Il parere professionale…di un veterinario omeopatico

Ancora una volta è l’esperienza che vale più di ogni teoria.

Vi racconto dunque quel che è successo e, alla fine, trarrete le conclusioni.

La storia

Una coppia entra in ambulatorio con il trasportino.

È la prima volta che ci incontriamo.

Prima di appoggiarlo sul tavolo visita l’uomo anticipa chiedendomi “è possibile avere un suo parere professionale?”.

Emy, la paziente, è una gatta di razza persiana di 6 anni di cui cerco di ottenere informazioni.

Domanda: “Cosa potete raccontarmi di Emy?”.

Interviene brevemente l’uomo: “Emy è la gatta di mia figlia. Adesso si è sposata e trasferita a Milano ma la gatta è rimasta con noi. Sterilizzata dall’età di un anno vive in casa e dispone di un piccolo giardino. Ha fatto tutte le vaccinazioni. Ci ha sempre pensato mia figlia. Ora utilizziamo quei prodotti per le pulci, quelli che si mettono qui.”

Domanda: “Notizie riguardo l’ambiente domestico di Emy ?”.

L’uomo risponde: “Abbiamo altri due gatti maschi sterilizzati ma più anziani. I rapporti tra loro sono sempre stati ottimi. Ognuno dispone del proprio spazio vitale sufficiente.”

Domanda: “Rapporto con il cibo?”

Il marito prosegue: “L’alimentazione è costituita prevalentemente da bocconcini di pollo e tacchino alternati con crocchette lasciate a libera disposizione. Tutti i gatti si cibano nello stesso momento secondo orari stabiliti, generalmente mattino e sera.”

La moglie si limita a brevi cenni con la testa in segno di approvazione.

Le risposte generiche del marito non mi aiutano.

La sensazione è di non poter ottenere informazioni dettagliate sulla paziente quindi è inutile proseguire in questa direzione.

Visita e diagnosi clinica

Emy presenta l’occhio destro aperto e l’occhio sinistro forzatamente chiuso: blefarospasmo (= contrazione persistente del sottile strato muscolare sottostante la cute palpebrale che causa la chiusura della palpebra).

Previa somministrazione intramuscolare di un blando sedativo ispeziono il globo oculare interessato con torcia e lente d’ingrandimento.

Secrezione mucopurulenta locale, scolo nauseabondo.

Dalla apertura della rima palpebrale emerge una lacerazione corneale con bordi regolari, edema locale e uveite post-traumatica.

La diagnosi clinica è sospetta ferita corneale perforante.

Lesione traumatica da artiglio di gatto?

Giù la maschera: la confessione dei padroni non tarda ad arrivare

Il marito confessa.

 “Voglio essere franco con lei. Due giorni fa siamo stati dal veterinario di mia figlia. Anche lui, dopo la visita, è giunto alla identica conclusione. Ci ha detto che la lesione è seria. C’è il pericolo di infezioni gravi che potrebbero persino compromettere la vita della gatta. Secondo lui occorre asportare chirurgicamente l’occhio di Emy. Sinceramente non vogliamo che la gatta resti con un occhio solo. È possibile intervenire in altro modo?”

Informo la coppia dell’iter da seguire. Suggerisco loro una visita specialistica presso un collega oculista.

I proprietari di Emy palesano incertezza ed un certo imbarazzo.

I loro sguardi si incrociano più volte.

Sono indecisi sul da farsi.

La soluzione di comodo

Nei momenti peggiori, quelli nei quali è indispensabile fare una scelta o assumersi responsabilità, la donna è la figura che si distingue per determinazione e coraggio.

La moglie, fino ad allora silenziosa e remissiva, esprime il suo pensiero: “Chissà quanto ci verrà a costare tutto questo. Due pensionati come noi non sono in grado di affrontare certi costi! Se non possiamo fare altro ……….  gli faccia la puntura!”

Per alcune persone l’eutanasia rappresenta una via d’uscita rapida, semplice ed economica.

Lascio ad ogni lettore il proprio punto di vista sull’argomento e non desidero commentare l’accaduto.

Soluzione “alternativa”

La coppia sembra decisa ad affrontare una strada senza alcuna via di uscita.

Propongo loro il percorso terapeutico omeopatico.

La moglie: “Ne ho sentito parlare o devo aver letto qualcosa in merito. Siamo nelle sue mani. Ma quanto ci verrà a costare?”.

Una volta rassicurati mi concedono il consenso.

Lo studio della paziente e le valutazioni del caso mi indirizzano verso la scelta di un rimedio omeopatico unitario specifico.

Lo prescrivo.

Gocce insapori ed inodori da mescolare al cibo 3 volte al giorno per un periodo di 7 giorni.

Emy si ripresenta dopo 8 giorni al primo controllo ed ha entrambi gli occhi aperti.

L’occhio sinistro è notevolmente migliorato, la ferita si è cicatrizzata ed ha lasciato un alone centrale di colore grigiastro.

I proprietari sono piacevolmente sorpresi e meravigliati dei risultati ottenuti.

Il marito si confida: “Se fosse stato per il suo collega oggi avrei la gatta con un occhio solo!”

Saggezza popolare

La somministrazione del medicamento omeopatico unitario è avvenuta senza alcuna difficoltà, ha eliminato il dolore locale, preservato l’anatomia dell’occhio in tempi soddisfacenti e ripristinato una qualità di vita di tutto rispetto.

 La macchia cicatriziale limita certamente la capacità visiva dell’occhio sinistro ma, come recita un vecchio proverbio, “non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca”.

Accontentiamoci che l’occhio sia ancora al suo posto.

Dr. Luca Antonioni veterinario omeopata unicista Brescia

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