occhi e in posizione più bassa rispetto alla loro altezza; inoltre, la tastiera sarà posizionata in modo che l’avambraccio sia appoggiato alla scrivania. E’ consigliabile l’uso di sedie ergonomiche.

La cervicodiscoartrosi è patologia disabilitante con problemi familiari, sociali e lavorativi che il paziente deve affrontare e desidera risolvere. Quindi, rivedere il paziente nel proseguo e per alcuni mesi serve allo specialista per dare fiducia all’interessato e per valutare i benefici conseguiti in seguito alla terapia consigliata.

Dott.ssa Patrizia Castellacci

Dott.ssa Patrizia Castellacci

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