La chirurgia della tiroide: tutto quello che c’è da sapere

La tiroide è una ghiandola endocrina situata nella parte anteriore del collo, che per la sua forma ricorda una farfalla; il suo ruolo è quello di produrre ormoni ed è fondamentale nel corretto funzionamento del sistema nervoso, del metabolismo e dell’accrescimento dell’organismo. le problematiche attinenti la tiroide riguardano l’ipotiroidismo, l’ipertiroidismo con o senza tireotossicosi, e la patologia nodulare maligna. La patologia riguardante le paratiroidi, che regolano il metabolismo del calcio nell’organismo, anche se in stretta connessione con la tiroide non rientrano nell’ambito della trattazione.

Perché è necessaria e come si svolge l’operazione chirurgica? Quanto dura l’intervento e come bisogna prepararsi?

Quando è necessaria la rimozione chirurgica della tiroide

Il 5% della popolazione è soggetta a ipotiroidismo, ovvero una produzione insufficiente di ormoni, mentre l’ipertiroidismo ha un’incidenza di 1,2%-1,3% nella popolazione.

I sintomi dell’ipotiroidismo possono essere:

  • Debolezza e crampi;
  • Voce rauca;
  • Stitichezza;
  • Rallentamento della frequenza cardiaca;
  • Depressione;
  • Ciclo irregolare;
  • Secchezza e pallore della cute;
  • Disturbi della memoria;
  • Capelli fragili o assottigliati;
  • Eloquio lento;
  • Eccessiva sensibilità al freddo.

I sintomi che fanno sospettare una condizione di ipertiroidismo e a cui quindi prestare attenzione sono i seguenti in lista:

  • Palpitazioni;
  • Diarrea;
  • Dimagrimento;
  • Ipertensione arteriosa;
  • Insonnia;
  • Aritmia e tachicardia;
  • In alcuni casi crescita visibile della tiroide (gozzo);
  • Sudorazione eccessiva;
  • Ciclo mestruale irregolare.

Tra le cause più frequenti riconosce il Morbo di Basedow, gozzo multinodulare tossico e l’adenoma tossico o di Plummer. A volte costituisce un’urgenza medica per problematiche cardio-vascolari e nel caso del Basedow porta ad un interesamento dell’occhio con esoftalmo.

La causa più frequente di ipotiroidismo è una malattia cronica autoimmunitaria definita Tiroidite di Hashimoto con prevalenza nel sesso femminile.

Il gozzo e i noduli tiroidei sono tra le più frequenti patologie endocrine metaboliche e possono determinare molteplici co-morbidità soprattutto quando si associano ad una iperfunzione della ghiandole o quando i noduli sono di natura maligna.

Le indicazioni all’intervento chirurgico sono:

  • GOZZO TOSSICO poco controllato dalla terapia medica
  • Adenoma tossico o di Plummer
  • Nodulo maligno della tiroide (accertato da agoaspirato- Tyr 3b, 4 e 5 e da caratteristiche ecografiche sospette- Eutirads III e IV)
  • GOZZO tiroideo con noduli > 4 CM con segni di compressione alla trachea o interessamento del mediastino

Di solito l’indicazione è di tiroidectomia totale, anche se la emi-tiroidectomia viene praticata in caso di adenoma tossico o in casi selezionati di singolo nodulo maligno tiroideo <2 cm

Come si svolge l’intervento chirurgico della tiroide e quanto dura

Le tecniche e gli approcci per la chirurgia della tiroide sono diversi.

L’intervento si esegue in anestesia generale.  L’incisione di approccio chirurgico può variare a seconda delle dimensioni della ghiandola e del coinvolgimento dei linfonodi.

L’incisione classica è di 4-5 cm alla base del coolo seguendo le rughe cutanee, in casi selezionati quali noduli tumorali di piccole dimensioni nel contesto di una ghiandola dalle dimensioni normali, l’accesso può essere minimo alla base del collo di circa 2-3 cm (MIVAT-tiroidectomia mini-invasiva videoassistita) o attraverso il cavo ascellare o submentale con tecniche simili a quelle laparoscopiche.

L’intervento di tiroidectomia oltre a rimuovere la ghiandola si prefigge la preservazione dei nervi ricorrenti (nervi motori delle corde vocali) e delle paratiroidi fondamentali per il metabolismo del calcio.

L’utilizzo di bisturi a radiofrequenza o risonanza quantica e l’applicazione di clip metalliche per i vasi sanguigni ha ridotto molto le problematiche riguardo il sanguinamento intra- e post- operatorio e i tempi operatori.

Il monitoraggio dei nervi ricorrenti, ottenuto attraverso l’applicazione di elettrodi sul tubo di anestesia a contatto con le corde vocali e l’utilizzo di metodiche strumentali quali l’autofluorescenza delle paratiroidi, ha permesso un miglioramento dell’esito post-tiroidectomia, riducendo l’incidenza di paralisi dei nervi ricorrenti e l’ipocalcemia cronica da mancato funzionamento delle ghiandole paratiroidee.

L’intervnto può durare dall’ora alle 2-3 ore in caso di svuotamenti linfonodali o gozzi immersi in mediastino

Conseguenze che si possono verificare dopo l’intervento alla tiroide

La degenza post- operatoria è in media di 3 giorni e si mantiene fino a quando il drenaggio inserito nella cavità non dà piu’ sangue. La zona potrebbe presentare un leggero rigonfiamento che sparirà da solo dopo alcune settimane. Il dolore che si prova è tollerabile e non richiede uso di farmaci per essere trattato. Anche la pelle non presenta cicatrici a lungo termine, ma con il passare del tempo non noterà affatto che è stata praticata la chirurgia tiroidea seguendo spesse le linee delle rughe e praticando una sutura estetica intradermica. I punti vengono tolti dopo circa 7-10 giorni e a questo punto la ferita non ha più bisogno di essere coperta.

Nel periodo dopo l’intervento di tiroidectomia, e per il resto della vita, bisognerà integrare costantemente ormoni tiroidei. Questo non vale per l’intervento di tiroidectomia parziale, dove tale integrazione verrà valutata e prescritta dal medico  endocrinologo. Gli ormoni a stomaco vuoto 30 minuti prima di fare colazione.

Le maggiori complicanze, come già detto precedentemente riguardano la funzionalità delle corde vocali, la conservazione delle paratiroidi e il sanguinamento post-operatorio.

La più frequente anche se clinicamente più silente è l’ipocalcemia da deficit delle paratiroidi che richiede di solito un trattamento medico di implementazione (Ca++ + Vit D3) che può andare da alcune settimane a tutta la vita

La paralisi di una sola corda vocale di solito porta solo ad una disfonia che può essere recuperata spontaneamente o, nei casi definitivi, rieducata con logopedia e in rari casi da iniezione di sostanze a base di collagene nella corda vocale interessata.

La paralisi invece di entrambe le corde vocali è fortunatamente rara ma quando presente realmente significativa per la qualità di vita del paziente in quanto in acuto (dispnea) ed in alcuni casi può richiedere una tracheotomia per il ripristino delle vie respiratorie. Altre tecniche sono presenti per ripristinare le vie respiratorie che vanno dalla cordectomia o aritenoidectomia fino alla lateralizzazione della corda mediante tiroplastica.

Conclusioni

In conclusione, la chirurgia della tiroide richiede una buona esperienza chirurgica non solo nella sua rimozione ma soprattutto nella gestione delle complicanze che rientrano nell’ambito della sfera dell’otorinolaringoiatra. Inoltre, l’acquisizione di strumentazione chirurgica che permetta un minor sanguinamento, una migliore preservazione e riconoscimento delle strutture nervose (monitoraggio dei nervi ricorrenti o laringei inferiori e nervi laringei superiori) e delle paratiroidi (autofluoroscenza), consentono di eseguire questo intervento nel miglior modo possibile.

La redazione

la Redazione in collaborazione con il Dott. Massimiliano Nardone otorino a Treviglio


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