I turbinati inferiori sono strutture ossee localizzate all’interno delle cavità nasali e rivestite da mucosa ipervascolarizzata.
Sono strutture fondamentali per una corretta respirazione, in quanto svolgono la funzione di depurare, riscaldare ed umidificare l’aria inspirata. Proprio l’elevata componente vascolare (tessuto cavernoso) al di sotto della mucosa dei turbinati, li rende strutture molto sensibili a diversi stimoli, siano essi di natura allergica, termica, emozionale, olfattiva, che ne provocano un repentino incremento o decremento volumetrico, a seconda dei giochi di vasodilatazione/vasocostrizione che si instaurano. E’ esperienza comune verificare come la respirazione nasale non sia costante nel corso della giornata, ma che si alternino momenti in cui un lato respira meglio dell’altro; oppure come in posizione supina, o in seguito a una repentina esposizione al sole, o ai vapori della doccia, o all’inalazione di qualche profumo la respirazione nasale peggiori. Tutte queste sensazioni sono dovute a momenti in cui si sviluppa una ipertrofia dei turbinati inferiori.
Alcuni soggetti tuttavia sviluppano un persistente incremento volumetrico dei turbinati inferiori (ipertrofia), che può comportare, oltre all’ostruzione respiratoria nasale bilaterale o alternante, una incrementata produzione di muco, episodi frequenti di cefalea o di senso di peso in regione periorbitaria, russamento notturno (anche se raramente ne è l’unica causa), e può accompagnarsi a prurito nasale, starnutazione, lacrimazione accentuata, iposmia (riduzione dell’olfatto).
Da segnalare come molti dei pazienti affetti da ipertrofia dei turbinati inferiori ricorrano spontaneamente all’uso di vasocostrittori, che tuttavia è del tutto controproducente. Infatti il sollievo risulta del tutto momentaneo, mentre gli effetti indesiderati sono molti, e rilevanti (assuefazione, con necessità di incrementare progressivamente sempre più la dose per ottenere efficacia; irritazione e flogosi della mucosa nasale; maggiore facilità a sanguinamento, anche in corso di eventuale intervento chirurgico rinosinusale; un “effetto rimbalzo” con un peggioramento dell’ipertrofia al termine delle poche ore di efficacia; un assorbimento dei vasocostrittori anche a livello sistemico, con ripercussioni sul sistema cardiocircolatorio).
Le cause principali di tale ipertrofia sono uno stato allergico, dovuto alla sensibilizzazione ai più comuni allergeni come peli di animali, acari, pollini, oppure a una iperreattività della mucosa nasale non mediata da uno stimolo allergico ma da altre situazioni scatenanti, come le suddette variazioni di posizione, di temperatura, di umidità o dello stato emozionale.
Per una diagnosi corretta, è necessaria una completa valutazione otorinolaringoiatrica, effettuata con una endoscopia nasale con ottiche rigide. L’esame endoscopico consente non solo di valutare l’eventuale ipertrofia dei turbinati inferiori, ma anche di accertare o escludere altre situazioni concomitanti, come una deviazione del setto nasale, una poliposi nasale, o situazioni anatomiche rinosinusali (concha bullosa, retourning del processo uncinato, o altre) favorenti sinusiti ricorrenti. Nel corso della visita, è anche possibile valutare la risposta della mucosa dei turbinati ad una decongestione farmacologica, per poter prevedere le reali possibilità di miglioramento a seguito della terapia medica o chirurgica.
Sono inoltre indicate una valutazione allergologica, per accertare eventuali sensibilizzazioni, e pneumologica, per escludere misconosciute forme asmatiche, che spesso sono presenti, anche se in forma lieve, in pazienti affetti da rinopatia ipertrofica.
Una volta accertata la rinopatia ipertrofica, il trattamento si divide in una terapia medica, ed in una terapia chirurgica.
La terapia medica consiste principalmente nell’utilizzo ciclico, spesso prolungato, di spray steroidei nasali, eventualmente associati ad antistaminici allo scopo di ridurre prurito e starnutazione. Tali spray sono stati recentemente validati anche per l’utilizzo in gravidanza ed allattamento, ed in età pediatrica. Ciò dimostra come l’assorbimento sia per la massima parte locale, e come solo una minima parte degli steroidi finisca per essere assorbita a livello sistemico. Tutto ciò rende l’utilizzo di tali spray sicuro ed esente dagli effetti collaterali tipici delle molecole steroidee.
In associazione e come supporto a tali spray topici, molto importanti sono i lavaggi nasali con soluzione fisiologica.
Nel caso in cui un ciclo prolungato di terapia medica non sia risultato efficace, od anche in pazienti con scarsa motivazione all’utilizzo ripetuto e costante degli spray, è proponibile la decongestione dei turbinati inferiori in anestesia locale.
Tale procedura è semplice ed efficace e può essere effettuata in regime di Day Hospital. Viene svolta in anestesia locale (con cotonini imbevuti di anestetico posizionati per 15 minuti nelle fosse nasali) con eventuale sedazione da parte dell’anestesista per i soggetti più ansiosi o con più bassa soglia del dolore. Il trattamento dura circa 20 minuti, e consiste nel decongestionare sotto visione endoscopica la mucosa ipertrofica dei turbinati con strumenti che provocano una coartazione dei tessuti sottomucosi (pinza bipolare, laser a diodi, radiofrequenze).
La procedura è generalmente tollerata ottimamente dal paziente; non necessita del posizionamento di tamponi nasali ed il paziente può riprendere, se necessario, l’attività lavorativa già nelle prime giornate postoperatorie. Per alcuni giorni si manifesta una leggera cefalea e una ostruzione respiratoria nasale dovuta alla formazione di crostosità e secrezioni.
Il tasso di soddisfazione dei pazienti dopo tale procedura è molto elevato; tuttavia è sempre cura dell’otorinolaringoiatra sottolineare come l’ipertrofia potrebbe nuovamente manifestarsi nel corso degli anni, dato che l’iperreattività nasale predisponente è una caratteristica costante, che non viene risolta dall’intervento. La procedura tuttavia è così ben tollerata ed efficace, che può essere ripetuta, dopo un adeguato lasso di tempo, in caso di recidiva.