Veleno d’api: mille proprietà ed usi

Il veleno d’api dove si trova. Le api operaie sono dotate di pungiglione, che si chiama dardo, utilizzato solo in caso di necessità per difendere l’alveare. Attraverso il pungiglione scorre il veleno, il quale contiene una molteplicità di sostanze ad elevata attività farmacologica.

Un po’ di storia sul veleno d’api

Su uno dei primi papiri egiziani del 2000 a.C. è già menzionato l’uso terapeutico del veleno d’api. Anche grandi personaggi storici come Carlo Magno (VIII-IX secolo d.C.) e Ivan il Terribile (XVI secolo d.C.) beneficiarono delle proprietà curative del veleno d’api.

Veleno d’api, segreto di bellezza

Le più famose star di Hollywood e diverse celebrità internazionali hanno come segreto di bellezza proprio il veleno d’apiper avere una pelle sempre giovane, priva di impurità, levigata e tonica.

Come si presenta e a cosa serve

Il veleno d’api è trasparente, di sapore amaro e di odore mielato. E’ portatore di un messaggio feromonale di allarme che attiva le altre api nella difesa dell’alveare.

Quando l’ape punge

Quando un’ape punge un essere umano o un mammifero, il pungiglione, dotato di piccoli uncini, rimane conficcato nella pelle. L’ape muore perché, nel tentativo di togliere l’aculeo, si strappa anche la ghiandola del veleno e la parte finale del suo sistema digestivo

Invece, è in grado di estrarre il pungiglione e sopravvivere dopo aver punto altri insetti.

Come si estrae e raccoglie senza causare la morte dell’ape

Si riesce ad estrarre il veleno d’ape senza provocare la morte dell’insetto grazie a speciali dispositivi posti sul fondo dell’arnia. Tali dispositivi sottopongono le api a piccole scosse elettriche di bassa tensione, 20/30 Volt.

In questo modo le api, sentendosi minacciate, estroflettono il pungiglione ed emettono il veleno pungendo una tela di nylon ben tesa. Il tessuto sintetico non trattiene il pungiglione con conseguente morte dell’ape, ma ne assorbe semplicemente il veleno che cristallizza e poi viene raccolto tramite raschiatura.

Composizione del veleno d’ape

Il veleno d’api è composto per il 76% da acqua, il 20% da proteinepeptidi come fosfolipasi, ialuronidasi, melittina, apamina etc e il restante 4% da amine, carboidrati (glucosio e fruttosio) e sostanze volatili.

Proprietà terapeutiche del veleno d’api

Si ritiene che il veleno d’api sia efficace per trattare:

  • problemi di invecchiamento ed inestetismi alla cute, quasi un’alternativa al botox; 
  • stati infiammatori;
  • dolori intramuscolari;
  • emicrania;
  • sintomi premestruali

Modalità d’uso

Il veleno d’api può essere assunto tramite creme, unguenti, compresse, iniezioni o inalazioni. In alternativa, è possibile farsi pungere sottocute direttamente dall’ape, accertandosi naturalmente che non sussista ipersensibilità al veleno.

Con una pinza il medico afferra l’ape viva, la deposita su un’area prestabilita della cute, le preme delicatamente l’addome e la lascia agire.

Gli esperti sanno dosare in maniera ottimale la permanenza del pungiglione nell’area malata, rimuovendolo subito o lasciandolo agire per qualche minuto.

Avvertenze

La puntura d’ape ed il veleno causano sintomi locali come prurito, gonfiore e bruciore che si manifestano in tutti i soggetti con intensità proporzionale al numero di punture subite.

Tuttavia, possono portare a reazioni allergiche più o meno intense e gravi nelle persone che hanno una particolare sensibilità al veleno.

Alessia Almasio

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