Non tutto ciò che è naturale è necessariamente omeopatico

Le medicine naturali rientrano tutte nell’omeopatia?

Rispondo raccontando la mia esperienza.

Le confidenze dei clienti

Dopo la visita del peloso a quattro zampe capita spesso di scambiare qualche parola con i proprietari.

Le donne, in genere, sono più loquaci e disposte al confronto verbale ed alcune di loro si confidano anche.

Lo sa Dottore che anche io mi sono curata con l’Omeopatia!?

Il sospiro che segue è liberatorio, come se si fossero alleggerite di un peso e  condividere con me quella scelta terapeutica le fa sentire meglio.

Spesso accennano un sorriso in attesa di un gesto d’approvazione.

Chi meglio del sottoscritto può comprenderle!?

La memoria gioca brutti scherzi

Bizzarro è però il fatto che non rammentino mai il nome del medico omeopata che le ha avute in cura mentre, al contrario, quello del medico convenzionale resta impresso nella memoria.

La curiosità mi porta ad indagare: “Posso sapere che tipo di medicina le ha prescritto il medico omeopata di cui non ricorda il nome?

La risposta è sconvolgente: “Il nome dei farmaci non li ricordo. È un medico che usa solo prodotti naturali. Sono migliorata tantissimo e ancora oggi mi sento bene!

Non rammentare il nome dei medicamenti che hanno contribuito a migliorare il proprio stato di salute è un fatto che non trova giustificazione razionale alcuna.

Come mai rammentiamo con lucidità il nome commerciale dei farmaci convenzionali assunti?

La memoria gioca gli scherzi più strani.

L’impatto della pubblicità sulla memoria

È indubbio che le campagne pubblicitarie cartacee e gli spot televisivi dei farmaci convenzionali influiscano, e non poco, sulla capacità mnemonica delle persone!

Mi auguro che, in un futuro prossimo, sia consentito farlo anche con prodotti farmaceutici omeopatici!

Ammettiamo, a titolo di esempio, che uno dei lettori soffra di un disturbo fisico comune come la cefalea.

La visita medica presso un medico e/o centro specializzato contribuisce alla sua identificazione, diagnosi, e specificità.

Per attenuare il corredo sintomatologico del lettore il medico prescrive un farmaco convenzionale.

Il paziente è perfettamente consapevole che dovrà assumerlo a vita.

Convivere con due inquilini scomodi come cefalea e farmaco non sarà una impresa facile.

Il lettore decide d’intraprendere un percorso terapeutico alternativo: prende appuntamento presso un medico omeopata.

A distanza di tempo le sue condizioni di salute migliorano nettamente: quale sollievo!

L’assunzione di prodotti omeopatici contribuisce a ridurre l’intensità della cefalea, renderla sempre meno frequente nelle sue manifestazioni fino alla completa dissoluzione.

Non c’è dubbio alcuno che la qualità di vita del lettore sia cambiata in meglio.

Citando una espressione verbale del commissario Salvo Montalbano “sempre più mi vado facendo persuaso che …” a ognuno di noi, dopo una esperienza del genere, rimarrebbe impresso nella memoria il nome del medico omeopata curante.

Ma anche quello dei medicamenti omeopatici che ci hanno riconsegnato una condizione di vita ottimale e sostenibile.

Come è possibile che, in ambulatorio, quelle persone siano colte da amnesie di così tale portata?

Con tatto e diplomazia ottengo informazioni più dettagliate e finalmente scopro l’arcano.

Il medico, al quale si sono rivolte, pratica la medicina non convenzionale.

Di propria iniziativa hanno erroneamente conferito a quel professionista l’appellativo improprio di omeopata.

Allo stesso modo i prodotti naturali prescritti e assunti sono stati da loro ritenuti, erroneamente, farmaci omeopatici.

Quale è la morale?

Mai fare di tutta un’erba un fascio

La morale è che non bisogna mai fare di tutta un’erba un fascio.

Ovvero, non tutto ciò che è naturale è necessariamente omeopatico.

Sul territorio nazionale molti medici praticano medicine non convenzionali ma non tutti sono omeopati.

Somministrano farmaci naturali, non chimici che, pur apportando effetti terapeutici ottimali per l’organismo, non hanno alcunché da condividere con la Omeopatia vera e propria.

A ciascuno il suo

Un esempio gastronomico può chiarire meglio il concetto: gradirei che facesse breccia nella memoria, spero, lucida e attenta dei lettori.

Paragoniamo la terapia effettuata con un farmaco naturale ad una bellissima mela mentre quella con un farmaco omeopatico ad una meravigliosa banana.

Mangiare l’una o l’altra non fa alcuna differenza.

Entrambe sono buone, salutari e, guarda caso, appartengono alla stessa categoria: frutta.

Nessun nocumento per l’organismo e numerosi benefici.

La conclusione è ovvia: pur facendo parte del gruppo frutta, mela e banana non sono la stessa cosa.

Cambiano forma, colore, profumo, spessore della buccia, consistenza della polpa, sapore, nutrienti, tempi di maturazione, stagionalità, provenienza geografica ecc.…

All’interno della galassia medicine non convenzionali il ragionamento è analogo.

Ognuna di loro ha un suo fondatore di riferimento così come una epoca storica ben determinata.

Cambiano anche i principi attivi, la loro metodica di preparazione, il dosaggio, i tempi di somministrazione, le applicazioni cliniche, gli obbiettivi terapeutici ecc.…:

Un vecchio detto latino dice “unicuique suum” che tradotto sarebbe “a ciascuno il suo”.

Dr. Luca Antonioni – veterinario omeopata unicista a Brescia

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Le richieste saranno inoltrate al medico o professionista sanitario il quale risponderà direttamente. DossierSalute.com non è responsabile di tardive o mancate risposte.

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