Disbiosi intestinale: una causa dell’obesità

La disbiosi intestinale, ovvero lo squilibrio microbico nell’intestino, è una delle caratteristiche, e causa, dei disturbi metabolici in generali e dell’obesità.

In questo articolo cerchiamo di chiarire cos’è la disbiosi intestinale, perché insorge, quali sono i sintomi, le conseguenze generali.

Cercheremo di chiarire anche come è possibile perdere peso agendo direttamente sul microbioma.

Disbiosi intestinale: cos’è e perché si verifica

Il nostro intestino è popolato da un microsistema composto da geni, batteri, virus e funghi.

Questi,e vivono perfettamente in equilibrio fra loro e con tutto l’organismo, dal punto di vista del numero e della qualità.

Tale microsistema, il microbioma, è così importante da essere considerato un organo vero e proprio ed unico per ogni essere umano.

Quando il perfetto equilibrio naturale del microbioma si altera si verifica la disbiosi, una condizione che, sebbene non grave, può condizionare fortemente il normale svolgimento della quotidianità.

Obesità: riflessione sullo statu quo

 Il peso corporeo è determinato da infinite concause.

Alimentazione scorretta, sedentarietà, genetica, familiarità, problemi psicologici.

Contrariamente a quello che si pensi, genetica e familiarità sono due cause abbastanza rare in caso di obesità.

Molto più comuni sono le cause cosiddette volontarie, nel senso di cause che con la forza di volontà si possono contrastare.

L’aumento del peso corporeo, per intenderci, non è imputabile, nella maggior parte dei casi comuni, ad una alterazione genetica o ad una familiarità grave.

E’ determinato da cattive abitudini personali.

La prova sta nel fatto che la popolazione in sovrappeso sta notevolmente aumentando e non è possibile pensare che, all’improvviso nel giro di 20 anni, vi sia una modificazione genetica in corso così eclatante e diffusa.

Facciamocene una ragione, riflettiamo, facciamo autocritica ed interveniamo.

Perché si può, ed anche molto efficacemente.

Prima di tutto si interviene sulla dieta quotidiana, sana, equilibrata, variegata, composta da prodotti freschi, possibilmente di stagione, poco lavorati.

Contestualmente si interviene sull’attività fisica, minimizziamo il tempo della sedentarietà a favore di attività motoria anche semplice, come una lunga camminata.

Uno stile di vita che si riassume in due parole: Dieta Mediterranea.

Si può fare?

Si, tutti possono, solo volendolo…a meno che…

Disbiosi intestinale e obesità

Nei paragrafi precedenti abbiamo definito la disbiosi intestinale come una condizione involontaria che influenza diversi aspetti dell’organismo.

Non sempre si manifesta in modo chiaro e , per questo, non sempre è identificabile.

Detto questo, nel momento in cui si è in sovrappeso si può intervenire efficacemente modificando lo stile di vita generale scorretto a favore di uno stile di vita salutistico, in modo da contrastare lo squilibrio in corso del microbioma.

Ma bisogna armarsi di pazienza, costanza e forza di volontà, perché questi interventi non danno rapidi risultati.

Il cambiamento di uno stile di vita, infatti, mostra risultati solo dopo molto tempo.

Che fare, quindi, quando nonostante gli sforzi non riusciamo proprio a perdere il peso in eccesso, soprattutto quando è troppo?

Ci hanno pensato gli studiosi.

Da diversi anni gli studiosi hanno concentrato le ricerche proprio sulle caratteristiche della flora intestinale dei soggetti obesi.

La flora intestinale di un soggetto adulto è abitata da batteri del genere Firmicutes e Bacteroidetes e le funzioni intestinali individuali sono regolate dalla prevalenza dell’uno o dell’altro.

Dagli studi è dunque emerso che la flora intestinale dei soggetti obesi, rispetto a quella dei soggetti normopeso, contiene in prevalenza batteri del genere Firmicutes rispetto ai Bacteroidetes.

Gli approfondimenti agli studi hanno evidenziato inoltre che la proliferiazione di Firmicutes provoca un aumento dei livelli di un particolare enzima che favorisce l’accumulo di grassi.

Da ciò ne consegue che la disbiosi intestinale è una caratteristica comune degli obesi.

Gli studi sul microbioma dei soggetti in sovrappeso

Spronati dall’aumento vertiginoso di soggetti in sovrappeso, da diversi anni gli studiosi si stanno concentrando sulla risoluzione dell’obesità sperimentando interventi a carico diretto del microbioma,

ulteriori studi, infatti, hanno evidenziato che il microbioma dei soggetti obesi, ormai alterato, piuttosto che beneficiare di una dieta ricca di fibre ne subiva conseguenze negative.

Questo perché a causa della disbiosi le fibre vengono trasformate in glucosio che va ad accumularsi alle riserve di grassi che, in caso di obesità, sono già in eccesso.

La conseguenza è che una dieta ricca di fibre non favorirebbe affatto il dimagrimento.

Praticamente un paradosso.

Modificare direttamente la flora intestinale sembrerebbe la soluzione perfetta.

Come?

Sono stati effettuati studi in laboratorio, su una particolare specie di topo alimentata per diverse settimane con una dieta a base di grassi.

Nelle settimane successive sono stati somministrati particolari Probiotici, gruppi di microorganismi, combinati con una dieta bilanciata con risultati quali:

  • Accelerazione della perdita di peso.
  • Modificazione del microbioma .
  • Miglioramento dello stato del fegato grasso.

Da questi studi di laboratorio si è arrivati alla conclusione, anche se in effetti gli studi non sono conclusi ma continuano, che l’integrazione di una dieta ipocalorica con probiotici e prebiotici favorirebbe la riduzione della massa grassa.

Nel microbiota, inoltre, aumenterebbe il numero e la qualità di colonie batteriche buone.

Disbiosi intestinale: conclusioni

Sebbene gli studi in merito non siano ancora conclusi, risulta chiaro come sia importante veicolare l’attenzione della ricerca scientifica verso soluzioni mirate al microbioma per disinnescare, sfruttando i probiotici, il meccanismo che provoca la disbiosi intestinale.

Lavinia Giganti

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