La lussazione di spalla: diagnosi e trattamento

La lussazione di spalla tipicamente avviene in direzione anteriore (la testa omerale si lussa in avanti) in seguito ad un trauma o una caduta.

Può ridursi automaticamente (rientra da sola), oppure ha bisogno di una riduzione manuale ad opera dell’ortopedico.

La conseguenza più frequente

La conseguenza più frequente della lussazione di spalla è la lesione del labbro glenoideo: questa struttura cartilaginea ha lo scopo di correggere ed armonizzare le superfici articolari che compongono la spalla.

Infatti, dal punto di vista anatomico, la spalla è composta dalla testa omerale (grande e di forma sferica) e dalla cavità glenoidea (piccola e con forma appiattita).

Il labbro glenoideo rende possibile l’articolarità garantendo la stabilità, insieme alla cuffia dei rotatori, dell’articolazione.

La lesione tipica del labbro glenoideo dopo lussazione è definita SLAP (Superior Labrum Anterior-to-Posterior lesion).

Questa può coinvolgere l’inserzione del tendine del bicipite brachiale nella maggioranza dei casi e molto frequenti sono le patologie associate intra-articolari.

Come conseguenza si ha dolore e instabilità di spalla.

Biomeccanica

Oltre alla funzione di copertura morfologica dell’articolazione, il labbro glenoideo assiste i movimenti di traslazione della spalla e, di fatto, costituisce così una vera struttura che blocca i movimenti eccessivi che avvengono nell’articolazione.

Essendo la spalla un distretto per natura instabile (così che ci possa permettere di fare ampi movimenti), quest’ultimi sono molto numerosi e con la perdita di integrità del labbro glenoideo la stabilità dell’articolazione risulta compromessa.

La lussazione di spalla: patologia

La maggior parte di queste lesioni (circa il 70%) hanno origine traumatica.

La restante parte sembra essere dovuta a movimenti ripetitivi col braccio sopra la testa (microtraumi ripetuti) o alterazioni morfologiche articolari che portano ad un eccesso di attrito intra-articolare che usura precocemente il labbro glenoideo.

La lussazione di spalla: diagnosi

La diagnosi è difficile da fare solo con la valutazione clinica, a causa delle possibili altre patologie della spalla che possono essere presenti e quindi confondere la validità dei test.

Le caratteristiche che fanno sospettare una lesione del labbro glenoideo sono:

  • Età sotto i 35 anni.
  • Storia di trauma alla spalla o di instabilità.
  • La positività ai test manuali.

La risonanza magnetica conferma questa lesione nel 75% dei casi circa, aumentandone l’efficacia se fatta con mezzo di contrasto.

L’unione degli esami diagnostici con la valutazione clinica permettono di individuare questa lesione e poter individuare la miglior strategia di intervento terapeutico.

La lussazione di spalla: il trattamento

L’età del paziente ed il grado di disabilità sono i requisiti principali con cui si decide se trattare il problema in maniera conservativa o chirurgica.

Lesioni complesse in soggetti giovani e sportivi hanno un’elevata indicazione chirurgica con eccellenti risultati, con un percorso riabilitativo della durata di 3 mesi per il ritorno allo sport.

I soggetti che escono da queste caratteristiche, soprattutto di maggiore età, possono avere un decorso più complesso dovuto alle possibili altre lesioni (soprattutto della cuffia dei rotatori).

Se viene coinvolta la cuffia dei rotatori durante l’operazione i tempi di recupero si aggirano sui 6 mesi per la piena funzionalità.

Ancora non si sa con certezza il decorso di una lesione del labbro glenoideo nel tempo, per questo la scelta terapeutica deve essere modellata sulle caratteristiche del paziente e dalle sue esigenze.

 Il trattamento conservativo fisioterapico risulta quindi una strategia più che utilizzata nella clinica quotidiana con buoni risultati soprattutto con soggetti che non hanno importanti esigenze sportive.

Ma hanno la necessità di stabilizzare la spalla per poter avere una vita quotidiana e lavorativa nella norma (sport compreso).

Il trattamento conservativo è mirato alla gestione dell’instabilità, la quale provoca dolore.

 Il programma terapeutico comprende 3 mesi di riabilitazione che consiste in:

  • Terapia manuale sulla spalla per il recupero dell’arco di movimento.
  • Terapia manuale sui distretti circostanti che influiscono sulla capacità motoria della spalla, ovvero tronco, rachide cervicale ed arto superiore.
  • Esercizio terapeutico di rinforzo e controllo motorio dei muscoli scapolari e della cuffia dei rotatori.
  • Rieducazione del gesto sportivo ove necessario.

Il fisioterapista, in equipe con l’ortopedico, sono le figure professionali necessarie per gestire al meglio questa patologia molto insidiosa.

Dott. Edoardo Balli Fisioterapista a Prato

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