Incontinenza urinaria femminile: una patologia silenziosa. Scopriamo assieme la diagnosi e come poterla gestire al meglio.

L’incontinenza urinaria femminile è una patologia alquanto fastidiosa che, talvolta, può diventare anche fonte di grande imbarazzo. Gli stessi medici la considerano una “patologia silenziosa” e il perché è molto semplice: non se ne parla abbastanza e non avviene una corretta sensibilizzazione su tale disturbo.

L’incontinenza urinaria femminile colpisce circa 3 milioni di donne in Italia e, proprio per questo motivo, parlarne è molto importante.

Perché si manifesta l’incontinenza urinaria?

Prima di scoprire il “perché si manifesta la presenza dell’incontinenza urinaria” dobbiamo esaminare approfonditamente quali sono le cause. Cosa, cioè, scatena l’insorgenza di questa patologia.

I motivi, semplicemente, sono collegabili alla conformazione anatomica femminile.

Due fattori di rischio potrebbero essere la gravidanza e il parto: questo perché contribuiscono, non in tutti i casi ovviamente, allo stiramento dei legamenti di sostegno della vescica.

Quindi il “perché” è strettamente collegato a quelle che sono, in realtà, le cause dell’incontinenza femminile.

Non dimentichiamoci inoltre che anche gli ormoni giocano un ruolo molto importante in tutto ciò: svolgono, infatti, un’azione di mantenimento del tono muscolare di tutta l’area pelvica.

Tutto cambia nuovamente con l’arrivo della menopausa: quest’ultima è la responsabile di un nuovo orologio biologico femminile e, quindi, è importante analizzare quali sono le conseguenze da lei prodotte. In menopausa la produzione degli ormoni diminuisce e, inevitabilmente, aumentano anche gli episodi di perdite involontarie e non controllabili di urina.

Spesso, l’incontinenza urinaria femminile si manifesta a causa di:

  • un indebolimento del pavimento pelvico,
  • una ipermobilità dell’uretra,
  • una diminuzione del tono sfinterico dell’uretra,

Esistono, tuttavia, anche altre cause molto importanti, quali:

  • infezioni urinarie o vaginali,
  • effetti collaterali provocati da cure farmacologiche,
  • debolezza muscolare,
  • malattie nervose o muscolari,
  • effetti collaterali dovuti da alcuni interventi chirurgici,

L’incontinenza urinaria è inoltre maggiormente riscontrata e presente in tutti quei soggetti che fanno uso di sigarette o che sono in forte sovrappeso.

Quanto può influire l’età?

Si tende sempre a pensare che l’età sia la colpa di ogni male, ma in verità, non è proprio così. Certo, gli anni che passano possono influire molto in determinati quadri clinici, tuttavia, non è questo il caso.

I problemi di incontinenza urinaria poco hanno a che vedere con il trascorrere del tempo.

Nella fattispecie dell’incontinenza urinaria femminile, ti vogliamo dare due informazioni molto importanti: qualsiasi donna è soggetta a perdite urinarie e circa il 20% dei casi si manifestano, addirittura, prima dei 30 anni.

L’incontinenza urinaria non è tutta uguale

I problemi legati all’incontinenza non sono tutti uguali. Esistono svariate tipologie di perdite involontarie di urina e, ognuna di loro, si presenta dopo un momento ben specifico.

I problemi di incontinenza da sforzo (o da stress) si manifestano in determinati momenti della giornata: nello specifico, quando si fa attività fisica o, banalmente, mentre si sta facendo un piccolo movimento quotidiano (questo accade nel 50% dei casi). Ci sono altri casi, invece, dove basta un semplice colpo di tosse e, all’istante, si manifesta una perdita.

C’è poi l’incontinenza da urgenza che è preceduta da una forte necessità di recarsi in bagno e, quindi, di urinare. Questo tipo di incontinenza è molto meno frequente  rispetto all’incontinenza da sforzo, infatti, ne sono affette solo il 15% delle donne.

Ci sono poi dei casi dove si riscontra l’incontinenza mista, ovvero, un mix tra incontinenza da sforzo e da urgenza.

Infine ti citiamo l’incontinenza “overflow”. Questo tipo di incontinenza è legata all’incapacità della vescica di liberarsi completamente: ciò significa che non si svuota mai completamente e questo provoca inevitabili perdite involontarie di urina.

Perché l’incontinenza non deve essere sottovalutata

All’incontinenza urinaria femminile viene spesso sottovalutata: un po’ perché se ne vergogna e un po’ perché non è “nulla di così grave”.

In realtà, nonostante non metta la paziente in pericolo di vita, l’incontinenza ha un impatto importantissimo sulla vita privata e lavorativa del soggetto, soprattutto se esaminiamo il suo punto di vista socio-emotivo.

Chi ne è affetto, talvolta, preferisce rinunciare alla vita sociale perché si sente a disagio o a il timore di emanare odori sgradevoli. Altrettante persone evitano anche di avere rapporti sessuali con il proprio partner proprio per questi motivi.

Proprio per questi motivi è di fondamentale importanza rivolgersi al proprio medico: ricevere un supporto farmacologico e psicologico è fondamentale per convivere al meglio con questo disturbo.

Una diagnosi tempestiva e corretta come primissimo passo

L’incontinenza urinaria può essere confermata solo da uno specialista, l’urologo.

Quest’ultimo inizierà la visita con un primo colloquio: chiederà al paziente i sintomi, come si è manifestata la patologia e le sue abitudini individuali.

Una volta raccolte tali informazioni, si passerà all’effettiva visita.

Si analizza, dunque, se sono presenti o meno le seguenti condizioni:

  • ernie,
  • stipsi,
  • ostruzione delle vie urinarie,
  • disturbi neurologici,

Potrebbero essere necessari ulteriori esami per approfondire ancora meglio il quadro clinico (cistoscopia e urodinamica) al fine di valutare lo stato funzionale della vescica, il residuo post-minzionale e il funzionamento dei muscoli del pavimento pelvico.

Come poter curare l’incontinenza urinaria femminile

Prima di tutto bisogna capire il perché, cosa cioè, ha scatenato questo disagio. Capirne le cause è fondamentale per curare al meglio la patologia: si va a monte della situazione per ottenere una diagnosi sicura e, solo dopo, si è in grado di formulare una cura adeguata alla paziente.

Come prima cosa, è importante analizzare il proprio stile di vita e capire se c’è qualcosa di errato, delle abitudini sbagliate.

Generalmente, le prime cose che vengono richieste alla paziente sono:

  • perdere peso e arrivare a un peso forma corretto,
  • abolire o ridurre nettamente l’assunzione di caffè,
  • smettere fin da subito di fumare,

Ci sono poi degli esercizi fisici utili e mirati per la riabilitazione della muscolatura pelvica. Vanno eseguiti nel modo corretto perché sennò sarebbero inutili: quindi, il nostro consiglio, è quello di rivolgersi a dei professionisti del settore per impararli bene.

In molti casi viene anche consigliato di iniziare una terapia farmacologica. Un esempio è la terapia estrogenica locale: spesso suggerita alle donne già in menopausa. Altri farmaci, invece, servono a ridurre il “non controllo” del muscolo detrusore della vescica.

Come ultimissima scelta, c’è poi la chirurgia. Quest’ultima viene suggerita solo in quei casi in cui nessun tipo di cura ha prodotto i risultati sperati.

La Redazione – Monica Penzo

La redazione in collaborazione con la Dott.ssa Nicoletta Vendola Ginecologa a Vercelli


© Il contenuto di questo articolo, eventuale logo, il lavoro artistico e la grafica sono di proprietà di dossiersalute.com. Sono protetti dal diritto d’autore e dal diritto di proprietà intellettuale.

È vietata la copia, l’appropriazione, la riproduzione anche parziale dei contenuti e di immagini in qualsiasi forma. Per le immagini libere da copy o soggette ad attribuzione è riportata la fonte. È vietata la redistribuzione e la pubblicazione dei contenuti non autorizzata espressamente da dossiersalute.com. Copyright © Dossiersalute.com · all rights reserved


Le richieste saranno inoltrate al medico o professionista sanitario il quale risponderà direttamente. DossierSalute.com non è responsabile di tardive o mancate risposte.

Immagine di Freepik

Condividi su