Le tendinopatie di polso e mano

La maggior parte delle tendinopatie che coinvolgono polso e mano compaiono in persone che compiono azioni o lavori con movimenti molto ripetitivi o con alti carichi.

Il decorso di questa problematica è molto insidioso, e tipicamente nelle fasi acute iniziali viene gestita con riposo, tutori, riduzione dell’attività provocativa, antiinfiammatori e iniezioni di cortisone.

Rispetto alle tendinopatie che colpiscono l’arto inferiore (tendinite achillea e quadricipitale) che sono dovute principalmente al sovraccarico, quelle dell’arto superiore, soprattutto di polso e mano hanno uno sviluppo molto più complesso ed una maggiore durata in termini di tempi di recupero.

 La disabilità che crea nella gestione della vita quotidiana è notevole dato che il dolore si presenta in molteplici movimenti della mano.

Come ad esempio afferrare gli oggetti, aprire una bottiglia d’acqua, ecc…

Le tendinopatie di polso e mano: diagnosi

La diagnosi di tendinopatia di polso e mano viene fatta inizialmente analizzando l’insorgenza del dolore.

Si differenzia in:

  • Acuto: insorgenza con dolore ad alta intensità, dove sono presenti processi infiammatori.
  • Cronica: dolore ad intensità moderata che compare solitamente dopo attività o movimenti dell’arto superiore.

Difficile da capire quale tendine esattamente sia coinvolto dalla disfunzione, dato che l’inserzione tendinea sull’osso è composta da molti muscoli fini che controllano polso e mano.

Inoltre la presenza di trigger points miofasciali può mascherare o aggravare il dolore della tendinopatia.

 Spesso i muscoli che riferiscono dolore alla mano sono localizzati su spalla e scapola.

Per questo durante la valutazione di questa problematica viene indagato tutto l’arto superiore fino al tronco, e non solo l’area dove il paziente percepisce il dolore.

La palpazione del tendine non è un test efficace per fare diagnosi.

Solamente in fasi molto avanzate è possibile percepire manualmente una patologia dei tendini di polso e mano.

 Un’altra indicazione che permette di chiarire la diagnosi è data dai test provocativi, ovvero la palpazione o la richiesta di un particolare movimento che modifica (aumentando o diminuendo) il dolore del paziente.

Come esami diagnostici è consigliata l’ecografia (per documentare la gravità della compromissione della struttura tendinea) o la risonanza magnetica (solo quando si sospetta che il dolore alla mano sia dovuto ad un’ernia cervicale).

Le tendinopatie di polso e mano: il trattamento

In assoluto l’opzione terapeutica più utilizzata e consigliata è il trattamento fisioterapico.

Possono essere associati farmaci antiinfiammatori per gestire l’intensità del dolore nelle fasi acute, così come riposo e ghiaccio.

Solo nei casi più gravi (rari) si procede con la chirurgia, che di solito consiste in una decompressione del tendine.

La terapia strumentale (ultrasuoni, laser, tens) è consigliata nella fase acuta quando il dolore è ad alta intensità, ma mai come unica strategia di trattamento.

La terapia manuale può essere efficace dopo 7-10 giorni dalla fase acuta, o in qualunque momento della fase cronica.

Le tecniche possono essere applicate direttamente sull’area di dolore, anche se un approccio più esteso che coinvolga la manipolazione di tutto l’arto superiore è più efficace per ridurre il dolore e creare le condizioni per un adattamento terapeutico della struttura tendinea.

Nel lungo periodo ancora più efficace della terapia manuale abbiamo l’esercizio terapeutico, soprattutto le contrazioni eccentriche (contrazione del muscolo mentre si allunga), dando lo stimolo in termini di guarigione più efficace per il rimodellamento del tendine.

La combinazione di terapia manuale ed esercizio terapeutico possiede la maggior probabilità di successo.

 Ѐ sempre necessario informare ed educare il paziente riguardo i tempi di recupero, l’insidiosità della patologia e l’importanza di attenersi al programma terapeutico per le 6-8 settimane necessarie.

 La corretta scelta terapeutica del fisioterapista e la partecipazione attiva del paziente permette una risoluzione del problema nel 90% dei casi.

La redazione

Dott. Edoardo Balli Fisioterapista a Prato

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