- I sintomi di acidità di stomaco
- le cause
- la diagnosi dell’acidità di stomaco
- come prevenire l’acidità di stomaco
L’acidità di stomaco, tecnicamente Pirosi è un bruciore che si avverte nel torace, dietro lo sterno.
Questo disturbo è causato dalla risalita nell’esofago delle secrezioni acide provenienti dallo stomaco: il reflusso gastroesofageo.
Quando questo evento è occasionale, dopo un pasto abbondante o determinati alimenti, non deve destare alcuna preoccupazione. Al contrario, se il bruciore si avverte con frequenza, ad esempio dopo ogni pasto o più volte nella settimana, potrebbe essere il segnale di un disturbo che non va trascurato.
La pirosi tende a presentarsi prevalentemente dopo i cinquant’anni, tanto che circa la metà della popolazione in questa fascia d’età ne è affetta.
Acidità di stomaco: i sintomi
Le persone colpite dalla Pirosi possono avvertire più sintomi:
- bruciore che si irradia nello stomaco, nel petto e nella zona dietro lo sterno, fino a raggiungere anche la mandibola e la gola;
- difficoltà durante la deglutizione, nausea e vomito;
- gonfiore addominale, flatulenza e diarrea;
- senso di pesantezza e digestione lenta;
- rigurgito acido.
I dolori possono peggiorare se ci si piega in avanti, si compiono sforzi fisici eccessivi, o se si va a letto dopo aver mangiato, perché la posizione distesa favorisce il reflusso gastroesofageo.
Acidità di stomaco: le cause
La pirosi può essere causata da molteplici fattori:
- minore efficienza del diaframma (il muscolo che separa il torace dall’addome) e della giunzione esofago-gastrica (il punto di passaggio tra esofago e stomaco) che non riescono a impedire al contenuto dello stomaco di risalire nell’esofago, irritandolo;
- produzione eccessiva di succhi acidi da parte dello stomaco;
- aumento della pressione sullo stomaco, dovuto, ad esempio, al sovrappeso o alla gravidanza;
- pasti irregolari, troppo grassi, troppo abbondanti;
- alcuni alimenti (spezie, cibi acidi, bevande alcoliche, caffè, ecc.);
- assunzione di determinati farmaci, in particolare i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS);
- fumo;
- stress;
- cambi nell’alimentazione.
Acidità di stomaco: diagnosi
La diagnosi della pirosi non richiede esami specifici. È sufficiente che uno o più dei sintomi citati si verifichi con frequenza, perché il medico possa accertare la presenza del disturbo. In tal caso il dottore prescrive un trattamento che riduce l’acidità e lo stress.
Se i fastidi si presentano occasionalmente, è possibile ricorrere all’automedicazione: bisogna semplicemente rivolgersi in farmacia per farsi consigliare gli specifici farmaci da banco per neutralizzare l’acido gastrico, come i farmaci antiacidi, o i farmaci inibitori della pompa protonica.
Se la cura non dovesse apportare benefici e i disturbi dovessero persistere, il medico valuterà la possibilità di prescrivere esami approfonditi come la esofagogastroduodenoscopia o gastroscopia.
L’esame consiste nell’introdurre attraverso la bocca una sonda a fibra ottica in grado di fornire immagini dell’esofago, dello stomaco e del duodeno. Le foto ottenute consentono ai dottori di rilevare eventuali lesioni causate nell’esofago dalla risalita dell’acido gastrico.
Laddove si ritenga necessario, infine, è possibile procedere alla raccolta di frammenti dell’esofago, o biopsie, per analisi più approfondite. Su consiglio dello specialista gastroenterologo può essere eseguito un altro esame: la PH-metria delle 24 ore. Questo esame è utile per registrare la frequenza di reflusso e misurarne l’acidità.
Prevenzione
Prima di ricorrere a questi esami, è possibile tenere sotto controllo la pirosi, attenuando così i disturbi dovuti al bruciore di stomaco. L’adozione di un regime alimentare adeguato e di uno stile di vita più salutare possono contribuire efficacemente a ridurre la frequenza del manifestarsi della pirosi.
In particolare, va tenuto presente come alcuni prodotti alimentari favoriscano l’insorgere della pirosi. Tra questi si trovano:
- agrumi
- crauti
- pomodori
- piatti piccanti
- sottaceti
- miele
- marmellata
- cioccolato
- caffè
- bevande gassate
- tè
- birra
- alcolici
Tuttavia, la capacità di ciascun alimento di indurre pirosi differisce a seconda dell’individuo, pertanto è importante che coloro che soffrono di acidità di stomaco identifichino i possibili alimenti responsabili, per cercare di ridurne al minimo l’assunzione.
Tra le abitudini alimentari da adottare è buona norma porre attenzione, oltre che agli alimenti consumati, anche a come li si mangia, ad esempio è consigliabile:
- mangiare lentamente;
- suddividere l’alimentazione giornaliera in più pasti, che così risulteranno più leggeri;
- evitare di mangiare troppo la sera;
- prendere i farmaci antinfiammatori durante i pasti, e non prima, dopo o a stomaco vuoto.
Può essere utile anche modificare alcune abitudini di vita come:
- aspettare almeno due o tre ore dopo il pasto prima di coricarsi;
- sollevare di 10-15 cm dove si poggia la testa nel letto, rendendo la posizione coricata non completamente orizzontale, per rendere più difficile il reflusso gastrico;
- non fumare o smettere di farlo, in quanto il tabacco favorisce il reflusso gastrico;
- adottare un abbigliamento comodo, vestiti attillati e cinture strette, comprimendo il basso ventre, favoriscono il reflusso;
- ridurre lo stress;
- praticare forme di meditazione e di rilassamento, per allentare la tensione nervosa;
- perdere peso, in questo modo viene ridotta o eliminata la pressione che il sovrappeso esercita sullo stomaco;
- prestare attenzione ai farmaci antinfiammatori, consultando il proprio medico sulla opportunità e frequenza della loro assunzione.
Non sempre il cambiamento delle proprie abitudini alimentari e di vita è sufficiente ad attenuare i sintomi della pirosi. In tal caso è fondamentale rivolgersi al proprio medico, che valuterà l’opportunità di rivolgersi allo specialista gastroenterologo.
Lavinia Giganti – Redazione
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