Che tipo di cliente chiede la consulenza veterinaria Omeopatica?

Nella mia esperienza ambulatoriale ventennale ho incontrato clienti di ogni estrazione sociale e culturale.

Nel mio ambulatorio non entrano solo cani e gatti ma anche proprietari con i quali mi relaziono quotidianamente.

Ciò dimostra ancora una volta come il mio lavoro sia delicato e complesso.

Se il lettore dovesse riconoscersi in una delle categorie elencate a titolo di esempio non si senta criticato oppure offeso.

La mia vuole essere la semplice constatazione oggettiva dell’ampia varietà di biotipi registrati in questi anni di attività.

Per dirla come il titolo dell’album dei Calibro 35 del 2012 (gruppo funk-jazz italiano): “Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.”

Il cliente “guarito”

Il primo tipo di cliente in assoluto è colui che, causa problemi di salute personali, si è curato con la Medicina Omeopatica e ne ha tratto benefici.

Costui è una persona particolarmente esigente, intransigente.

Non accetta compromessi ed il suo amico a quattro zampe deve seguire lo stesso percorso terapeutico e se gli proponi un prodotto chimico, contro pulci o zecche, te lo fai nemico a vita.

Il cliente “scettico”

Non conosce la Medicina Omeopatica o non ne ha mai sentito parlare.

Il cliente di tipo “scetticocede ma non è convinto del tutto.

Accetta passivamente e si adegua perchè “Il dottore è lei!”

Vuole dimostrare che, anche seguendo alla lettera le mie indicazioni, la situazione clinica del suo cane o gatto resterà immutata.

Segue pedissequamente ogni suggerimento, annota tutto e non sgarra di una virgola e si ravvede solo di fronte ai reali progressi del suo amico a quattro zampe.

Rimane esterrefatto dei risultati e, ora, la Medicina Omeopatica ha conquistato anche lui.

Il cliente “pressapochista”

Informato e convinto della salubrità di tutto ciò che è pubblicizzato come “naturale”, il cliente pressapochista non manca mai all’appello.

Felice di far visitare il suo cane o gatto da un veterinario omeopata, mi ha cercato per molto tempo.

Vuole un mio parere su questa o quella preparazione farmaceutica “non convenzionale” proposta sul web o letta in qualche rivista.

Abile nel ricordarne i nomi commerciali, la sua è una conoscenza ampia ma di facciata, superficiale.

All’inizio del percorso terapeutico mi segue con diligenza ma in seguito prevale il desiderio di protagonismo e vuole gestirsi da solo.

Di sua iniziativa, senza consultarmi, modifica la posologia del medicamento omeopatico a suo piacimento o aggiunge prodotti naturali che lui ritiene utili per questa o quella funzione organica.

Non è facile seguirlo nel proseguo della terapia e convincerlo che non è un gioco, accavallare terapie diverse è come mescolare un mazzo di carte: esternamente appare intatto ma la disposizione interna di ognuna di esse è variata in modo imprevedibile.

Lo stesso accade nel paziente, la semplicità è l’ingrediente chiave in ogni proposta terapeutica nel rispetto del benessere animale.

Il cliente “extraterrestre”

Cliente riservato e particolarmente appassionato di Medicina Omeopatica è disinvolto nell’utilizzare un lessico tecnico-omeopatico invidiabile.

Ha un livello culturale elevato, ha letto molto in materia e forse anche di più e fornisce risposte eloquenti, chiare con dovizie di particolari interessanti.

Nessuna divagazione.

Chirurgico nella descrizione del proprio quattro zampe, ne racconta minuziosamente la quotidianità, i sintomi fisici e tutte le sfumature caratteriali utili per il mio lavoro, per cui c’è un’intesa quasi immediata e una simpatia velata reciproca.

Ascoltarlo è musica per le mie orecchie: come leggere un testo classico di Medicina Omeopatica.

Unica nota negativa è che in vent’anni l’ho incontrato solo una volta per questo sono quasi certo si trattasse di un cliente alieno.

Il cliente “affranto”

Non dimentico chi è rimasto profondamente deluso dalla classe veterinaria in toto, è il cliente più irrequieto che esprime tutta la sua rabbia interiore per non aver trovato alcun sostegno.

Espressioni del tipo “Mi sono sentito solo e abbandonato” non fanno onore alla categoria che rappresento.

L’unica cosa che chiede è di essere ascoltato, non desidera altro.

È un cliente affranto.

E’ esasperato per aver sostenuto spese non indifferenti per indagini collaterali prescritte (TAC, Risonanza Magnetica, Ecografia, Tests allergologici ecc..) e protocolli terapeutici che non hanno portato risoluzione alcuna.

Tant’è che i problemi del suo cane o gatto risultano irrisolti.

I colleghi “convenzionali” hanno saputo proporgli nuovi esami, test e terapie farmacologiche più potenti, un labirinto infinito dal quale è impossibile uscire.

La Medicina Omeopatica rappresenta il filo di Arianna che consentì all’eroico Teseo, figlio del vecchio re di Atene, di ritornare a vedere la luce dopo aver ucciso il Minotauro.

Il cliente “indignato”

C’è anche il cliente che si ribella alla somministrazione di un farmaco convenzionale, prescritto dal suo veterinario di fiducia, per il suo animale in tenera età.

La reazione avversa trae origine da due constatazioni in merito.

La prima quando capisce che l’assunzione farmacologica, per quel tipo di disturbo fisico del suo cane o gatto, dovrà essere permanente.

La seconda nel momento in cui legge il bugiardino con l’elenco degli effetti collaterali.

Al telefono la domanda d’obbligo che mi pone è: Dottore, può fare qualcosa con la Medicina Omeopatica?

Dr. Luca Antonioni – veterinario omeopata unicista a Brescia

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