Chirurgia della parete addominale: cosa cura e come si esegue

Gli interventi di chirurgia della parete addominale sono finalizzati alla ricostruzione o asportazione di un difetto a carico della parete dell’addome. Sono pratiche di chirurgia generale che nella maggior parte dei casi intervengono su ernie e laparoceli, ma non solo. In ogni caso, è fondamentale che ad eseguirli sia un chirurgo specializzato, considerata la delicatezza della zona da trattare.

Ernie e laparoceli

Le ernie sono protrusioni di un organo interno verso l’esterno, fino ad arrivare ad una sede che non gli appartiene; si tratta di una problematica tipica della parete addominale o della regione inguinale, di cui a volte si soffre per anni senza accorgersene. Le cause più comuni, a seconda del tipo di ernia, sono rappresentate da sforzi prolungati, obesità/sedentarietà, lavori e sport usuranti, posture e movimenti scorretti e ripetuti, gravidanze multiple, ascite, cirrosi, tumori, interventi chirurgici. Possono essere di tipo primario, come quelle ombelicali, inguinali ed epigastriche, o secondario. In questo caso si parla di laparoceli.
I laparoceli si creano solitamente in concomitanza di una ferita chirurgica (sono infatti definite anche ernie incisionali). Necessitano, perciò, di un trattamento molto accurato, essendo meno definiti nei margini e negli spazi rispetto alle ernie primarie.

Come si esegue: laparotomia o laparoscopia?

Gli interventi di chirurgia della parete addominale a carico delle ernie di tipo primario si eseguono sia con tecnica laparotomica che mininvasiva, cioè in laparoscopia. In questo caso si utilizzano strumenti che consentono al medico di operare con piccolissime incisioni, e in regime di day hospital. Nell’arco di 24 ore il paziente fa un immediato ritorno a casa e alle proprie attività con un post operatorio molto breve. 

Tipo di intervento

Al di là della tecnica, il tipo di intervento può variare in base alla posizione dell’ernie. In caso di ernie inguinali, ad esempio, viene inserita una rete di materiale biocompatibile al di sopra della fascia trasversalis in modo da contenere l’ernia. Per quanto riguarda invece i laparoceli, si tratta di interventi più delicati che necessitano di un post operatorio più lungo e di una maggiore esperienza nel campo della chirurgia ricostruttiva.

Esiti

Quando la chirurgia della parete addominale riguarda ernie primarie, l’invasività è ridotta al minimo e anche il rischio di recidiva è inferiore all’1%. Nel caso di laparocele, invece, molto dipende dal caso, dalla difficoltà e dall’entità del laparocele stesso, nonché dall’esperienza in campo di chirurgia addominale da parte dell’operatore. Anche qui, comunque, i livelli di recidiva sono molto bassi

Diastasi dei retti

Un’altra condizione che può determinare la necessità di intervenire chirurgicamente è la diastasi dei retti, meno nota dell’ernia, ma pur sempre fastidiosa e di non facile risoluzione. Si parla di diastasi dei retti quando si verifica un allontanamento dei due muscoli retti addominali localizzati nella linea mediana che parte dalla xifoide, attraversa l’ombelico e arriva fino alla pelvi. I muscoli verticali dell’addome, spostandosi verso i lati, pregiudicano i normali movimenti e sono causa di non pochi disturbi. A essere colpite da questa patologia sono quasi esclusivamente le donne. Si stima infatti che l’1/3 di esse soffra di diastasi, in particolare durante e/o dopo la gravidanza. Non si tratta solo un problema estetico perché provoca fastidi di natura funzionale che impattano sulla qualità della vita. Possono inoltre sopraggiungere complicanze patologiche come la formazione di ernie ombelicali. Seppur in misura molto ridotta, anche gli uomini possono soffrire di diastasi.

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Quando e come operare

Quando la distanza tra il muscoli retti dell’addome è superiore a 3/3,5 centimetri la diastasi va affrontata per via chirurgica. L’operazione tende a recuperare la piena funzionalità della parete addominale, un risultato che si riflette sulla qualità della vita della paziente. Durante l’intervento si procede anche a rimuovere la pelle e l’adipe in eccesso, se necessario, ridonando vigore ai tessuti. L’équipe chirurgica effettuerà una plicatura dei muscoli addominali suturando gli stessi per avvicinarli e ricondurli nella loro sede originaria. Spesso, si provvede a posizionare una rete. Superata questa fase, si può procedere ad un intervento estetico sulla cicatrice di un eventuale parto cesareo e non poche pazienti valutano l’opportunità di correggere problematiche al seno con una mastoplastica o mastopessi.

Decorso post-operatorio

Il paziente viene dimesso il giorno successivo all’intervento e la convalescenza a casa dura in media 20/30 giorni. Dopo circa dieci/quindici giorni è possibile riprendere a svolgere le normali attività mentre sarà necessario attendere almeno un mese prima di riprendere a fare sport.

La Redazione in collaborazione con il Dr. Mattia Pizzi – Chirurgo generale, Proctologo, Gastroenterologo

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