La versatilità della terapia con ozono nelle patologie di spalla

Focus

I movimenti della spalla sono legati ad un sinergismo di numerose articolazioni, stabilizzate da complessi capsulo-legamentosi, e attivate da diversi gruppi muscolari. In questa articolazione esistono infatti delle strutture deputate alla stabilità, quali la capsula e il complesso capsulo-glenoideo, e alla mobilità, come i tendini della cuffia dei rotatori.

La spalla è formata dalle articolazioni scapolo-omerale, o gleno omerale, acromion-claveare, sterno-costo-clavicolare, sotto-deltoidea e scapolo-toracica.

Esistono poi altre strutture, quali la capsula articolare, che permette l’ampia motilità della spalla, e la cuffia dei rotatori, struttura muscolo-tendinea costituita dall’unione di 4 tendini: sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare, che si uniscono alla capsula articolare.

La patologia di spalla insorge poiché sottoposta a importanti stress: essa infatti sostiene l’intero arto superiore in sospensione, e fa da perno nei movimenti dell’arto superiore.

Le possibili lesioni sono di tipo infiammatorio, degenerativo, traumatico 1.

Lo stato patologico è progressivo, poiché lo stato ipossico delle strutture porta a sofferenza dei tessuti, degenerazione tendinea, microlesioni non autoriparabili e diminuzione del numero di fibre sane, con aumento del carico su quelle residue.

La situazione è pertanto progressiva, e porta a diminuita resistenza meccanica.

La clinica può presentare dolore, all’inizio solo durante alcuni movimenti, poi costante, soprattutto notturno; rigidità e spalla dolorosa, con limitazione dei movimenti passivi; affaticamento doloroso, durante azioni prolungate e ripetitive; pseudoparalisi, con importante limitazione dell’elevazione attiva.

L’imaging si avvale dell’esame radiografico, con proiezioni AP in rotazione neutra, esterna ed interna; outlet view; axillary view e impingement view, ecografia e RMN.

Le cause principali di spalla dolorosa sono: Lesione dei tendini della cuffia dei rotatori, Sindrome da conflitto subacromiale, Tendinopatia calcifica, Capsulite adesiva e Artrosi gleno-omerale.

Lesioni della cuffia dei rotatori

Le lesioni possono essere parziali o complete, e la struttura muscolotendinea più frequentemente interessata è il sovraspinato. L’incidenza aumenta con l’età: il 26% ha più di 60 anni. Sia le lesioni sintomatiche che asintomatiche aumentano nel tempo, con percentuali di estensione del 53% e di rottura del 28%.

Esiste inoltre una zona critica perinserzionale a 1 cm dall’inserzione omerale del sovraspinato: essa è anatomicamente ipervascolarizzata (vasi ossei e tendinei), ma funzionalmente ipovascolarizzata per il fenomeno di “wringing out” delle strutture vascolari per la compressione della testa omerale quando il braccio è in adduzione.

In presenza di lesione, si possono riscontrare: un aumento del numero di macrofagi, citochine proinfiammatorie e cellule giganti, la degenerazione dei tenociti perilesionali, disallineamento del collagene e aree di iper/ipocellularità, con conseguenti diminuzione delle fibre, ispessimento fascicolare, aumento del tessuto di granulazione e distrofia calcifica.

In queste lesioni non c’e’ evidenza di attiva proliferazione o guarigione 2.

Sindrome da conflitto o impingement

Essa è dovuta all’attrito della cuffia dei rotatori e della borsa sotto-acromiale contro il tetto coraco-acromiale.

Colpisce gli anziani per degenerazione tendinea o i giovani, in seguito a traumi sportivi e non. Le cause possono essere estrinseche, da osteofita anteriore, ispessimento o calcificazione del legamento coraco-acromiale, o intrinseche, da attrito tra le strutture periarticolari e l’acromion, retrazioni capsulari o ispessimento della borsa sottodeltoidea.

Si riscontrano alterazioni del microcircolo e ipossia tissutale, ispessimento fascicolare e perdita di elasticità delle strutture tendinee 3.

Rottura della cuffia

Le rotture dei tendini della cuffia sono dovute ad alterazioni degenerative del tessuto tendineo, primitive o secondarie ad attrito della cuffia dei rotatori e della borsa sotto-acromiale contro il tetto coraco-acromiale 4. Esiste una teoria estrinseca di eziopatogenesi,(Neer, 1972) che avvalora la “sindrome da conflitto o impingement”, e una teoria inrtrinseca, in cuila rottura della cuffia è il risultato di una progressiva degenerazione tendinea conseguente all’età.

Le rotture possono essere parziali o complete, e comportano alterazioni quali l’ipossia tissutale, la trasformazione dei tenociti in condrociti negli strati profondi della cuffia e la perdita di elasticità delle strutture tendinee.

Patologia del tendine del capo lungo del bicipite

Tendinosi connessa alla patologia della cuffia, spesso si presenta come flogosi acuta o cronicadella sinovia, da sola, per uso eccessivo, o associata a impingement. Può essere associata o meno a rottura della cuffia. Sono presenti infiammazione e dolore, ipossia e degenerazione dei tessuti.

Capsulite adesiva

Sinovite cronica della capsula anteriore della spalla, caratterizzata da una rilevante diminuzione del movimento sia attivo che passivo, in assenza di una nota alterazione intrinseca della spalla. Essa presenta flogosi, proliferazione fibroblastica, aumento della produzione di collagene, perdita di elasticità con volume articolare ridotto.

Inizialmente il dolore è di lieve entità, si manifesta durante i movimenti della spalla e si intensifica durante il riposo notturno.

Aumentano poi dolore e rigidità, con atrofia muscolare (spalla congelata), successivamente il dolore si allevia, fino al miglioramento graduale.

Artrosi gleno-omerale

Le superfici articolari vengono danneggiate ad opera di fattori degenerativi, metabolici, infettivi, infiammatori o congeniti (Rockwood).

L’artrosi di spalla rappresenta il 3% dei casi di artrosi, si manifesta in età avanzata, soprattutto nel sesso femminile, con lieve predilezione per il lato dominante.

Essa è caratterizzata da uno squilibrio tra resistenza e sollecitazioni funzionali, e presenta flogosi, inadeguato turnover cellulare e ipersollecitazione delle strutture legamentose.

La cuffia dei rotatori è generalmente indenne, anche se può presentare lesioni nel 5-15% dei casi.

Tendinite calcifica

Essa comprende due patologie distinte: la tendinopatia calcifica del tendine del sovraspinato, o periarticolare, e la calcificazione degenrativa.

La prima è conseguente ad uso ripetuto, colpisce più spesso i giovani, ed è causata da deposito di calcio in aree di metaplasia. Presenta dolore acuto, e il deposito può regredire, grazie alla fagocitosi da parte dei macrofagi.

La seconda colpisce i soggetti anziani, ed è possibilmente concomitante con le lesioni della cuffia.

Entrambe mostrano flogosi e danno ipossico e degenerativo delle strutture legamentose.

Le possibili terapie

La terapia conservativa prevede la modifica delle attività e il ripristino dei piani di lavoro, l’impiego di FANS, eventuali infiltrazioni con corticosteroidi e terapie quali ultrasuoni, laser, tecar, agopuntura, mesoterapia, terapia fisica attiva e passiva. In genere, il trattamento richiede alcuni mesi5.

In presenza di calcificazioni possono essere utili le onde d’urto, che si basano su impulsi pressori con effetto antiflogistico, neoangiogenetico e di attivazione della riparazione tissutale, e hanno un effetto inibitorio nell’insorgenza dello stimolo nocicettivo, favorendo la formazione di sostanze antagoniste dei mediatori del dolore.

La terapia chirurgica si può avvalere dell’artroscopia o della chirurgia a cielo aperto, con però dei limiti, riguardanti la dimensione della lesione (rotture riparabili e non) e la qualità del tessuto tendineo della cuffia e dei tessuti coinvolti nella lesione, per difficoltà nelle suture, frequenti recidive e lunghi periodi riabilitativi.

 

PATOLOGIE TRATTABILI CON L’OZONO
Borsite sottoacromiale, Artrosinovite
Conflitto subacromiale (impingement)
Sindrome dello scaleno
Patologie del tendine bici pitale
Lesioni acute o croniche della cuffia dei rotatori
Esiti di fratture
Artrosi primitiva e da rottura della cuffia
Instabilità gleno – omerale
Capsulite adesiva (spalla congelata)
Sindrome dell’egresso toracico (presenza di costa cervicale, anomalo fascio fibromuscolare nello stretto toracico, fibrosi del muscolo scaleno di origine post-traumatica)
Morbo di Tietze

Razionale dell’ozono

Nella descrizione delle patologie di spalla, si può osservare come in tutte esistano infiammazione e dolore.

Su questi sintomi, l’ozono ha un’azione antinfiammatoria e antiedemigena, per attivazione di enzimi catabolici dell’istamina, modulazione dei monociti, inibizione di sintesi delle prostaglandine e della liberazione di bradichinina; esso presenta inoltre un’azione antidolorifica, per ossidazione dei mediatori del dolore, azione diretta sulle terminazioni nervose e attivazione delle vie antinocicettive.

In tutte le patologie di spalla esaminate esistono inoltre uno stato ipossico dei tessuti, microlesioni non riparabili, degenerazione delle strutture articolari e muscolotendine e compromissione della funzione articolare (deficit funzionale) da difficoltà dei movimenti attivi e/o passivi per alterazione anatomica o conseguente al dolore.

Su questa clinica, l’ozono ha azione rigenerativa, con neoangiogenesi, aumento locale dell’ATP, miglioramento della funzionalità e recupero della fibra muscolare lesa e delle fibre collagene.

Sulle strutture muscolotendinee, la terapia agisce sia sulle fibre lesionate che sulle fibre residue sane, che vanno preservate da eventuali danni: queste ultime sono infatti sottoposte a lavoro eccessivo, poichè vicariano la funzione di quelle alterate.

Si punta dunque al miglioramento di tutte le strutture, al fine di migliorare la clinica e ripristinare la funzionalità articolare 6,7,8,9,10.

Metodica

La metodica prevede il posizionamento seduto del Paziente, l’individuazione dei reperi, e concentrazione e volumi precisi:

  • Siringa da 20 cc
  • Ago 27G x 20 mm o 25G x 25 mm per le extra articolari; 23G x 30 mm o 22G x 40 mm per le intra articolari
  • Concentrazione: 15-18 µgO3/ccO2
  • Dose: 1 cc per iniezione periarticolare e 3-5 cc intra articolare

A seconda del tipo di patologia, si infiltrano i seguenti punti:

sovraspinato, sottospinato, inserzione degli extrarotatori, articolazione acromionclaveare, borsa sottoacromiale, inserzione distale del deltoide, solco deltoideo pettorale per il capo lungo del bicipite; infiltrazione intra articolare per via posteriore e per via anteriore.

Il nostro Protocolloprevede 10 sedute, a cadenza bisettimanale, a cui segue un mantenimento-richiamo, da effettuare a distanze sempre maggiori.

Si consiglia al paziente di eseguire un richiamo ogni mese o più.

Si tratta anche il rachide cervicale, e si trattano entrambe le spalle.

Nell’artrosi gleno-omerale, dovendo trattare una patologia intraarticolare ed extra articolare, si rende necessario usare sia ozono che acido ialuronico.

In prima seduta si esegue un’infiltrazione intra e periarticolare con ozono solo di una spalla (quella che duole maggiormente); la seconda seduta prevede l’infiltrazione intra e periarticolare con ozono di entrambe le spalle.

Dalla terza seduta, in sede intrarticolare, si alternano l’impiego di acido ialuronico e ozono, per 6 o 10 sedute in totale, a seconda del tipo di acido indicato per la patologia; in sede periarticolare si infiltra, e si esegue sempre, con ozono.

Nei casi come questi è ovvio dover ricorrere all’intervento chirurgico (protesi), ma in questi casi è quasi costante una rottura più o meno massiva della cuffia.

L’intervento presenta pertanto delle importanti difficoltà di riuscita.

Noi non ci vogliamo sostituire alla chirurgia, ma cerchiamo di evitare o posticipare, se possibile, il ricorso all’intervento (Paziente che non vuole o non può essere operato), oppure di permettere al paziente una risoluzione più rapida nel post intervento.

E’ pertanto utile eseguire la terapia con ozono prima dell’intervento, con terapia locale, poiché si migliora la qualità dei tessuti, aumentando il microcircolo (neoangiogenesi), creando un miglior “terreno” su cui operare, una maggior tenuta delle suture e una riduzione dei tempi di recupero e dei casi di recidiva.

Si può inoltre impiegare la grande autoemotrasfusione, se le condizioni generali del Paziente sono scadenti, in preparazione all’intervento.

Altre considerazioni

Quando ci si trova di fornate ad un dolore di spalla, va sempre cercata l’origine del dolore: vanno ricercate e valutate eventuali patologie associate o causanti il dolore di presentazione, quali l’irradiazione dalla regione cervicale, una patologia a carico dell’ATM, un dolore viscerale (cardiaco, polmonare, splenico, epatico).

Infatti, la patologia di spalla si può associare o originare da un problema cervicale, anche se non causa di presentazione.

Si ritiene perciò utile la valutazione mediante RMN del rachide cervicale.

Il trattamento del tratto cervicale può essere eseguito in associazione a quello delle spalle.

Inoltre, nel Paziente con sintomatologia a carico della spalla, associata ad un dolore del rachide cervicale e ad una sindrome di  Neri – Barrè – Lieou (sindrome simpatica cervico-posteriore, che si presenta con cefalea importante, nausea e vertigini, acufeni, alterazioni della vista) va ricercata anche una patologia dell’articolazione temporomandibolare.

In conclusione

Seguendo il Protocollo consigliato, i risultati del trattamento con ozono sono eccellenti nell’immediato, ma soprattutto a lungo termine: nella nostra casistica, nelle lesioni iniziali e parziali, il follow-up a 15 anni mostra una non ricomparsa della sintomatologia.

La peculiarità di questo trattamento è il mantenimento nel tempo del ripristino delle tessuto lesionato, per l’effetto rigenerativo, eutrofizzante, neoangiogenetico dell’Ozono.

L’impiego dell’Ozono nel periodo preoperatorio determina migliori risultati dell’intervento e accorciamento dei tempi di riabilitazione 11, 12, 13.

Possiamo pertanto dare al paziente benessere di lunga durata con una terapia poco invasiva e ben tollerata.

Dott.ssa Viviana Covi

Dott.ssa Viviana Covi

Dott. Gabriele Tabaracci

Dott. Gabriele Tabaracci


Bibliografia 

1 – Mc Laughlin HL: Common shoulder injuries. Am J Surg 74: 282, 1947.

2 – Neer CS: Impingement lesions. Clin Orthop 173:70-77, 1983.

3 – Morrison DS, Frogamenti A: Conservative management of impingement syndrome. J Shoulder Elbow Surg 2: 22-23, 1993.

4 – Morrison DS, Greenbaum BS, Einhorn A: Shoulder impingement. Orthl Cliy North Am 31: 2, 2000.

5 – Rowe CR: Ruptures of the rotator cuff: selection of cases for conservative treatment. Surg Clin North Am 43: 1531-1540, 
1963.

6 – Bocci et Al: Studies on the biological effects of ozone. Lymphokine cytokine? 12: 121-126, 1993.

7 – Bocci V: Ozone as a bioregulator. Pharmacology and toxi- cology of Ozone Therapy today. J Biol Reg Homeo Agents 10: 31-53, 1997.

8 – Richelmi P et Al: Basi farmacologiche dell’azione dell’Ossigeno-Ozonoterapia. Rivista di Neuroradiologia 14 (suppl 1): 17-22, 2001.

9 – Richelmi P et Al: Aspetti biochimici ed implicazioni tossi- cologiche in Ossigeno-Ozonoterapia. Attualità e prospet- tive in terapia antalgica. Evoluzione Gruppo San Marco (ed): 185-204, 1985.

10 – Viebahn-Haensler R: The use of ozone in medicine. 2nd ed. Karl F Haug Publisers. Heidelberg, 2007.

11- A. Gjonovich, l.Girotto et al: L’Ossigeno-Ozonoterapia nella spalla dolorosa. Esperienza clinica. Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia1: 37-40, 2002

12 – Ikonomidis S: Nonoperative Treatment of Shoulder Impingement Syndrome with Topical Injections of Medical Oxygen-Ozone Mixture A Double Blind Clinical Trial. Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 41-44, 2002

13 – ST. Ikonomidis,EM.Iliakis,A.Eleftheriadou, D. Bratanis, R.Thomaidis: Trattamento conservativo delle tendiniti acute e croniche con miscela ossigeno-ozono.

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