Le nuove tecniche ecografiche durante le visite ginecologiche in gravidanza, come viene visualizzato il feto rispetto alle ecografie tradizionali?
L’ecografia in gravidanza
Si tratta di una metodica diagnostica che sfrutta gli ultrasuoni per visualizzare su un monitor gli organi genitali femminili (utero ed ovaie) ed il feto (se in gravidanza ).
L’ecografia può essere:
- pelvica trans addominale , il ginecologo appoggia una sonda ecografica sull’addome della paziente
- pelvica trans vaginale ed avviene inserendo una sonda nella vagina
Gli esami non sono dolorosi e possono durare circa 15 minuti, per entrambe è necessario utilizzare un gel ad acqua per facilitare lo scorrimento della sonda (sia sull’addome che nella vagina).
Questi esami possono essere effettuati in ogni momento del ciclo mestruale, in adolescenza (ma se non si hanno avuti rapporti sessuali, si deve effettuare diagnostica transaddominale ) ed in menopausa.
Gli esami descritti vengono utilizzati per valutare l’anatomia degli organi pelvici femminili ed eventuali patologie correlate, sia benigne che maligne come:
- fibromi
- endometrio
- ispessimento endometriale
- polipi
- follicoli
- cisti benigne
L’ecografia è altresì importante per la donna in gravidanza che durante i 9 mesi necessita di eseguire svariate visite per controllare l’andamento della crescita del feto nell’utero.
L’immagine che viene visualizzata dall’ecografia tradizionale (l’ecografia bidimensionale) è come un’immagine fotografica.
L’ecografia bidimensionale si esegue per visionare gli organi del feto in due dimensioni.
Le immagini appaiono in tonalità di colore grigio ed il ginecologo deve interpretare su una scala di grigi suddette immagini bidimensionali .
Negli ultimi anni la tecnologia nel campo degli esami diagnostici si è evoluta, ed anche in ginecologia ed ostetricia gli ecografi riescono ad elaborare immagini migliori con sonde tridimensionali.
Visualizzare il feto con l’ecografia tridimensionale
La tecnica ecografica tridimensionale (3D), con la sonda transaddominale e/o transvaginale è una novità tecnologica per molti medici e pazienti.
L’ecografia tridimensionale si basa sulla ricostruzione ed elaborazione delle immagini ecografiche bidimensionali, e le immagini vengono visualizzate in tre dimensioni.
Questo tipo di tecnologia permette di avere immagini molto più definite rispetto all’ecografia bidimensionale, è un esame richiesto al di fuori dell’indicazione medica per poter vedere il volto del bambino grazie al realismo delle immagini.
L’ecografia in 3D può essere utile anche per visualizzare e chiarire alcune patologie o situazioni dubbie emerse con l’ecografia bidimensionale.
E’ fondamentale che il feto sia nella posizione ideale, che vi sia sufficiente quantità di liquido amniotico tra il feto e la parete uterina e che non vi siano anse del cordone ombelicale davanti al volto.
E’ possibile esaminare alcune parti del feto nel dettaglio ed eventuali anomalie ad esso legate come:
- del cordone ombelicale
- degli arti
- del torace
- degli organi fetali interni
- del cuore del feto
Questa ecografia è possibile effettuarla fin dal primo trimestre, così da poter esaminare in maniera precoce il feto e determinare eventuali anomalie del sistema nervoso quali:
- acrania
- anencefalia
- idrocefalo
- encefalocele
Nel secondo trimestre di gravidanza si potrà studiare in maniera approfondita il volto, (la presenza dell’osso nasale, le orbite, etc).
L’ecografia tridimensionale in ginecologia
Grazie all’elevata prestazione del device in 3D è possibile diagnosticare:
- malformazioni uterine
- patologie organiche dell’utero
- la pervietà tubarica (le caratteristiche del canale cervicale)
E’ utile inoltre nell’assistenza a tecniche di fecondazione medicalmente assistita.
In ginecologia l’ecografia tridimensionale è utile per ricostruire la cavità endometriale in maniera non invasiva ed eventuali malformazioni della cavità uterina stessa.
Alcune anomalie visualizzabili sono l’utero stellato, l’utero setto e l’utero bicorne unicolle e svariate patologie endometriali (quali fibromi e polipi).
La tecnica ecografica in 3D è un ausilio nello studio della paziente infertile e nelle tecniche di PMA.
Studi a riguardo confermano di poter visualizzare il volume ovarico e la conta dei follicoli antrali con la risposta ovarica al farmaco che è stato utilizzato per stimolare.
Allo stesso modo, la tecnica in 3D è stata fondamentale nel refertare l’insuccesso o il successo dell’impianto nelle tecniche di fecondazione.
L’ecografia in 4D
L’ecografia quadrimensionale ha una qualità maggiore ed avanzata, essa rappresenta il futuro della diagnostica, dall’accuratezza nella diagnosi di molte patologie fetali e ginecologiche.
Nel caso dell’ecografia 4D vengono utilizzate sonde volumetriche in grado di acquisire svariati fotogrammi al secondo.
L’ecografia viene effettuata in tempo reale, è preferibile che venga effettuata tra la ventiquattresima e la ventinovesima settimana di gravidanza, momento in cui il feto sarà di medie dimensioni e meglio visibile.
In questo modo risulta più semplice identificare patologie dei tessuti molli, della spina bifida, del cuore e dell’apparato muscolo scheletrico.
Questo tipo di ecografia stringe anche un legame maggiore tra il feto e la madre perché le immagini realistiche fanno sì che la madre possa vedere per la prima volta la fisionomia del bambino, incrementando il loro rapporto.
L’ecografia office, innocua e non invasiva per il feto e per la mamma, è uno strumento diagnostico utile per il medico specializzato che offre un servizio maggiore alla visita ginecologica, con dati sempre più precisi ed accurati sia sull’accrescimento che sull’anatomia fetale .
La Redazione
Dott.ssa Nicoletta Vendola Ginecologa a Vercelli
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