Medicina veterinaria omeopatica: specializzati in puzzle

La medicina specialistica ha creato figure professionali in grado di occuparsi di ogni singolo settore specifico di un “organismo vivente”.

C’è chi si occupa selettivamente del “corpo” inteso nel suo aspetto puramente materiale (es: cardiologo, gastroenterologo, oculista, otorinolaringoiatra ecc..) e chi dei disturbi psicologici (es: neuropsichiatra, psichiatra, medico psicoterapeuta, psicoanalista ecc..).

Ed in Medicina Veterinaria?

In Medicina Veterinaria la situazione è sovrapponibile.

C’è il collega che si occupa specificatamente dell’apparato locomotore (ortopedico), pelle (dermatologo), sistema nervoso (neurologo), occhi (oculista) e così via ma esiste anche la figura professionale del comportamentalista.

Comunque la si pensi, il malato, uomo o animale domestico, è sezionato come un “puzzle”: ogni singolo pezzo di sé è di competenza del professionista specializzato di turno.

Sorge spontanea una domanda:

  • Esiste la figura del veterinario omeopata neurologo, gastroenterologo, pneumologo, cardiologo, urologo, oculista, dermatologo?
  • E il veterinario omeopata comportamentalista?

Corpo e mente: due facce della stessa medaglia

La domanda richiede l’intervento di un professionista competente in materia.

Chi meglio del dr. S.C.F. Hahnemann fondatore della Medicina Omeopatica (M.O.)?

Ecco il suo pensiero: “In ogni malattia fisica dell’organismo vi è sempre una alterazione della mente”.

Il medico sassone descrive alcuni esempi: “Quante volte s’incontrano pazienti colpiti da una malattia dolorosa e di lunga durata dotati di uno stato d’animo mite e dolce.

Il medico si sente spinto verso di loro da un senso di compassione e rispetto. Quando lo stesso paziente ha superato la malattia e ritrovato la salute il medico resterà stupito nel constatare l’orribile trasformazione del carattere; vede comparire ingratitudine, inumanità, cattiveria e aspetti brutali presenti prima della malattia. Spesso si riscontra il paziente che, una volta ammalato, diventa caparbio, violento, pieno di odio, insopportabile, testardo, impaziente o disperato. L’educato e il timido diventa, cadendo malato, senza ritegno e libidinoso. Non raramente l’intelligente si trasforma in ottuso di mente, e il poco intelligente diventa un po’ più assennato, capisce meglio e presenta invece che ritardo mentale, pronto potere decisionale e presenza di spirito ecc. …”.

Malattia e salute sono due aspetti di una stessa medaglia.

La visione olistica

Dalle parole del dr. S.C.F. Hahnemann si evince che non esiste una separazione netta tra “corpo” e “mente”.

È il paziente ad essere ammalato nella sua totalità, non solo i suoi organi.

Non ci sono malattie che interessano solo il “corpo o malattie che interessano solo la “mente.

Secondo gli insegnamenti del dr. S.C.F. Hahnemann la malattia coinvolge l’insieme “corpo + mente” del malato.

 I sintomi mentali possono prevalere su quelli fisici oppure quelli fisici sovrastare quelli mentali.

Un esempio può chiarire meglio il concetto.

Rinite allergica stagionale:

  • occhi arrossati
  •  lacrimazione
  •  scolo nasale acquoso irritante
  •  Starnutazioni
  •  ostruzione nasale.

 Il disturbo non coinvolge solo l’aspetto fisico ma anche quello mentale:

  • Nervosismo
  • Prostrazione
  • Pigrizia
  • scarso livello di concentrazione
  • pessimismo.

La malattia, interessando un unico sistema “corpo + mente”, ha sempre e comunque ripercussioni a tutti i livelli.

Per la Medicina Omeopatica (M.O.) è l’insieme psico-fisico ad essere disarmonico.

Quando la fioritura di alcune piante è passata i sintomi fisici svaniscono ma si recupera anche lo stato d’animo migliore: ritorna il sorriso, l’allegria, la voglia di fare, l’ottimismo.

 Le parole del medico sassone hanno questo significato.

Ristabilire l’ordine

Come studente universitario ho frequentato il corso di Clinica Medica Veterinaria del professore dr. Giovanni Ballarini presso l’Università degli Studi di Parma.

Le sue lezioni mi stupivano perché lo consideravo un docente rivoluzionario.

Era uno dei pochi che sapeva trasmettere conoscenza.

A distanza di anni ricordo una delle sue lezioni più belle.

 L’argomento riguardava la bovina da latte ad alta produzione (BLAP).

“Sarete chiamati in una azienda agricola per visitare una bovina affetta da chetosi post-partum. I sintomi della malattia l’allevatore li conosce bene: per questo vi chiamerà.

Come clinici di allevamento non è della singola bovina che vi dovrete preoccupare”.

Quella frase mi spiazzò completamente perché gli insegnamenti accademici fino ad allora acquisiti erano rivolti al singolo malato.

La bovina, affetta da chetosi post-partum, doveva essere sottoposta al protocollo terapeutico specifico che prevedeva l’uso del farmaco X, Y e Z.

In effetti il termine “clinico di allevamento” era la prima volta che lo sentivo.

Il dr. G. Ballarini introduceva, all’epoca, un metodo di approccio clinico mai contemplato dagli altri docenti.

Aggiunse: “Il vostro interesse, come clinico di allevamento, è quello di prendere in considerazione non la singola bovina malata ma l’intero gruppo di bovine sane pronte al parto. La bovina malata rappresenta solo la punta dell’iceberg! Il trattamento terapeutico, per risultare efficace, dovrà coinvolgere l’intero gruppo.

Una goccia in mezzo al mare

La singola bovina esprime il livello di salute dell’intero gruppo di appartenenza (= allevamento).

Se manifesta sintomi oggettivi di malattia significa che l’intero gruppo è coinvolto.

 Il trattamento terapeutico della singola bovina è una goccia in mezzo al mare.

Domani una seconda bovina potrebbe avere gli stessi sintomi e dopodomani una terza e così via e ciò sarebbe un danno economico incalcolabile per l’allevatore.

La terapia, per essere efficace, dovrà comprendere l’allevamento nel suo insieme e non il singolo individuo.

Il professore G. Ballarini, a sua insaputa, esprimeva pensieri analoghi a quelli del dr. S.C.F. Hahnemann.

Il suo approccio clinico è sovrapponibile a quello di un “omeopata”.

Dr. Luca Antonioni veterinario omeopata unicista Brescia

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