Il secondo tempo del parto inteso in senso ampio, dopo i prodromi trattati nel precedente articolo, è il travaglio, che significa “lavoro”. È un tempo di vero lavoro sia per la donna che per il suo bambino in utero che stanno compiendo insieme questo viaggio.
Il tempo del travaglio corrisponde a quanto accade nel secondo trimestre di gravidanza caratterizzato dalla simbiosi mamma-bambino e dall’apertura, tematiche che ritroviamo, appunto, anche nel travaglio.
Cosa succede durante il travaglio di parto?
Per definizione, si parla di travaglio da dilatazione iniziale del collo uterino fino ai 5 cm e di travaglio attivo dai 5 cm fino ai 10 cm.
Le contrazioni si presentano regolari sia in intensità che durata ed intervallo tra una e l’altra. Può esserci la rottura del sacco amniotico.
Le contrazioni, che possiamo immaginare come delle “onde”, si susseguono, dando però alla donna il tempo di riposare tra una e l’altra.
Il ruolo delle endorfine nel travaglio di parto
Questo accade perché ad ogni contrazione aumentano i livelli di endorfine, gli ormoni del benessere, del piacere, veri e propri oppiodi endogeni. Grazie alle endorfine, vengono “protetti” dal dolore sia la mamma che il bimbo.
Stato di trance
Le endorfine, dunque, permettono alla donna di riposare tra una contrazione e l’altra. La partoriente cade in uno stato di trance in cui emerge la parte istintiva, irrazionale. Le onde cerebrali rallentano, la donna parla poco o a gesti, è concentrata su di se, sul lavoro che sta facendo.
Cosa mangiare
Durante il travaglio, servono molte energie, quindi la donna può mangiare e bere. L’ideale è rappresentato da cibi secchi (fette biscottate o crakers) e bevande gradite (semplice acqua naturale o tisane).
Ambiente ideale per il travaglio
L’ambiente attorno alla donna è molto importante, perché va a influenzare la produzione di ossitocina endogena, ormone timido, motore del travaglio.
È importante garantire:
- Intimità,
- buio o luci soffuse,
- vicinanza e sostegno da parte del compagno.
Movimento, dolore ed interferenti
Inoltre, la patoriente deve avere:
- libertà di movimento per trovare la posizione più adatta in cui gestire il dolore e favorire la discesa e il buon posizionamento del su bambino;
- metodi di gestione e contenimento del dolore come la doccia o la vasca con acqua calda, massaggi, cambi di posizione, movimento, aromaterapia, vocalizzi, eccetera;
- pochi interferenti (rumori, visite vaginali eccessive, domande eccessive, luci accese, imposizioni).
Riflessione finale
Il travaglio si presenta quindi come un percorso caratterizzato da piccole o grandi sfide, che la mamma e il bimbo devono affrontare ascoltandosi e comunicando tra loro per “nascere insieme”. L’ostetrica può essere di supporto, se richiesta dalla donna.
SI PREGA DI INDICARE IL PROPRIO NOME E QUELLO DEL DESTINATARIO DELLA RICHIESTA.
Le richieste saranno inoltrate al medico o professionista sanitario il quale risponderà direttamente. DossierSalute.com non è responsabile di tardive o mancate risposte.